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Home Località Misano

Giardino di idee alla periferia della quotidianità

Redazione di Redazione
19 Dicembre 2007
in Misano
Tempo di lettura : 3 minuti necessari
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– Agli inizi degli anni ’80 un giovane bibliotecario, Gustavo Cecchini, direttore della biblioteca comunale di Misano Adriatico, ebbe un’idea brillante ispirata da un’urgenza collettiva: creare un prodotto culturale che qualificasse una realtà dinamica come quella misanese fino ad allora limitata alle gustose “rustide” delle notti estive. L’obiettivo era offrire “leccornie intellettuali”, creare situazioni di incontro e discussione su temi di vasto respiro, un kepos epicureo, un “giardino” alla periferia della quotidianità in cui tutti (pare che Epicuro accogliesse anche donne e schiavi) fossero invitati alla riflessione. Poiché ogni cammino inizia inevitabilmente da se stessi, Cecchini propose tematiche legate ad una passione personale, l’astronomia: il progetto mosse i primi passi in un clima di circospetto scetticismo dal momento che si temeva di scadere in un’iniziativa troppo elitaria che non trovasse rispondenza nella popolazione. A fronte di una sfida entusiasmante, Cecchini si dedicò carta e penna alla mano (internet era ancora e solo una promessa) a tessere una rete di corrispondenza con scienziati tra i più rinomati del panorama italiano e quando nacquero le CONVERSAZIONI DI ASTRONOMIA poterono fregiarsi di padrini quali gli astrofisici F. Pacini, M. Hack, R. Ruffini e di un fisico del calibro di G. Veneziano, ideatore della “teoria delle stringhe”.
Il primo passo era compiuto, l’attenzione del pubblico catturata e individuati toni e linguaggi giusti, mancavano però tematiche di ampio respiro. Il salto di qualità si ebbe nel 1991 quando Cecchini, con LA NARRAZIONE DELLE ORIGINI diede vita a cicli di incontri a carattere scientifico-filosofico centrati ogni anno su un tema diverso. Da allora il successo delle iniziative non ha fatto che crescere, titoli fortemente evocativi dell’immaginario contemporaneo hanno richiamato sempre più persone per interrogare i sogni e le inquietudini dell’uomo attraverso viaggi polifonici e affascinanti, graffianti letture di miti, leggende e figure della modernità che hanno fatto la storia della nostra cultura. I temi sono stati estremamente vari ma sempre di stringente attualità, il ventaglio dei relatori tale da consentire un approccio interdisciplinare, personaggi scelti per la potenza di pensiero e la capacità di trasmettere contenuti anche complessi rifuggendo da ermetismi settoriali. Ricordiamo fra i molti C. Gatto Trocchi (cui va un commosso pensiero) nel ciclo IL PATTO COL DIAVOLO, U. Galimberti che a partire da MITI D’OGGI è divenuto un ospite fisso, M. Cacciari in BABELE, A. Zichichi in INFINITI UNIVERSI E MONDI, personalità straniere come H. Harp in NUOVE PROFEZIE, voce fuori dal coro, perfettamente coerente con il profilo anticonformista che ha sempre ispirato l’opera di Cecchini (indimenticabile il ciclo FUORI DAL CORO – il coraggio di essere e l’eresia del pensiero), e ancora G. Giorello, P. Odifreddi, M. Serra, M. Veneziani.
A dispetto del tempo le centinaia di persone che hanno affollato anche quest’anno ogni venerdì l’aula magna dell’istituto San Pellegrino in occasione di SFIDE – dilemmi del presente, sono il segno visibile che quell’idea degli anni ’80 gode ottima salute. Il nostro pubblico non si accontenta dello zapping di schiamazzi e volgarità che la tv dispensa, del carnevale di banalità in cui ristagnano i media segregando la cultura ad orari impossibili per un pubblico di fantasmi. Ciò che apprezza è la volontà di problematizzare sorridendo dei conformismi e degli oscurantismi che ci trattano con degnazione viziandoci di stupidaggini o imponendoci divieti (emblematica la polemica del parroco locale sulla serata La fine della famiglia di Volpi e Guzzi in cui ci siamo chiesti come interpretare una crisi oggettiva documentata statisticamente: questo significa voler distruggere la famiglia?). Siamo solo studiosi impegnati della realtà, il nostro pubblico si sdegna, propone, sorride, cresce: e il kepos diventa sempre più corale.

di Lisa Del Bianco

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