POLITICA
“La nostra sfida è ambientale, turistica, organizzativa, rispetto alla riqualificazione del territorio e al rinnovamento continuo nell’amministrare la cosa pubblica? Rimini è una città dalla forte identità, curiosa, laboriosa, entusiasta nei confronti di nuove sfide ma anche molto critica e pragmatica, capace di rinnovarsi culturalmente ma a volte eccessiva nel compiacersi?. La politica mi ha insegnato ad avere coraggio e responsabilità nelle scelte, ad essere coerente e ad andare, se necessario, anche contro corrente; decisioni difficili e talvolta impopolari sanno nel lungo periodo svelare senso e importanza?.. Stimo le scelte imprenditoriali capaci di produrre effetti positivi sulla città, piuttosto che le azioni legate ad un utile speculativo”.
Tonino Bernabè è il segretario comunale Ds di Rimini. Trentatré anni, con una forte passione per la storia, la narrativa del ‘900, la musica d’autore e lo sport. Impegnato da sempre sul territorio, ha lavorato per anni sul fronte dell’associazionismo culturale giovanile. Ha iniziato a far politica giovanissimo, a 16 anni. Si iscrive alla Fgci. “Mi piacevano le idee di libertà che si ispiravano al socialismo europeo e l’idea di politica intesa come impegno nei confronti della comunità”. Nel ’95, a 21 anni, viene eletto nel Consiglio comunale di Rimini, dove viene riconfermato anche nel ’99 e nel 2001. Dal febbraio del 2005 è il segretario dei Ds della sua città. E’ consulente presso uno studio privato che si occupa di servizi alle imprese ed è componente del consiglio di amministrazione di “Romagna Acque”.
Che cosa apprezza del sindaco Alberto Ravaioli?
“Pur non provenendo dal mondo della politica è riuscito in questi anni a gestire una città complessa come Rimini operando attraverso l’impegno e una forte capacità di mediazione. Ha investito sulla qualità urbana diffusa, ha ascoltato i quartieri sui problemi legati al quotidiano dei cittadini, non tralasciando tuttavia le grandi scelte strategiche. Credo che abbia dimostrato coraggio”
Qualche difetto di Ravaioli?
“A volte ha dimostrato difficoltà nelle relazioni col mondo della politica. L’autonomia nel rispetto dei ruoli è importante, ma la collaborazione favorisce la risoluzione dei problemi che non sempre hanno soluzioni univoche”.
Lei guida un partito che ad ogni tornata elettorale perde consensi, perché?
“Credo che molte scelte politiche importanti compiute per la città non siano state sempre comprese nell’immediato. Il cittadino cerca la risoluzione ai problemi del proprio quotidiano. Questo non pone differenze fra la Destra e la Sinistra, rappresenta un dovere che bisogna compiere nei confronti dei cittadini, ma che a volte richiede tempistiche e risorse non sempre esaustive. Abbiamo invece compiuto scelte importanti che ci hanno caratterizzato in questi anni di gestione politica e amministrativa. Penso alla Fiera, al Centro Congressi, all’Auditorium, al Centro Agro Alimentare, all’Università, al Teatro, alla Terza Corsia, alla Complanare, al TRC (metrò di costa), alle Colonie, alla ripresa dell’edilizia sociale e ad una pianificazione urbanistica non rigida ma più attenta a mobilità, ambiente, qualità diffusa e servizi”.
Come creare nuovi consensi?
“Dobbiamo recuperare le parti più critiche della città. Una certa fase dello sviluppo è finita, ora stiamo potenziando politiche legate al riuso del territorio, alla riqualificazione urbana e alla qualità. Sono sfide queste che portiamo all’interno del percorso finalizzato alla costruzione del Partito democratico. Rimini ha le risorse per svoltare: persone, imprese e idee”.
Che cosa mettere al centro della politica della città?
“La città deve ritornare ad essere il patrimonio di tutti: cittadini, imprenditori, mondo del lavoro, associazioni. Vanno eliminati gli elementi conflittuali attraverso una comune capacità progettuale e relazionale. Solo così si può competere e crescere, attraverso strumenti importanti quali l’innovazione e la ricerca. Ed è in questo anche l’obiettivo su cui si sta lavorando al Piano strategico della città, come già realizzato in città europee quali Barcellona, Bilbao, Manchester?”.
Quali sono i politici che apprezza a livello nazionale?
“D’Alema, per il suo pragmatismo e la sua lungimiranza. Ma anche Bersani, per le sue politiche di liberalizzazione, anticorporative e finalizzate al cittadino e alla competitività della nostra economia. Tra quelli del passato, ammiro il Presidente Sandro Pertini, che interpretava il suo impegno con umiltà, un esempio validissimo per i politici di oggi. A livello locale, ho conosciuto e stimato il Sindaco Ceccaroni, che ha saputo far diventare Rimini da città di mezzadri a capitale del turismo”.
Che cosa non le piace di Rimini?
“Un certo provincialismo… Rispetto invece la Rimini “anarchica”, critica, creativa, desiderosa di fare e di partecipare. E mi piace anche quella parte della città che sa essere solidale, aperta e non assistenzialista”.
di Francesco Pagnini
LA FORZA
Ds, oltre 2000 iscritti
– I Ds hanno oltre 2.000 iscritti a Rimini ( circa 6.500 in provincia). E l’organizzazione segue quella dei quartieri. I segretari: Giordano Gentiloni (quartiere uno), Roberto Celli (2), Massimo Allegrini e Bruno Romagnoli (3), Giovanni Pironi e De Conti (4), Marco Gobbi (5), Dario Cuccaro (6). Partito di maggioranza relativa in Comune, alle elezioni del 2006 (Senato) ha ottenuto il 24,86 dei suffragi.