LO SPORT
Agli arrivi nelle città d’arte, i turisti chiedevano di farsi fotografare insieme. Maglia rosa a Luciano Bordoni. Un grazie particolare a Celestino Baldacci
– Tre giorni da raccontare ai nipotini tra qualche anno. Una ventina di baldi ma non più giovanotti del Gs Valconca-Ottica Biondi hanno trascorso tre momenti, che in tanti vorrebbero passare. Con la fidata bicicletta hanno solcato alcune delle zone più belle d’Italia. La loro uscita è stata denominata la 500 chilometri di Biondi. L’hanno preparata con meticolosità nel percorso, nei ristoranti, negli alberghi, nelle tappe, Ernesto Vicinanza, Mirco Migani e Pio Bilancioni. Il manipolo si dà appuntamento il 13 giugno, alle 6 del mattino, davanti al negozio Ottica Biondi per la foto di rito. Si inforca l’attrezzo, pulmino delle emergenze e ancora più delle vivande al seguito guidato da Celestino Baldacci e si parte verso l’Appennino. Su fino a Bocca Trabaria, l’irracontabile planata verso Città di Castello e via verso Castilgione del Lago sul Trasimeno. In tutto circa 170 chilometri. Il mattino dopo, partenza verso Nocera Umbra, con pernottamento in un albergo cortese che aveva ospitato la nazionale femminile di volley e che ha chiesto la foto di gruppo con tanto di dedica da appendere in un angolo della hall. In piedi la domenica per scollinare l’Appennino e godere di una delle vallate, del Corno, più verdi, belle non meno che intatte d’Italia; porta fino a Senigallia: e voresti che non finisse mai. Infine, su fino verso Morciano.
Tre giorni di vita vera. Fatta di amicizia, la gioia di stare insieme, ammirare paesi e città d’arte famose in tutto il mondo. A Città della Pieve, turiste, carine naturalmente, hanno pregato a gran voce di farsi fotografare per il particolare ricordo. Quante emozioni passare per Spello ed Assisi, nonostante il fastidio della pioggia. A Nocera Umbra, nell’albergo che li han trattati con affetto e guanti bianchi, hanno consegnato la maglia rosa a Luciano Bordoni. L’appassionato che ha fatto i maggiori progressi con la fatica della bici. Naturalmente non sono mancate le forature, compresa quella del pulmino carico di panini al prosciutto ed integratori.
Alla seconda edizione (l’anno scorso i partecipanti furono una dozzina), ci si ripeterà anche nel 2009. Afferma Ugo Gaia, il presidente: ‘Bravissimi chi vi ha partecipato, ancora di più i nostri tre navigatori, Ernesto-Mirco-Pio, che hanno lavorato alle tappe: percorsi e soste. Un grazie particolare e forte va a Celestino Baldacci. La bici è la metafora della vita; richiede fatica, che ti ripaga con il piacere dello stare insieme tra paesaggi naturali unici e città artistiche dalla bellezza mozzafiato. Tutte cose che ti fanno trovare la dimensione vera della vita.
Nel 2009 ci si ripeterà. Qualcuno ha avanzato una richiesta: una miss, possibilmente vichinga, a fine tappa.