– Con Stefano Medas e Fosco Rocchetta, Riccione grande protagonista del I Convegno di archeologia e etnologia navale che si terrà a Cesenatico il prossimo 4 e 5 aprile presso la sede del museo, ospitato presso il tratto più antico del porto progettato da quel genio di Leonardo da Vinci. Organizza l’Istituto Italiano di Archeologia, Storia e Etnologia Navale (ISTIAEN) di Venezia che è presieduto dal riccionese Stefano Medas, docente di Storia della Navigazione antica nell’Università di Bologna e dal Museo della Marineria di Cesenatico.
Sono previste tre sezioni, dedicate rispettivamente all’archeologia, alla storia e all’etnologia, con il fine di offrire un quadro quanto più completo possibile sullo stato attuale della ricerca in Italia.
Nella sezione dedicata ai posters, viene presentata uno studio di Fosco Rocchetta. Il riccionese porta documenti inediti provenienti da archivi italiani ed esteri (tra cui i municipali di Amsterdam), che testimoniano il naufragio del mercantile olandese t’Zeepaard (Caval marino), avvenuto nei primi giorni del gennaio 1779, di fronte alla torre costiera delle Fontanelle.
Scrive Rocchetta: “La pericolosità dell’Adriatico, è attestata sin dall’antichità, com’è dimostrato dal gran numero dei naufragi che si verificarono in questo mare, e dai tanti relitti accertati, solo in minima parte dei quali indagati nei suoi fondali.
In particolare, la spiaggia di Cattolica, protetta dai monti di Pesaro, che ripropone in scala ridotta l’insenatura di Ancona, al riparo del promontorio del Conero, in epoche diverse trasse in inganno parecchi navigatori. A tal proposito, gli archivi delle località costiere romagnole e marchigiane, conservano un’ampia letteratura riguardo ai numerosi naufragi, anche di grosse navi, che tra Settecento ed Ottocento vennero a ritrovarsi arenate sul litorale, per aver confuso il promontorio di Gabicce con il monte Conero di Ancona. A quest’ultima casistica va ricondotto il dramma del mercantile olandese t’ Zeepaard (Caval marino), avvenuto nei primi giorni del 1779, poche centinaia di metri di fronte alla torre delle Fontanelle, che causò la morte di sei marinai di nazionalità danese, mentre altri cinque, dopo vani tentativi da parte delle imbarcazioni inviate in soccorso dalla Congregazione Sanitaria riminese, saranno salvati grazie all’impavido intervento di pescatori della zona. Alle imprescindibili fonti riminesi (Tonini, Giangi, Zanotti), agli atti della Congregazione di Sanità di Rimini, nel corso della ricerca si sono via via aggiunti dati e notizie inedite provenienti da diverse località dell’Adriatico quali Pesaro, Fano, Ancona, Ravenna, Venezia e soprattutto dagli Archivi municipali di Amsterdam: tra quest’ultime, in particolare, il Monster Rolle van de Officieren en Matroosen (Ruolo degli Ufficiali e dei Marinai), manoscritto che ha fornito i nomi del capitano e dei membri dell’equipaggio, nonché informazioni sulla rotta e sul carico della nave naufragata”.