– E’ arrivata anche quest’anno, puntuale, la primavera di Teheran, ma nessuno la ricorda così dura. Non la stagione, ma la campagna repressiva dei costumi giudicati troppo ‘occidentali’ dai Guardiani della Rivoluzione, la milizia religiosa composta in massima parte da giovani fanatici delle campagne iraniane.
In passato, in particolare durante gli otto anni di presidenza Khatami, gli strali dei censori dei costumi si risolvevano in una bolla di sapone, ma il 2007 è stato caratterizzato da una morsa ferrea. Obiettivi principali le antenne satellitari, le ragazze aggredite per la strada per come sono vestite e, addirittura, i proprietari di cani.
Bastonati perché portano a spasso un animale considerato impuro. E’ stata lanciata una campagna di repressione dei vestiti indecenti: un milione di donne fermate dai Guardiani della Rivoluzione e oltre diecimila processate, con l’accusa di “immoralità”.
Coinvolti anche gli uomini, cui è vietato girare in pantaloncini, portare simboli al collo ed esibire scritte “aggressive” sulle magliette. Persino i parrucchieri sono stati diffidati dall’eseguire acconciature moderne.
Studenti, docenti universitari, attivisti e giornalisti hanno denunciato, a più riprese, questa stretta dei costumi. Che nasconde qualcosa di diverso.
Il governo di Ahmadinejad si è caratterizzato, dall’inizio, per un ritorno al passato, con una più rigida interpretazione dei dettami religiosi che ispirano la Repubblica islamica. Solo che adesso, esattamente come la retorica anti-semita e la minaccia nucleare, anche i costumi sono diventati un modo per oscurare il vero problema: la mancata riforma di una società corrotta.
Quando era sindaco di Teheran, Ahmadinejad aveva promesso una riforma profonda del Paese, dove solo una ristretta cerchia di mullah si arricchiva con le ingenti risorse dell’Iran, mentre il resto della popolazione aveva a che fare con fame, disoccupazione e povertà.
Nessuna delle promesse è stata mantenuta. E mentre gli zelanti guardiani inseguono i possessori di cani, la benzina viene razionata. Per la prima volta nella storia di uno dei grandi produttori di petrolio al mondo.
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