– Almeno come pensiero, i cittadini si riappropriano del loro territorio. Ora, alle belle parole della politica devono seguire i fatti; perché come disse qualcuno caro alla sinistra (Karl Marx): “Finora i filosofi hanno interpretato il mondo, ora è tempo di iniziarlo a cambiare”.
L’amministrazione comunale marignaense ha deciso di portare il Psc (Piano strutturale comunale) in mezzo ai cittadini prima che i professionisti incaricati decidano. Il Psc non sarebbe altro quello che un tempo era denominato Piano regolatore generale (Prg), ovvero le regole che stabiliscono chi può tirare su case, condomini, grattacieli e chi invece deve continuare a piantare barbabietola e cavoli. Insomma, chi deve diventare ricco e chi continuare a lavorare.
All’incontro generale con i progettisti tenutosi all’ex Casa del popolo erano occupate le 300 sedie ed in tanti, almeno un centinaio, facevano da corona in piedi.
L’intento dell’amministrazione è di sentire i cittadini nelle loro frazioni e in luoghi meno intasati.
Ma non è finita, i progettisti stanno ascoltando le associazioni di categoria, i cittadini, ed anche alcuni forestieri.
Antonio Casadei Menghi, consigliere comunale di Rifondazione comunista, uomo saggio ed equilibrato, dice: “Gli incontri, noi di Rifondazione, li chiedavamo da anni. Siamo del parere che sulle questioni importanti vanno sentiti i cittadini. E ascoltati. La dimostrazione è stata data dall’affollata riunione tenutasi nel capoluogo. Ora, è importante passare ai fatti però; fermarsi alle chiacchiere servirebbe a poco”.
Questo “percorso di urbanistica partecipata per costruire scelte condivise” sarà raccolta in un libro: “L’Agenda dei Temi e dei Luoghi”, “una sorta di manuale/guida per i tecnici incaricati della realizzazione del Piano che sarà pubblicato entro la fine dell’anno”.
Un nuovo corso da concretizzare, da applicare per dare risposte alle necessità vere dei cittadini, è una montagna impervia. La legge è sempre universale ed assoluta, difficilmente va a rispondere al singolo. Anche se dovrebbe, altrimenti a che cosa servono mai i Comuni?
C’è anche la consapevolezza che così è impossibile andare avanti. Lo sviluppo urbanistico viene disegnato dai poteri economici. Dai cosiddetti rapporti pubblico-privati, che probabilmente sono anche anti-costituzionali.