IL PERSONAGGIO
– Il cliente va emozionato. Così racconta la vacanza agli amici e ritorna. Rispetto ad un tempo, bisogna andarselo a cercare e ci vuole fantasia. Sono le colonne portanti del fare turismo di Paola Michelacci, la signora dell’ospitalità. Ha creato in quasi trent’anni una catena alberghiera di pregio: una quindicina di strutture sparse per l’Italia (una metà tra Gabicce Mare, 5 e Cattolica, 2), capaci di dare lavoro a 250 persone.
Alle spalle il Liceo classico, tre lauree (Scienze politiche, Filosofia e Lettere classiche) è diventata albergatrice per puro caso. Siamo nel ’79. Insegnante baby pensionata, fino ad allora si è occupata delle sue passioni: andare per mostre d’arte e partecipare alle aste di numismatica (un interesse di famiglia). Di discutere della poesia di Montale. Ricorda: “Avevamo un albergo a Gabicce Mare a 50 metri dal Michelacci, il ‘Mare Monti’. Mio padre mi chiede che cosa farne: venderlo, o gestirlo. Decido la seconda opzione. All’inizio vado in crisi; penso di non essere la persona adatta a far di conto, a verificare la giustezza delle bolle di consegna. Il primo cliente fu una signora austriaca in moto. Mi chiede il costo e io replico con i mosaici di Ravenna. Mi era arduo perfino parlare di prezzo e danaro”.
“Invece – continua la signora – nella vita si cambia. Sono qui alle 7 e 15 del mattino, dispongo il lavoro dei miei collaboratori e controllo tutte le bolle. E se uno mi inganna sul prezzo, sul peso, non faccio scenate: semplicemente lo depenno dai fornitori. Lavoro molto, ma non me ne accorgo; nel momento in cui dovessi avvertire la pesantezza, sarebbe finita. In questi anni ho incontrato momenti duri. Se è difficile mi piace di più. Inoltre, mi devo divertire; mi annoio nel ripetere le stesse cose”.
“Fare ospitalità – continua a riflettere – non è diverso da un altro settore economico. Nulla si improvvisa, turismo compreso. Una volta, i clienti arrivavano in casa, ora bisogna andarli a cercare. Poi ci vuole fantasia. Non basta avere le opere d’arte; l’ospite va emozionato. In cinque giorni vuole vivere, sorridere, divertirsi. E’ difficile naturalmente emozionare, vanno create delle situazioni. Può avvenire con una colazione al mattino, con la serata a cena rustica, con quella danzante, a buffet. Oppure, semplicemente servire un aperitivo quando sale dal mare. Va creato pathos, un’emozione forte, che racconterà agli amici e che lo deve indurre a tornare”.
A chi le chiede come mai l’Italia da prima mèta turistica mondiale, sia scivolata al quinto posto, risponde: “Le scelte politiche non sono state scelte turistiche. Non si è puntato sulle infrastrutture, ai voli low cost, come avvenuto in Spagna. Addirittura, abbiamo eliminato il ministero del Turismo. Noi abbiamo la necessità di diversificarci; dobbiamo presentarci alle fiere con la certificazione Iso 14001, quella ecologica, sia come struttura singola, sia come territorio. Io amo Gabicce Mare e il nostro territorio. Abbiamo potenzialità molto elevate. Ad esempio i russi non hanno ancora la cultura dei congressi: noi potremmo essere la loro destinazione. In delegazione siamo stati a Shangai, dove ci hanno chiesto di portare in Cina il Rossini Opera Festival e le sfilate di moda”.
Famiglia proprietaria terriera originaria di Santa Sofia (dove ancora oggi hanno terre e interessi), Giuseppe Michelacci giunse a Cattolica per avervi vinto la condotta da medico; acquista casa nel ’47 in piazza 1° Maggio, dove risiede la signora Paola. E sposa una marignanese, Maria Teresa Vanni. Al tempo dell’Università, le amiche del cuore sono due riminesi, Maddalena Cenni e Grazia Finocchiario. Del loro cerchio fa parte anche Flavia, fidanzata di Prodi. Il futuro primo ministro dà loro lezioni di Economia politica. La signora è nel giro alto delle istituzioni economiche nazionali. E’ nel consiglio direttivo della giunta di Confindustria ed è presidente marchigiana dell’Aidda (Associazione italiana donne dirigenti d’azienda).
Ha una figlia di 31 anni, Federica, che insieme al marito, Francesco Marcucci Pinoli di Valfesina, gestiscono 6 alberghi nelle Marche, tre a Pesaro e tre a Urbino. Il futuro è assicurato.
Paola Michelacci, in 20 anni ha costruito una vera e propria catena alberghiera. Dice: “Lo faccio per divertimento, per non annoiarmi. A differenza di una volta, il cliente bisogna andarselo a prendere e una volta a casa va emozionato. Così lo racconta agli amici e ritorna”
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