– Il riminese Michele Marziani ha scritto insieme al fotografo Davide Dutto “Il Gambero Nero”. Libro sulla cucina in carcere (edito da DeriveApprodi), ha vinto la X edizione del premio Libri da Gustare.
Giornalista e scrittore, Marziani ha iniziato la sua carriera nella carta stampata nell’83. Alle spalle un curriculum che impressiona per intensità e varietà, 44 anni, cresciuto a San Leo e San Giuliano, poi trasferitosi in Piemonte, è un instancabile esploratore del cambiamento. Vive tra Rimini e Milano. Curioso, amante del cinema, della radio ed esperto di enogastronomia, scrive, racconta, ma svolge anche attività di consulente editoriale e organizza le redazione di diversi periodici a livello nazionale.
Con la sua ultima “idea”, è nato il mensile “Funghi &Tartufi” (Edizioni La Traccia, 120 pagine a colori, euro 5,90) che va a ruba nelle edicole su tutto il territorio nazionale.
Recensito un po’ ovunque, ha scritto nel 2005 “La cucina riminese tra terra e mare” (Panozzo Editore) con Piero Meldini. Nel 2006 pubblica “Sangiovese” con Roberta Sapio e corona l’anno con il suo primo romanzo, “La trota ai tempi di Zorro” (Derive Approdi Editore).
“Sono diventato giornalista professionista per caso – racconta -. Credo di saper fare molte cose se non
altro perché ho attraversato il mondo dei media trasversalmente, dalla carta stampata a Internet, passando per radio e televisione. Inoltre, per una certa pignoleria, entro nelle situazioni a pie’ pari, voglio sapere tutto delle situazioni di cui mi occupo”.
“Ho trascorso gran parte degli anni ottanta – continua – presso la redazione del settimanale Il Ponte che ho lasciato nel ’90. La carta stampata di allora era rappresentata da Il Ponte e Il Resto del Carlino. Redazioni, ma allo tesso tempo scuole. Devo molto della mia preparazione a un intellettuale cattolico riminese, Piergiorgio Terenzi, un grande direttore. Sull’informazione locale odierna dico solo che contenuti a basso costo non possono esserci”.
Michele Marziani, che ha sempre mantenuto lo stile di cronista d’opposizione e un impegno antagonista, ama Internet come incredibile strumento per creare
relazioni, la geografia per conoscere luoghi e persone. Intende, con il suo lavoro, dare una risposta alla globalizzazione delle idee e dei
comportamenti e non ama la televisione, un mondo troppo veloce che non gli consente di pensare.
“In politica – argomenta – amo la sinistra più per quello che pensa che per quello che fa. Voto malvolentieri, ma voto. Tutti siamo un po’ animali politici. Credo anche all’estetica della politica”.
Parliamo di Rimini. “È una città di gente che si lamenta. Se ci stai troppo dentro sembra che non vada bene niente ma non è vero. Si vive bene. Ha una rete di servizi sociali forti anche se l’ho trovata peggiorata da un punto di vista urbanistico. Un territorio creativo ma con poca volontà di confrontarsi con gli altri, che non ha nobiltà di imparare”.
Si mangia bene nei nostri
ristoranti? “Il settore è terribilmente in crisi, ha bisogno di trovare delle vie di uscita con qualcosa di nuovo, o meglio con qualcosa di vecchio come ad esempio andare a fare la spesa, ricercare la qualità della materia prima. Per esempio conosco un cuoco che, ogni mattina, va a fare la spesa al mercato coperto. Considero il suo ristorante di pesce il migliore in città”.