AMARCORD
di Giordano Leardini
– Luciano Montanari è morto lo scorso 20 Maggio nella sua casa, colpito da Ictus nel 2005 lascia la moglie e tre figli : Bertino (anch’egli sindaco dal 90 al 95) , Mara e Miriam. “Ricordati della bella persona ” , ” Un gran Luciano “, così alcuni Morcianesi verso i Familiari. Soprannominato “Maglioni” (Perchè il babbo Gaetano vendeva maglie al mercato), la sua vita ha caraterizzato Morciano da protagonista assoluto dal dopoguerra : da un punto di vista economico, politico e del saper vivere. Per certi versi ne è stata una delle espressioni più vere. Nell’immaginario del paese era uno che possedeva il talento giusto per interpretare la vita. Una “Bella Persona”: generosa , divertimento al centro, con lo stesso impegno messo nel lavoro, ed anche in politica. Ma, sui principi, ha sempre preso la vita di petto. Intransigente. Una volta, in comune mise al muro un impegato per comportamenti non proprio etici. Quando andava nel locale di proprietà del figlio a Riccione, il “CremCaramel”, con molto stupore dei dipendenti, pagava.
Quando era Sindaco di Morciano, ai ministeri , a Roma , andava con la sua auto ed a proprie spese.
Raccontava , con divertito distacco, che se avesse investito bene i suoi guadagni, sarebbe miliardario. Ha passato molte serate al casinò di Venezia e non solo. Il suo compagno abituale era l’amico Pippo Mazzini. Il suo fine settimana ideale era la partenza il venerdi pomeriggio , ma tassativamente era a tavola con la famiglia il mezzogiorno della domenica. Negli ultimi anni l’amico di viaggio verso Venezia era il Dottor Luigi Marcori , che gli è stato molto vicino durante il periodo della malattia.
Da vero signore, non ha mai recriminato le ore al tavolo da gioco. Anzi. Diceva : ” Mi sono sempre giocato i soldi in più”. ma erano guai per il figlio se lo trovava con un mazzo di carte nelle mani.
Luciano è nato ad Urbino, perchè la mamma Elvira Crinelli era di Urbino mentre il babbo Gaetano era Morcianese. Commerciante di tessuti sui mercati dal 48 al 68, aveva un fare da attore per attirare la clientela di passaggio. Era sempre in grado di stupire il potenziale compratore. Nel 1968 , insieme al cognato Fabbri Guatiero ha fondato la MOFA (acronimo di Montanari e Fabbri).
Per cinque anni dal 1975 al 1980 fu sindaco “socialista” di Morciano. Bersagliato continuamente dall’Ape del Conca, più come morcianese di spicco che fà il primo cittadino che per gli atti amministrativi. Si lesse al termine del mandato : “Dopo cinque anni lascio il Comune con le mani perfattamente pulite”.
Ma la sua figura è legata alla Mofa , in piazza risorgimento. E qui il 22 Maggio , dopo il funerale, familiari ed amici gli hanno tributato l’ultimo saluto, prima che lo portassero a Faenza per le ceneri , che lui come soleva dire spesso avrebbe voluto “disperse in mare”, ma riposerenno imnvece, insieme ai genitori nel cimitero di Morciano. Un saluto affettuoso anche per i funerali, Chiesa piena, con tanti amici per l’ultimo addio.
Non so se sono il più adatto a scrivere sui quarant’anni della Mofa, potrei non avere quell’obiettività necessaria, visti i miei trnt’anni trascorsi li.
Trent’anni, dei suoi quaranta. Mi sembra ieri quando ho varcato quella porta (che allora era in Via XXV Luglio) per chiedere se avessero bisogno di un commesso, era il 1973. Mentre stò scrivendo i ricordi mi si accavallano nella mente. Mi rivedo impacciato in quei primi giorni, ma l’accoglienza, il calore umano e la pazienza di Luciano e Gualtiero, sono stati decisamente alcuni caratteri distintivi di un’atmosfera invitante, che mi hanno messo in grado di imparare il lavoro molto velocemente e credo bene.
Nei primi anni e nei momenti di pausa (per la verità molto pochi), mi raccontavano come era nata la Mofa, e che non erano state sempre rose e fiori, anzi era stata proprio dura, ma si sa che oltre essere bravi ci vuole anche una buona dose di fortuna, o come lo chiamanio adesso (Fattore C….) e infatti quando il magazzino di alimentari Del Magno cambiò sede, loro si trasferirono in quei locali e la Mofa decollò. Negli anni a seguire fino ad oggi , è sempre più diventata un azienda leader nel settore della biancheria per la casa ed alberghi ecc….
C’è un vecchio detto detto che dice: “se percorrendo la Via Emilia ti fermi a chiedere da bere in una casa e ti danno l’acqua allora sei ancora in Emilia, se ti danno del Sangiovese allora sei entrato in Romagna”. Questo per dire che l’accoglienza, la cortesia e la professionallità dei propietari e dei commessi della Mofa, quando entri, è forse una di quelle cose che più rimane impressa , oltre al vasto assortimento di articoli. Della Mofa ne parlano tutti ed è conosciuta da tutti.
Sono andato in pensione , ma dei giorni torno alla Mofa, entro mi fermo, e mi rivedo a trent’anni indaffarato tra gli scaffali a rimpiazzare articoli, che emozione, poi mi guardo attorno, vedo tra i commessi volti nuovi, tutti giovani , anche nella dirigenza è cambiato qualcosa. è arrivato il più giovane (Francesco), il figlio di Bertino , il nonno ha riposto molta fiducia in lui.
Spero per la Mofa, che abbia le capacità dei tre più grandi, intanto goditi i tuoi quarant’anni di attività.