UMANITA’
– La Bolivia è uno stato del Sud America tanto grande (circa 5 volte l’Italia) quanto povero, a confine con Brasile, Perù ed Argentina ma senza sbocco al mare; è un paese affascinante e spettacolare: in esso si trovano sia le Ande (una delle più alte catene montuose del mondo) sia parte dell’Amazzonia. E’ uno dei maggiori produttori al mondo di argento e rame ma la ricchezza è a favore di pochissimi monopoli industriali. Più del 50% dei boliviani vive con meno di 1 Boliviano (la moneta locale) al giorno e 1 Boliviano vale solo 10 centesimi di euro!
Nel mese di dicembre l’ISISS (Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore) di Morciano di Romagna ha allestito una mostra fotografica dedicata proprio alla Bolivia dal momento che la scorsa estate un’insegnante vi si è recata in viaggio e ha raccolto testimonianze fotografiche e materiale vario.
Le foto presentate si proponevano di mostrare gli aspetti salienti della realtà boliviana attraverso un percorso guidato suddiviso in tre momenti.
La prima tappa di questo viaggio ideale immergeva il visitatore direttamente nel cuore delle Ande: lì si trova La Paz, la capitale, nascosta dal monte Illimani (4300 metri) e abbarbicata su un complesso roccioso a forma di imbuto che tanto ricorda l’inferno dantesco. I pochi ricchi hanno costruito grattacieli e palazzi nel fondo della gola, dov’è più riparato; i poveri invece vivono in alto nella parte più esposta, in case spesso non terminate (per mancanza di fondi), senza acqua né luce o gas. La povertà si tocca con mano, la gente non ha nulla, mendica agli angoli della strada, in silenzio.
La seconda tappa era Cochabamba: a “soli” 2800 metri e più a sud. Anche a Cochabamba la miseria è ovunque; in particolare sono i bambini a soffrire di più: in una società dove gli adulti fanno fatica a trovare sostentamento e le donne spesso sono vittima di violenze e soprusi, i bimbi vengono per ultimi. I ragazzi vivono di piccoli espedienti o si trovano sbandati ai semafori a chiedere la carità e sniffare colla (il surrogato più misero degli stupefacenti). L’unico aiuto concreto è dato dalle missioni religiose: suore, frati e tanti ordini (anche non cattolici) offrono vitto, istruzione per i piccoli e ogni genere di prima necessità a chiunque abbia bisogno, senza distinzioni (o capacità di pagare una retta per i servizi scolastici); abitare più o meno vicini ad una di queste realtà può concretamente fare la differenze fra vivere o morire!.
Terza e ultima tappa Santa Cruz de la Sierra, la città più “ricca” e turistica a livello del mare: qui il paesaggio è già amazzonico, con palme e vegetazione tipica equatoriale, compresi tucani e bradipi (di cui erano esposti due foto).
Una menzione particolare va alle foto dedicate ai siti precolombiani denominati Tiwanaku e Samaipata: due luoghi mitici e un po’ magici in cui i famosissimi Inca e altre popolazioni prima di loro compivano riti propiziatori alla Pachamama (Madre Terra), compresi sacrifici umani!
L’insegnante che ha coordinato le visite delle numerose classi alla mostra è la professoressa Laura Giambartolomei, la stessa che (con suo marito) ha fatto il viaggio in Bolivia tra luglio e agosto constatando in prima persona l’indigenza della popolazione: “Decisamente non è stata una semplice vacanza! -ha detto la professoressa- Piuttosto un viaggio quasi sociologico per andare a conoscere una cultura veramente diversa dalla nostra, una popolazione ancora legata a tradizioni precolombiane da cui abbiamo molto da imparare”. Ha proseguito: “I boliviani pur nell’estrema povertà mantengono grande dignità (non rubano, non scippano i turisti?) e sono generosi in ogni circostanza: un giorno abbiamo rotto il motore della macchina e in tanti ci sono venuti in aiuto come mai avremmo pensato, come forse da noi non avverrebbe”.
In concomitanza con la mostra il consiglio d’istituto dell’Isiss ha approvato come iniziativa benefica per Natale una raccolta di medicinali a cui gli alunni hanno risposto con grande entusiasmo. I farmaci verranno inviati a una missionaria, Direttrice dell’orfanotrofio principale di Cochabamba, conosciuta di persona quest’estate dalla professoressa. Insomma non c’è pericolo che?prendano altre strade!
Chi volesse fare qualcosa per la Bolivia può fare un versamento sul conto bancoposta (che invia immediatamente i versamenti e li rende disponibili in tempo reale) di cui di seguito si riportano gli estremi:
INTESTAZIONE: TIANA ROSELLA
CONTO BANCO POSTA Nº. 38654737 CODICE ABI 07601 CODICE CAB 17400
E’ possibile, spendendo cento euro l’anno per tre anni, adottare a distanza un’intera classe di asilo nido o di scuola materna, aiutando a nutrire e istruire i bambini, ma anche cifre simboliche sono utili, visto il tenore di vita in Bolivia. Sono già attivate raccolte nelle parrocchie di Santa Maria del Monte, Morciano e Cattolica (S. Antonio via Del Prete).
Ulteriori informazioni sono comunque sul sito: www.lauragiambartolmei.splinder.com. Per Natale quest’anno aiutiamo la Bolivia!