– Non arrabbiati, arrabbiatissimi i dirigenti della Cooperativa Terre Solidali di Onferno-Gemmano: “Noi siamo lì a lavoriamo sul territorio; siamo offesi che non siamo stati considerati dal presidente della provincia Nando Fabbri”.
Hanno perso il bando indetto dalla Provincia di Rimini per la gestione della Riserva naturale di Onferno e le grotte che ospitano i pipistrelli, andato alla Fondazione Cetacea di Riccione. Gara tenutasi lo scorso 13 aprile. Affermano: “Loro hanno vinto, ma a nostro parere non c’è stata gara. La volontà del Comune di Gemmano e della Provincia di Rimini era di non affidarla a noi. Crediamo che qui abbia fallito la politica. Invece di fare il bando, bastava mettere attorno ad un tavolo i vari soggetti che davvero possano fare della Riserva Naturale di Onferno e delle grotte con i suoi preziosi pipistrelli un centro naturalistico da spendere per rafforzare l’offerta turistica della nostra provincia”.
“Ad Onferno – continuano i rappresentanti della Cooperativa – c’è una contrapposizione tra Cetacea e i cittadini. E’ stata costituita Agenda 21 (insieme per discutere di sviluppo sostenibile), ma non siamo mai ascoltati dalla Provincia e dal Comune. Cetacea non ha nessun rapporto con il nostro territorio. E su di noi si dicono e vengono scritte tante maldicenze, fino ad affermare che siamo una setta. Noi ci poniamo una domanda: come mai alla voce ospitalità del bando a noi e a Cetacea sia stato dato lo stesso punteggio, quando Cetacea va da un nostro associato a chiedere le camere? I politici parlano di territorio e opportunità di lavoro per chi vi abita, per chi lo presidia. E poi ci vengono a colonizzare e ad ‘espropiarci’, con la volontà di scavalcare gli interessi di coloro i quali sono sul posto”.
La Cooperativa Terre Solidali si è costituita lo scorso marzo. Ha 13 fondatori, più altri soggetti che li fanno arrivare ad un centinaio. Mette insieme cittadini, agricoltori, allevatori che vivono nel territorio della Riserva, o nelle immediate vicinanze e Legambiente e l’associazione “Nido del Cucolo”. La presiede Lorenzo Cagnoli. Dice: “Stiamo organizzando una rete di prodotti agricoli all’interno di un percorso storico-naturalistico.
C’è il recupero di vecchie cascine con la tecnica della bio-edilizia, la ricerca di specie e varietà autoctone, il recupero della sentieristica antica”.
Tra i soci della Cooperativa ci sono anche alcuni imprenditori che hanno fatto del biologico e della terra la forza. E sono giovani. Cleto Ceccaroli, ad esempio, coltiva sementi biologiche, fa trasformazione, più agriturismo; aperto nell’89: gli dà molte soddisfazioni. Ceccaroli lavora 10.000 quintali di grano ma lamenta che deve andare a pesare fuori comune; per ragioni urbanistiche non gli fanno montare una pesa. Impiega quattro persone.
Ilario Giannini è un allevatore di vacche (razza romagnola) e maiali (la mora romagnola). La sua è un’azienda biologica a conduzione familiare.
Onferno è uno degli ultimi angoli naturali del Riminese. Grazie al microclima, nelle famose grotte trovano casa una specie particolare di pipistrelli. E grazie alla lungimiranza degli amministratori è stata creata la Riserva e sono arrivati una caterva di miliardi di lire dalla Regione, ma da un punto di vista economico le grotte non sono mai riuscite a decollare.
La Riserva ha una serie di beni: le grotte, il Centro visite nell’ex pieve di Santa Colomba, museo naturalistico, giardino botanico, percorsi attrezzati e aula verde, ostello (250 metri quadrati) e locanda (300 metri quadrati). E una serie di attività da svolgere: visite guidate alle grotte e nella riserva, gestione del museo, del giardino, del Centro educazione ambientale, della locanda e dell’ostello.
Finalità: “La corretta gestione, l’incremento e la conservazione della biodiversità, la promozione di una fruizione conservativa dei beni naturali ambientali e paesaggistici, lo sviluppo della riserva e del territorio”.
Ma che cosa risponde la Provincia alle accuse degli sconfitti? Cesarino Romani, Verdi, assessore provinciale all’Ambiente: “Non facevo parte della commissione che ha valutato in modo oggettivo le due proposte. Chi arriva secondo, giustamente, non è soddisfatto. Non credo che ci siano le ragioni per pensare ad azioni fraudolenti come loro affermano.
Nel 2006, la Provincia pensava di affidare la Riserva in modo diretto e mi battei per il bando, cosa che mi è costata molto politicamente. Ho cercato di soddisfare le richieste del gruppo di Gemmano attraverso il bando. Mi sono meravigliato che lo stesso gruppo che si lamentava sul modo diretto, oggi sostiene che la riserva amdava assegnata a loro perché presenti sul territorio.