– Contengono, le pagine, il senso profondo della provincia di Rimini.
“Andavamo scalze per la strada, le scarpe le mettevamo sulle spalle. Le infilavamo prima di entrare in chiesa poi, finita la messa, le tiravamo via e andavamo a casa senza sciuparle” (anni Venti).
“Sono venuta a stare in famiglia con mia suocera e due zii ‘antichi’ cioè senza moglie, non sposati. Mia suocera era l’azdòra, una donna molto buona e molto comprensiva. Nella nuova casa ho portato il corredo che quella volta era 12 di tutto; inoltre alla donna toccava il comò o l’armadio: a me i miei hanno pagato l’armadio. Il corredo in parte l’ho ricamato io e in parte mi ha aiutato una mia zia perché si fa presto arrivare a 12 anni” (anni Venti).
“Andavo spesso a fare l’erba per i conigli; mia nonna li lasciava liberi e la sera bisognava riprenderli e contarli. Una volta ne mancava uno e presi tante botte. Quando dovevo andare a fare la spesa, ma avveniva raramente, facevo i salti dalla gioia perché riuscivo a vedere qualche bambina. un altro dei miei incarichi era quello di andare prendere l’acqua alla fontana e lavare i panni al fiume” (anni Trenta).
Sono solo alcune delle bellissime testimonianze raccolte nel libro “Le mani ruvide” (pagine 156, la Stamperia). Sono “storie, interviste, racconti del mondo rurale femminile dall’inizio del ‘900 ai giorni nostri nelle vallate riminesi” che rappresentano la fotografia della civiltà contadina quando questa provincia era poverissima. Ne sono autori tre cultori dei tempi passati: Gino Valeriani, Giancarlo Frisoni e Vincenzo Sanchini. Tutt’e tre hanno già pubblicato altri libri sullo stesso tema. Suggerimenti preziosi sono giunti da: Romina e Gilberto Arcangeli, Oreste Delucca, Bruna e Luciano De Santi, Nadia e Maurizio Maioli, Lidia e Antonio Mazzoni, Grazia Nardi, Teana Pagliarani e Pier Giorgio Pasini. E’ un volume che si inserisce a pieno titolo nel filone delle Annali; la corrente storica nata in Francia (Febvre, Bloc e Braudel i fondatori) che getta luce sul passato attraverso piccoli racconti economici e sociali e non solo i grandi avvenimenti. E’ un volume che dovrebbe essere presente in tutte le famiglie perché oltre ad un certo consumismo, ci sono altri valori: la profonda umanità della povertà.