L’INTERVISTA
– La strada complanare che se ne va a zig zag nel Conca, per poi tagliare in due le frazioni Casacce e Belvedere, ed infine immettersi nella circonvallazione di Cattolica, è il tema dei temi politico, ambientale ed economico di Misano. Sta spaccando la cittadinanza ed ancora di più i partiti di governo (Ds, Margherita, Socialisti e Comunisti italiani), con le opposizioni compatte. Sulla questione dice la sua Giuseppe Piccioni, segretario della Margherita misanese.
Qual è la vostra posizione sulla strada complanare?
“Premessa. Prima di tutto, riteniamo che la strada sia indispensabile per una serie di motivi. Li vado ad elencare. Se ne parla da 20 anni; il traffico è sempre più pesante e soffoca le nostre frazioni, dove è aumentato il residenziale, il commerciale e l’insediamento produttivo. La complanare andrebbe a togliere il traffico dalla Strada Adriatica, dalle frazioni interne. Darebbe una mano al turismo e all’autodromo, che va in crisi ogni qualvolta c’è una manifestazione.
Sul tracciato è soltanto un’ipotesi, che dovrebbe poi comprendere anche la sistemazione delle vie Tavoleto e del Carro. Chiaramente, riteniamo che sia davvero innaturale farla passare tra Belvedere e il ghetto del Canadà. La logica la farebbe continuare fino al casello autostradale di Cattolica. Invece, la soluzione Conca-Belvedere andrebbe a creare dei gran guai. Ci è stato detto che ci sono soluzioni tecniche per attutire l’impatto ambientale e i rumori. Con sofferenza, a maggioranza, il mio partito si è espresso, provvisoriamente, per tale soluzione, ma bisognerà vedere quando inizierà il dibattito vero e proprio nella città e tra i partiti. E ci sarà il progetto definitivo”.
Lei dice, la logica vorrebbe che continuasse fino all’autostrada di Cattolica-San Giovanni, allora perché non è così?
“Le motivazioni ufficiali affermano che di là non serve e che c’è un problema di costi in più. Sono del parere che se si lavora in contemporanea con la terza corsia, ci sarebbero dei risparmi, delle economie di scala. Non credo che possa essere il 10 per cento in più a spostare gli equilibri economici”.
Quale giudizio dà sul governo della città che voi sostenete? Si parlava di un rimpasto?
“Un giudizio non può che essere dato alla fine. Due anni sono pochi, non si riesce neppure a programmare. Il rimpasto non ci risulta. Questa non è una giunta che ha fatto poco; sta lavorando. Ad esempio, è stato messo a fuoco il nuovo centro di Misano, la nuova scuola media. Ci sono cose in cantiere che richiedono tempo”.
Partito democratico, lei con chi sta?
“Ai primi di settembre si parte in modo ufficiale, con la costituzione del Comitato 14 ottobre, con le primarie. L’importante che il nuovo partito sia partecipativo e che riesca a trasmetttere valori veri ai giovani. Non è un caso che nasca dai cittadini e questo è un grosso elemento di novità”.
Chi indicherete voi?
“C’è un gruppo iniziale di persone: insieme a me, Marino Signorini, Francesco Della Rosa, Stefano Giannini, Paola Ottaviani e Angelo Ciaroni”.
La sede sarà quella dei ds di piazza Gramsci?
“Il Pd deve avere una propria sede”.
Che cosa la preoccupa del Pd?
“Ci saranno delle difficoltà come in qualsiasi matrimonio, anche se i due partiti da anni governano insieme. Anche se la varie anime dissentiranno, una sintesi verrà di certo trovata. Ci sono problemi negli stessi partiti, figurarsi quando due si fondono”.
Tre nomi per il segretario del Pd?
“Non riesco a fare previsioni. Una figura superpartes sarebbe la cosa migliore”.