– Il mare fa schifo (44 per cento). Gli alberghi potrebbero essere migliori (33 per cento). Prezzi troppo alti (22 per cento). Più critici gli stranieri degli italiani. Con queste percentuali i turisti hanno valutato la bontà dell’offerta turistica della nostra provincia. L’indagine l’ha condotta il polo universitario di Rimini, Master in Gestione e Sviluppo dei Servizi Turistici, su indicazione della Camera di Commercio e dall’Agenzia di Marketing di Distretto.
Su questi dati, denominati customer satisfaction (soddisfazione del cliente) le associazioni di categoria e la classe politica possono iniziare a lavorare per riportare al centro del gioco turistico il territorio della provincia di Rimini. Ma andiamo con un po’ di ordine, dal peggio al meglio.
L’ambiente
La natura e gli arredi urbani sono stati impallinati come un tordo dagli intervistati. Se il buon Dio non è stato proprio generoso, gli uomini ci hanno messo del proprio per massacrare la forza dell’ambiente. In uno sfizioso articolo su Repubblica, un giornalista perbene non meno che elegante e il senso dell’humor, ha scritto che i romagnoli hanno creato una potente macchina turistica nel posto più brutto del mondo. Forse così brutto non è: dove trovare decine di chilometri di rena finissima senza interruzione? Alle giuste critiche al mare, gli ospiti hanno aggiunto i rumori, i trasporti, la viabilità, i parcheggi.
Indifferenza
L’indifferenza è peggio della litigata. Nonostante la caterva di milioni di euro spesi per gli arredi urbani, i gentili ospiti hanno mostrato tiepidezza sugli arredi urbani. Poco soddisfacenti, le informazioni sulle escursioni, le strutture sportive, i servizi accessori agli alberghi.
Stranieri
Meno benevoli rispetto agli italiani.
Età
Il gradimento maggiore giunge dalla fascia di età tra i 45 e i 59 anni; più severi i clienti del futuro, tra i 16 e i 29 anni.
Il ritorno
Se il 92% degli intervistati si è detto favorevole ad un altro soggiorno nel Riminese, l’8 per cento ha detto che non ritorna: oltre 200.000 clienti. Quattro le ragioni per quest’ultimi: il mare, l’albergo, i costi e la delusione ambientale.
Extra-alberghiero
Bar, ristoranti e servizi di spiaggia troppo cari. Bene invece le tariffe alberghiere.
Valutazione media: 8
La valutazione media complessiva dei tre settori è sopra l’8. Balneare: 8,02. Sportivo: 8,10. Congressuale: 8,17.
Quelli che non vengono
Sarebbe interessante sapere le ragioni per le quali in tanti, amici compresi, non ritornano più a Rimini.
Settore da 87 miliardi di euro
Tanto vale il comparto in Italia; l’estivo: 37 miliardi
– Il comparto turismo vale per l’Italia un giro d’affari di 87 miliardi di euro: 37 la spesa estiva (il 41% del totale). Pesano: ristoranti (24%), alberghi (22), negozi (15). In Italia ci sono 300.000 imprese, con 1.200.000 addetti.
L’Italia per l’arte e cultura vanta 40 siti Unesco, contro i 30 della Francia e i 38 della Spagna. Ha 4.203 tra musei e siti archeologici, 40.000 tra castelli e rocche, 27.000 ville storiche, 29.500 dimore storiche, 19.700 centri storici, 1.500 conventi, 95.100 chiese.
L’Italia destina al settore culturale lo 0,16% del Pil (Prodotto interno lordo), al pari della Francia (che ha un Pil più alto, però). Invece, la Spagna destina lo 0,35 e ben lo 0,39 la Germania. Bisogna imparare da Germania e Spagna.
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