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Home Rubriche L'inchiesta

Motore immobiliare: “passioni tristi”

Redazione di Redazione
15 Gennaio 2007
in L'inchiesta
Tempo di lettura : 7 minuti necessari
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‘Rende la comunità povera’

– Il Comune di Riccione ha avuto la nuova piscina (valutata circa 6 milioni di euro) a costo “zero”. In cambio alla ditta costruttrice ha concesso migliaia di metri quadrati di capacità edificatoria, 3.500 dei quali al Colle dei Pini. Se ognuno dei circa 35.000 riccionesi avesse contribuito a tirar su l’opera pubblica, avrebbe partecipato con 171 euro a testa.
Il motore immobiliare lo si vuole adottare a Rimini per costruire il nuovo stadio (necessità vera?). E’ stato utilizzato a Morciano per l’affare Ghigi. Applicato a Misano Adriatico per costruire la strada di scorrimento parallela alla ferrovia; circa 700 metri valutati 3 milioni di euro.
Anche nella piccola Mondaino se n’è fatto uso. Ma colui che l’ha reso sistema, prassi, norma, fu il sindaco Gian Franco Micucci, a Cattolica. Tra accordi pubblico-privato e motori immobiliari si divertì come pochi. Risultato: il Comune di Cattolica ha consumato la ricchezza accumulata in un secolo di vita ed oggi sopporta divese decine di milioni di debiti. Infatti, in ogni scambio pubblico-privato si vendeva sempre un gioiello di famiglia e si contravevano mutui con le banche. Va bene il fare, ma il come non è di secondaria importanza.
Zamagni
“Passioni tristi”. Questa la bella immagine con la quale Stefano Zamagni, riminese, preside della facoltà di Economia e commercio di Bologna, intellettuale raffinatissimo, ha definito il motore immobiliare, quello strano rapporto tra pubblico e privato. Ovvero questa apparente moltiplicazione di ricchezza che farebbe una cortesia alla comunità. In pratica, avviene questo: in cambio di cemento (appartamenti e negozi), il privato costruisce un’opera pubblica. Opera che viene pagata da coloro i quali vanno ad acquistare e non da tutta la collettività. L’economista americano Paul Samuelson, premio Nobel, un gigante del pensiero, ha scritto che non esiste nulla di simile ad un pasto gratis. E solo Uno è riuscito a moltiplicare pani e pesci senza chiedere favori.
Vanzini
Gianfranco Vanzini è stato direttore generale dell’Aeffe (marchi Alberta Ferretti, Moschino). Sempre sensibile al sociale, argomenta con la sua solita verve sicura e pepata da primo della classe: “Il motore immobiliare è una stupidità. Primo le opere pubbliche bisogna vederle se servono o no. A me la trattativa privata non piace come tecnica; vorrei vedere cose più chiare. Serve lo stadio a Rimini? Per me no, però se servisse, dovrebbe essere il Comune ad individuare la zona. Le grandi opere pubbliche vanno programmate con lungimiranza, con una visione larga e senza la paura del mattone. Le abitazioni costano care per due motivi: la speculazione sui terreni e la burocrazia. Stato, Regioni e Comuni hanno un patrimonio immobiliare enorme e mal gestito. Gli immobili statali se fossero utilizzati con criterio e intelligenza da soli potrebbero fare da calmieri. Il Prg (Piano regolatore generale) così com’è è a livello monopolistico; per frenare gli speculatori farei costruire dappertutto”.
Santini
Enrico Santini, presidente dell’Unione agricoltori del Riminese, attento al bello e innamorato di Rimini e del suo entroterra, ha portato i suoi vini all’eccellenza nazionale in una manciata di anni. Dice: “Dobbiamo fare molta attenzione agli scambi pubblico-privato. L’imprenditore fa l’imprenditore. I suoi interessi personali sono antitetici a quelli del pubblico. In questo momento il motore immobiliare è una delle condizioni per far sviluppare il territorio; entra in qualunque partita. Sul mattone, sulla questione stadio, c’è un uso non corretto del territorio. Si continua a costruire dappertutto e nelle realtà più sensibili e fragili. Il territorio viene sempre di più saccheggiato e non riusciamo a fare un confronto con realtà estere più evolute. Dobbiamo riflettere e porci la domanda: ma ne vale la pena? E’ un territorio sempre più saccheggiato. Dal mare, con più rapacità, ci si è spostati in collina dove nascono nuovi paesi non compatibili con lo sviluppo turistico. Noi ci dovremmo caratterizzare per il bello; abbiamo la fortuna di avere capolavori artistici, giunti non per nostri meriti. In principio non sono contro il motore immobiliare, ma c’è modo e modo di costruire; purtroppo cresce la speculazione anche a livello agricolo”.
Chicchi
Giuseppe Chicchi, deputato dalla scorsa primavera, sindaco di Rimini dal ’92 al ’99, fondatore del Circolo Astrolabio di Rimini negli anni ’60 che aveva in quel galantuomo di Ferruccio Parri (“un crisantemo sopra un letamaio”) il riferimento, afferma: “Il problema del motore immobiliare è la trasparenza nello scambio, che sia chiaro ed equo sia per il privato, sia per la pubblica amministrazione. E che ci sia un’ottica non distruttiva del territorio. Il motore immobiliare di per sé non è una novità; le pubbliche amministrazioni lo hanno sempre utilizzato. Negli ultimi anni c’è stata un’accelerazione a causa delle difficoltà economiche degli enti locali che per dotare il territorio di infrastrutture ne fanno uso. A Rimini, col motore immobiliare si è costruito il nuovo palazzo dello sport e la viabilità in quell’area. Fatta nel ’98, operazione da 18 miliardi di lire (14 per il palazzetto e il resto per il sistema viario), Mulazzani, la ditta costruttrice, ha ricevuto in cambio 10.000 metri quadrati di edificabilità”.
Pecci
Di altro parere Marzio Pecci, già socialista, candidato a sindaco di Riccione nel 2004. Taglia: “Credo che una società evoluta debba seguire uno sviluppo non trascurando l’ambiente. A Riccione abbiamo urbanizzato qualunque spazio a scapito del verde e della bellezza. A San Lorenzo abbiamo costruito appartamenti-loculi, mentre al Colle dei Pini e al mare si è cementificato con una densità assurda. Il motore immobiliare potrebbe avere un suo significato strategico: costruire opere pubbliche che l’ente non può fare; purtroppo è diventato speculativo”.
Galasso
Mario Galasso, Verdi, assessore all’Ambiente a Riccione: “Come Verdi, il motore immobiliare ci fa venire la pelle d’oca. La maggior parte delle volte è l’imprenditore che ha il coltello dalla parte del manico, chiede il più possibile. A fianco del motore immobiliare, ci dovrebbe essere il motore del verde”.
Bondi
Alessandro Bondi, professore di Diritto penale all’Università di Urbino, candidato a sindaco nella Coalizione Arcobaleno a Cattolica nel 2004: “In sostanza è una novità lasciata alla gestione dell’ente locale. Ci sono vari problemi; il principale è di natura culturale. L’opera a costo zero in realtà ha dimostrato che è sempre sbilanciata a favore dei privati. A mio modo di vedere nel pubblico-privato i rapporti di forza devono essere equilibrati. Il pubblico ha bisogno di soldi, se c’è equilibrio si fa l’accordo. E anche in queste operazioni il pubblico, paga con qualcosa che sono soldi e non solo: più traffico, più inquinamento, più manutenzioni. Nel nostro Paese spesso le privatizzazioni sono delle svendite, come avvenuto con Telecom, Autostrade”.

di Francesco Toti

Vanzini: “Il motore immobiliare è una stupidità. Primo le opere pubbliche bisogna vederle se servono o no”

Santini: “Il territorio viene sempre di più saccheggiato e non riusciamo a fare un confronto con realtà estere più evolute. Dobbiamo riflettere”

Chicchi: “Il problema del motore immobiliare è che lo scambio deve essere chiaro ed equo sia per il privato, sia per la pubblica amministrazione”

Galasso, Riccione: “Come Verdi il motore immobiliare ci fa venire la pelle d’oca. L’imprenditore ha il coltello dalla parte del manico”.

Bondi, Cattolica: “L’opera a costo zero in realtà ha dimostrato che è sempre sbilanciata a favore dei privati. Il pubblico paga con soldi e non solo”

Pecci, Riccione: “Abbiamo urbanizzato qualunque spazio a scapito del verde e dell’ambiente, non degno di una società evoluta. Loculi a San Lorenzo”

NUMERI

Pubblico privato, i fallimenti economici

– Fare impresa è faticosissimo e si rischiano anche magre figure, com’è nelle forza del rischio d’impresa. Nel rapporto pubblico-privato, quando bisognava dimostrare capacità imprenditoriali e acutezza, ci sono stati flop clamorosi e anche inaspettati, almeno nelle inaugurazioni del taglio del nastro. Le principali nella provincia di Rimini portano a Cattolica dove tale metodo era con Micucci un’arte di governo. Tre fiaschi: l’operazione Navi, Bus Terminal e Ospedale Cervesi. Ci hanno rimesso sia il pubblico (il Comune di Cattolica alcune decine di milioni di euro), sia il privato. E’ un peccato autentico per lo sciupio delle ricchezze della comunità. Rimediare ai debiti delle Navi? Una bella colatona di cemento tra il mare e la ferrovia.

L’INTERVISTA

Pierani: “Ai miei tempi ti arrestavano senza processo”

“Spero che si faccia marcia indietro. Il concetto della trattativa privata non esisteva. Il mio parere: va individuata l’opera pubblica e fatta un’asta pubblica sulle aree da vendere”

– “Una volta ti avrebbero arrestato senza processi; il concetto della trattativa privata non esisteva”. Così Terzo Pierani, già sindaco di Riccione, già senatore, mette a fuoco il cosiddetto motore immobiliare e rapporto pubblico-privato. Continua Pierani: “Spero che si faccia marcia indietro. Per principio considero gli accordi di programma un caso eccezionale, buoni per un’opera pubblica fondamentale, come il referendum, del tipo monarchia-repubblica, altrimenti si svilisce lo strumento. Stabilito l’opera pubblica, il metodo giusto è mettere all’asta il territorio e con l’introito edificare. In questo modo il giusto valore lo stabilisce il mercato, altrimenti stabilire il giusto valore è troppo complesso e anche poco trasparente”. E la questione stadio a Rimini? “La mia opinione personale è questa. Rimini è una grande città con enormi potenzialità; se è una priorità si fa lo stadio, attraverso le possibilità dei comuni: mutui, leasing. E se si decide di vendere che lo si faccia con trasparenza”.

L’EDITORIALE

Motore immobiliare: è costituzionale?

Risponde più alla seconda parte del motto dei Tre moschettieri, uno per tutti, che alla seconda, tutti per uno. E’ una rendita camuffata che “rende la comunità povera”

– E’ costituzionale il motore immobiliare? Se si parte dal principio che le opere pubbliche devono essere pagate da tutti i cittadini, no. Perché in questo scambio, la struttura di pubblica utilità (strada, piazza, piscina, stadio, giardino, ospedale, pistolotti vari) viene pagata soltanto da chi va a comperare l’immobile oggetto dello scambio. Lo scrittore Ernest Hemingway diceva che è morale tutto quello che ti fa star bene e immorale ciò che ti fa star male. Seppur su piani diversi, si potrebbe dire che il motore immobiliare assomiglia alla privatizzazione nei secoli passati dei pascoli comuni, dei boschi comuni (dove si andava a caccia e per la legna). Ogni tanto, si decideva di venderli sbandierando l’interesse pubblico. Naturalmente a poter permettersi gli acquisti erano nella stragrande maggioranza dei casi i possidenti della comunità. Così i poveri non potevano più attingere alle risorse naturali delle terre comuni, mentre i ricchi diventavano sempre più ricchi.
E non è una specie di evasione fiscale sotto altre forme, dove chi evade beneficia anche dei servizi pagati da chi non lo fa: dall’asilo nido all’ospedale? Insomma, risponde più alla seconda parte del motto dei Tre moschettieri: “uno per tutti”, quando nel pubblico dovrebbe essere “tutti per uno”.
Oramai lo strumento motore immobiliare lo si usa con spassosa disinvoltura, senza troppi se e troppi ma. Perfino per la costruzione di opere fondamentali come le scuole lo si mette in pista.
Dato che non gli si chiede soldi, il cittadino non si indigna sul motore immobiliare che ha sfregiato il territorio della nostra provincia, con una sensibilità tipica dei paesi arretrati. E’ una rendita raccontata con altre parole. E le rendite dice Tommaso Padoa Schioppa, gran testa, ministro delle Finanze, rende l’Italia povera.

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