LA MUSICA
– Il tenore riccionese Gian Luca Pasolini ha cantato al teatro la Scala di Milano, tempio mondiale della lirica. Il grande debutto è avvenuto lo scorso quattro giugno; fino al 24 di giugno (otto le recite), interpreta l’opera Katerina Izmajlova, o Lady Macbeth del distretto di Mzensk. Autore: Dmitrij Sostakovic (1906 – 1975)
Ma non è finita, dopo l’estate sarò il primo tenore di un’altra opera moderna, sempre alla Scala. La giovane carriera del cantante riccionese è iniziata per puro caso. E’ studente di Giurisprudenza a Bologna e “annoia” gli amici con delle arie. Gli dicono: “Ma non la smetti con ‘sta ‘maletta’ di musica. Che palle!”. Niente, Gianluca continua imperterrito e nuova gagliardia. Canta a braccio, in modo molto naturale: per puro piacere. La musica ce l’ha dentro.
La sua svolta avviene casualmente. E’ durante la classica stagione estiva. Lavora alla gelateria “Nuovo Fiore” della famiglia Laghi, viale Ceccarini. Incontra un ragazzo con una ignoranza musicale da brivido; della serie non sa neppure quanto sono le note
L’amico più per scherzo che per convinzione, gli fa avere un’audizione: magari ha del talento: chissà! Lo ascoltano Giorgio Grimaldi e Carla Chiara, già cantanti lirici, con alle spalle platee importanti, tra cui la Scala.
Gian Luca canta alcuni brani. Sempre parco di complimenti, sempre distaccato, sempre serio, Giorgio questa volta si sbilancia: “Hai il talento per andare lontano: Magari alla Scala. Devi solo studiare; i tenori non si trovano tutti i giorni”.
Si iscrive al conservatorio di Bologna. Nel frattempo fa alcuni concerti, stage; e non disdegna di portare a casa qualche lira con l’operetta sulle piazze estive.
L’altro passo fortunato è ancora una volta Giorgio Grimaldi. Ha un vecchio amico Robleto Merolla, prestigioso insegnante al conservatorio di Pesaro. Gli chiede di curare la voce di un giovane tenore.
Merolla nicchia; è pieno. Grimaldi insiste: “Questo ha talento”. L’insegnante si fa convincere; Pasolini entra alla sua corte. Merolla è un autentico personaggio.
A 40 anni, nel pieno della carriera, ha già calcato i maggiori teatri d’opera del mondo: davanti una carriera luminosa. Quel mondo non è fatto per la sua personalità. Si ritira ad insegnare.
Uscito col massimo dei voti dal conservatorio Rossini di Pesaro, il riccionese si è perfezionato al Maggio Fiorentino Formazione. L’accademia, legata al teatro di Firenze, è guidata, per il canto, da Bernadette Manca di Nissa, uno tra i maggiori contralti italiani.
Gian Luca Pasolini il 20 aprile del 2006 cantò i Carmina Burana (trasmessi in diretta da Radio 3) al Teatro Comunale di Firenze per i 70 anni di Zubin Mehta, direttore di orchestra, indiano, tra i maggiori al mondo. Il riccionese venne scelto dallo stesso Mehta, che nell’occasione lo diresse. La serata, come spesso capita, si chiuse in toni mondani: rinfresco a Palazzo Corsini sul Lungarno. Alle pareti, opere di Michelangelo.
Lo scorso inverno è stato a Tokio, dove ha cantato Donizetti. Il suo repertorio: il Barbiere, la Sonnambula, il Don Pasquale o il Rigoletto; composizioni più rare del sei-settecento: Il ritorno di Ulisse in patria di Monteverdi, il Mitridate di Mozart o il Pigmalione di Donizetti.
Si è cimentato nelle prime esecuzioni moderne di opere di Nicolini e di Jommelli (incise da Bongiovanni) e dell’Ape Musicale di Lorenzo Da Ponte, proposta nella prima versione a Jesi nel 2005. Pasolini ha inoltre una particolare propensione verso il primo romanticismo operistico di Bellini, Donizetti, e del giovane Verdi.
Fuori dal palcoscenico Pasolini ha una caterva di interessi. Tra l’altro cucina da dio.