Il tema 2007 delle conferenze della biblioteca di Misano
– Quest’anno abbiamo scelto di trascorrere dall’universale al particolare e di proseguire la ricerca aprendo gli occhi. La realtà è disperatamente precaria: non ci sarebbero tanto stress, consumo di psicofarmaci e droghe, domande circa il senso dell’esistenza se un fine o un valore tenessero unita la nostra identità. Il futuro non è una promessa ma un’incognita e talvolta assume le tinte fosche della minaccia. “Diventa quindi sempre più importante confrontarsi con le emergenze che ci assediano – dice Gustavo Cecchini – direttore della Biblioteca di Misano e ideatore della rassegna filosofica Sfide: i dilemmi del presente. Poiché viviamo – prosegue Cecchini – in tempi di conflitto e non di riflessione dobbiamo, come medici responsabili, fare una diagnosi corretta degli scenari che caratterizzano la nostra realtà”.
Salvatore Natoli
Salvatore Natoli, docente di filosofia della politica, introdurrà il ciclo di incontri trattando un tema di bruciante attualità: il governo di sé nel tempo della biopolitica. Questo concetto indica l’area di incontro tra potere e sfera della vita, il terreno dove la rete dei poteri gestisce le discipline del corpo e le regolazioni delle popolazioni. In quanto potere sulla vita riveste un valore ambiguo: può essere invasivo e perciò limitativo della libertà dei soggetti, oppure distribuito e produrre un benessere sociale garantito, traguardo che nel Novecento si è tentato di raggiungere con la politica del welfare. Ma perché tali politiche ottengano pieno successo è necessario passare da uno stato del benessere a una società del benessere.
Carlo Sini
Nel secondo appuntamento l’illustre filosofo Carlo Sini si interrogherà sul bene comune partendo dal monito, custodito in antiche tradizioni, che ciò che è comune è ciò che è posto nel mezzo. Ma cosa è posto nel mezzo? Nei primordi si trattava della chora, lo spazio comunitario che raccoglieva tutti intorno al pasto e al sacrificio. Poi si trattò del luogo politico dell’assemblea, in cui ognuno disponeva di un suo tempo, misurato dalla clessidra. E oggi? Che cosa oggi è nel mezzo? Di che cosa disponiamo e cosa è comune? Quale bene è di tutti e per tutti? Sini ci inviterà a tornare a considerare il “mezzo” e il “medium”, perché siano avvertibili i contorni di un’etica planetaria e il profilo di un bene futuro.
Volpi e Guzzi
Nel terzo incontro Roberto Volpi e Marco Guzzi tratteranno un tema urgente e controverso: la fine della famiglia. Perché, si interroga Volpi, gli italiani non si accorgono che la cellula primaria di unità fra gli individui non “lega” più la società, e sono convinti che il loro mondo sia ancora composto da famiglie tradizionali anche se meno ampie di un tempo? I censimenti degli ultimi decenni dimostrano che numericamente parlando hanno vinto i celibi e le nubili, i trentenni che vivono ancora in famiglia, le famiglie di una sola persona e quelle senza figli. Perché la forza di questa rivoluzione non viene percepita? Senza rimpiangere il volto tradizionale di un’istituzione che spesso non era che un tragico sepolcro imbiancato, Guzzi si chiede se sia possibile un matrimonio senza lacci, in cui l’uomo e la donna si conoscano scoprendo se stessi in una relazione spiritualmente forte e sessualmente felice.
Serra e Veneziani
Nel quarto incontro i due opinionisti Marcello Veneziani e Michele Serra si confronteranno su un tema che interessa in maniera trasversale tutti i dibattiti culturali: barbarie e civiltà. E’ ancora possibile additare, con spocchia aristotelica, gli altri come barbari? Non è evidente che l’intero pianeta sta imbarbarendo e, anzi, l’epicentro di questo fenomeno epocale è proprio il nostro colto occidente? Veneziani individua nella stanchezza della civiltà la molla che fa scattare anche in noi un vago desiderio di barbara innocenza; siamo stanchi e dunque più vulnerabili alle pressioni dei nemici di fuori e dei vigliacchi di dentro, barbari allogeni e indigeni. Inoltre i nuovi barbari tendono a massificare la società perché è così che la democrazia assimila il pericoloso gene. Forse come il tasso di mutazione di una specie deve essere misurato per non mettere in pericolo la specie stessa, così ogni cultura può far fronte solo in misura limitata alle mutazioni culturali.
Erri De Luca
La quinta serata vede protagonista un “estemporaneo”, come lui stesso di definisce, Erri De Luca, che ci propone un titolo affascinante “Quelli che vanno a piedi non possono essere fermati”. Si tratta dell’analisi appassionata di un poeta che canta di viaggi straordinari, la cui essenza non sta nel tornare quanto nel riuscire, caparbiamente e gemendo asfissie, ad arrivare. “Voi siete il collo del pianeta, la testa pettinata, il naso delicato… noi siamo i piedi in marcia per raggiungervi, vi reggeremo il corpo, fresco di forze nostre…” scrive De Luca nella poesia che ha scelto quale testo introduttivo. Se veramente la nostra è una civiltà estenuata che si guarda vivere, perché siamo così ostili all’accoglienza, così disinteressati ad ascoltare cosa ha imparato chi viene da lontano? Anche la Roma di fine impero disprezzava chi premeva ai confini, eppure fu l’esuberanza vitale di “coloro che non poterono essere fermati” a reinventare un futuro per il debosciato caput mundi, perché le popolazioni barbare desideravano un futuro provenendo dal nulla. Bisognerebbe, un giorno, raccontare la storia della nostra stessa oscurità, della resistenza del nostro narcisismo e inventariare lungo i secoli quei pochi richiami di differenza che abbiamo voluto ascoltare.
Boncinelli e Facchini
La sesta serata propone una querelle antica ma sempre attuale scegliendone un aspetto particolarmente sapido: “Evoluzione con Dio o senza Dio?”, protagonisti un famoso genetista, Edoardo Boncinelli, e un sacerdote biologo, Fiorenzo Facchini. Per Boncinelli la teoria dell’evoluzione biologica, rappresentata oggi dal neodarwinismo, costituisce una realtà scientifica solidissima, l’unica idea unificante della biologia, anche se è doveroso chiedersi se sia in grado di spiegare il mistero profondo della vita. Inoltre il concetto di caso e di evento casuale, poiché non intuitivo, non piace alla nostra mente, incline a scorgere al di là di ogni evento un progetto. Se un teologo del calibro di Jünger Moltmann ammette che sarebbe ingenuo considerare l’essere umano come il coronamento dell’evoluzione sulla terra ma potrebbe anche essere un ponte di passaggio verso forme di vita superiori, è possibile che fede ed evoluzionismo trovino conciliazione? Oppure come dice il grande scienziato Fred Hoyle “se è possibile e auspicabile qualche trascendenza essa deve però trovarsi all’interno del mondo”?
Luca Mercalli
Nel settimo incontro vi aspettiamo per parlare di un tema oramai diventato emergenza: “Clima ed energia: due sfide per il futuro”, con Luca Mercalli, meteorologo della trasmissione Rai “Che tempo che fa”. Riscaldamento climatico, aumento del livello del mare, desertificazione, pantagruelica voracità di riserve di energia che, come le conosciamo, stanno per esaurirsi. A fronte di questo scenario catastrofico non vediamo levarsi indignati tutti gli uomini di buon senso contro la pestilenza chiamata inquinamento, anzi il dibattito sull’ambiente si configura soprattutto come uno sterile scontro di opinioni. I più fiduciosi tendono a ridurre la questione a un malanno curabile, mentre i più scettici e i più eco-sensibili descrivono “Gaia” come una vecchia signora furiosa costretta a condividere la casa con un gruppo di teenager distruttivi che arrecheranno danni irreparabili. Per altri il punto di non ritorno sarebbe stato già oltrepassato, innescando un conto alla rovescia per l’autodistruzione che non ha che il respiro di poche generazioni. Ascoltiamo il monito di Guido Ceronetti “l’ambiente non è una scelta tecnica o politica, è un dilemma tra onore e disonore”.
Maurizio Ferraris
Imperdibile per l’originalità del tema trattato l’ottava serata con Maurizio Ferraris, “Sans Papier: l’identità sociale nell’epoca di Internet”. Il Sans papiers il senza carte – il senza identità e senza diritti, il prototipo del nomade quale lo sono coloro che sbarcano dalle carrette del mare, è il punto di partenza per un’originale teoria del documento, di ciò che trasforma la nuda vita alla mercé di tutti in una vita vestita, protetta dai diritti. E ancora, cosa succede dopo la carta? Si assiste all’esplosione di una scrittura senza carta che sta alla base della globalizzazione e dell’intercettazione, la crescente minaccia alla privacy che viene dal mondo della tracciatura. Nuda vita, globalizzazione, privacy, la sfida del nostro incontro sta nell’affrontare trasversalmente, e con prospettive inedite, questi campi apparentemente non comunicanti eppure correlati, indicando un problema che forse necessita, per la sua risoluzione, di una Magna Charta.
Remo Bodei
Concluderà il nostro ciclo di incontri il filosofo Remo Bodei con una serata dal titolo carico di attese “Pensare il futuro”. Secondo il nostro gradito ospite sta drasticamente diminuendo la capacità di pensare a un futuro collettivo, di immaginarlo al di fuori delle proprie aspettative private. Tramontata, senza essere stata confutata, l’idea di un’unica Storia orientata, il senso del nostro vivere nel tempo sembra disperdersi in una pluralità di storie non coordinate, in destini personali blandamente connessi alle vicende comuni. Ciò comporta un mutamento radicale nella nostra percezione del futuro e ci obbliga a una riflessione ulteriore sugli strumenti razionali per affrontarlo connettendo in maniera diversa le vicende individuali a quelle collettive.
Non si può prevedere il futuro, ma l’esito delle sfide che inevitabilmente dovremo affrontare dipenderà soprattutto da processi che si svolgeranno all’interno dell’uomo stesso, di quest’opera di natura indefinita, come lo dipinse il Rinascimento, il suo secolo aureo. Occorre dunque prendere coscienza dei problemi e operare delle scelte. Il messaggio di questo ciclo è che, per affrontare le medesime emergenze, ciascuno deve consapevolmente schierarsi al fianco di chi gli è accanto.
di Lisa Delbianco