I risultati. Veltroni (1.100), Bindi (106), Letta (103). Bianche e nulle (30). Totale 1.336
Le percentuali. Il 10% rispetto al corpo votante tradizionale (dai 18 anni in su, pari a 13.735 aventi diritto al voto). La percentuale si riduce perché il corpo votante comprendeva 16enni e residenti (anche stranieri).
Il numero si aggira all’incirca sulle 14.300 persone (è circa il numero del referendum sulle farmacie che era 14.100). Pertanto la percentuale reale è 9,3%.
I confronti. Con tutti i doverosi distinguo possibili si possono fare due confronti.
1) Le primarie dell’Unione del 16/10/2005. A Cattolica votarono in 1.893. Prodi ottenne 1.580 voti. Vediamo i risultati nei tre seggi allestiti: Centro 557 (nel 2005 votarono 728); Macanno/Ventena 619 (911); Torconca 160 (254). Il caso più eclatante è la forte crisi partecipativa (e d’identità?) a Torconca.
2) Referendum Farmacie. Votarono 3.078 cittadini e la percentuale di votanti fu circa del 22%.
I voti Ds e Margherita. Nelle politiche del maggio 2006. Camera: Ulivo (i due partiti insieme) 4.906 voti – Senato: Ds 3.261, Margherita 844. Totale 4.105.
Comunque la si giri, numeri alla mano, i conti non tornano. Consideriamo anche la grancassa mediatica nazionale e locale su tv e giornali, e l’impegno militante delle varie “fazioni/” in lotta… non è stato un successo.
Riflessioni finali.
1) Quando si chiamano i cittadini alla partecipazione la cosa è sempre positiva, anche se i risultati scarseggiano; 2) a Cattolica il Pd è soddisfatto (?) di questa partecipazione, ma forse si consola col dato nazionale; 3) la partecipazione dovrebbe essere un valore, sempre!, non solo quando fa comodo.
Si ricorda (con rabbia e tristezza) sempre quel Pd cattolichino (stesse persone, stessi partiti, stessi galoppini…) che esattamente un anno fa al referendum cittadino sulle farmacie (massima espressione di partecipazione democratica), non solo fecero una sotterranea campagna per non andare a votare, ma alla fine davanti al Comune, festeggiarono brindando al mancato raggiungimento del quorum e al forte astensionismo. Per inciso molti di loro si tennero ben lontani dalle urne.
Insegnamenti.
A) “Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”, ovvero il baratro che passa tra le chiacchiere ipocrite del politichese e i valori reali della partecipazione.
B) “Il cittadino per ben vivere deve ben ricordare”, ovvero tenere sempre bene in mente le facce dei politici e delle pataccate che hanno detto e dei danni che hanno fatto…
di Ecci