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Home Rubriche L'altra pagina

Cardinal Martini: “Gerusalemme, conversazioni notturne”

Redazione di Redazione
15 Dicembre 2008
in L'altra pagina
Tempo di lettura : 3 minuti necessari
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LA CHIESA – LA FEDE

di Lino (Iglis) Selvagno

“Secondo la Bibbia, la giustizia è più del diritto e della carità: è l’attributo fondamentale di Dio. Giustizia significa impegnarsi per chi è indifeso e salvare vite, lottare contro l’ingiustizia. Significa un impegno attivo e audace perché tutti possano convivere in pace…”

– “Conversazioni notturne a Gerusalemme”. E’ il titolo del libro (Mondadori) appena pubblicato, nel quale due gesuiti, il cardinal Martini e l’austriaco Georg Sporschill, che vive con i bambini di strada in Romania e Moldavia, dialogano sui grandi temi che investono la chiesa e la società contemporanea. Domande che provengono da quel mondo giovanile che appare ai più sedotto dal consumismo e privo di idealità, di sogni, di valori; un mondo cui i due autori del libro hanno sempre prestato molta attenzione e nel quale hanno riposto grandi speranze.

Provocazioni come quella di David che scrive: “Non so che farmene della fede… cosa dovrebbe darmi la Chiesa? Amo la natura, mi piacciono gli animali. Per me gli amici sono la cosa più importante… Sto bene, cos’altro mi serve?”.
O la reazione sconcertata di Eva di fronte all’amica di scuola, andata volontaria in Romania: “?non la riconoscevo più. Va perfino ogni giorno in una cappella. Resterà dai suoi bambini un anno intero. Devo andare a trovarla.”.
O lo sfogo amaro di Benjamin: “Non vorrei diventare come i vecchi. Quelli vogliono solo i soldi e la carriera… non gliene importa nulla se l’ambiente viene rovinato?”.
Renè invece ce l’ha con la chiesa, o meglio con i suoi dirigenti: “Il papa ha attaccato i mussulmani, poi ha criticato i protestanti, e adesso torna la messa in latino. Va tutto nella stessa direzione. Per me si mette male. Probabilmente anche per il buon Dio”.
Domande a ruota libera, domande provocanti cui è vietato dare risposte prefabbricate o preconcette o rifugiarsi nel buon tempo antico. Domande a tutto campo, sulla sessualità, sulla giustizia, sul problema del male, sulla fede, sull’ateismo, sulla Chiesa…
Di seguito riporto alcuni flash colti qua e là nel libro.
“Di fronte a una Chiesa che, presa dalla paura, si arrocca su se stessa, serra le fila puntando sulla disciplina quasi dimentica della splendida lezione del Concilio…”.
Gli atei non hanno nulla da insegnarci ? Sono davvero uomini privi di valori?
“A Milano avevo istituito la ‘Cattedra dei non credenti’ per sentirli parlare del loro contributo alla salvezza del mondo e di ciò che hanno da dire all’uomo… Ho chiesto ai non credenti da dove traessero il loro fondamento etico. Un noto giornalista ha replicato: ‘Non lo so. Non ho avuto alcun motivo per vivere e per servire, eppure l’ho fatto. Perché?’. E’ stato il più sincero.”
La donna nella Chiesa…
“Negli anni Novanta sono andato a trovare a Canterbury l’allora primate della Chiesa d’Inghilterra… L’ordinazione di donne aveva provocato tensioni nella sua Chiesa. Ho tentato di infondergli coraggio in questa impresa: potrebbe aiutare anche noi a rendere più giustizia alle donne e a comprendere come andare avanti. Non dobbiamo essere scontenti perché la Chiesa evangelica e quella anglicana ordinano donne.”.
Una chiesa che riscopra la radicalità evangelica?
“Sì, voglio una Chiesa aperta, una Chiesa che abbia le porte aperte alla gioventù, una Chiesa che guardi lontano. Non saranno né il conformismo né tiepide proposte a rendere la Chiesa interessante. Io confido nella radicalità della parola di Gesù… Gesù vuole liberare gli afflitti e gli oppressi, mostrare ai ricchi le loro possibilità e opporsi agli ingiusti”.
“Sono colpito dalla domanda di Gesù: il figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede? Egli non chiede: troverò una Chiesa grande e bene organizzata? Sa apprezzare anche una Chiesa piccola e modesta, che ha una fede salda e agisce di conseguenza. Non dobbiamo dipendere dai numeri e dai successi. Saremo molto più liberi di seguire la chiamata di Gesù. Da vescovo, ho spesso riflettuto sui nuovi movimenti religiosi, molti sono partiti da Milano. Mi sono sforzato di capire se ci guidino nel futuro. E naturalmente mi sono anche chiesto: non mettono in ombra i comuni e bravi cattolici?”.
La forte domanda di giustizia della bibbia, spesso è stata ridotta in opere caritative e di beneficenza?
“Secondo la Bibbia, la giustizia è più del diritto e della carità: è l’attributo fondamentale di Dio. Giustizia significa impegnarsi per chi è indifeso e salvare vite, lottare contro l’ingiustizia. Significa un impegno attivo e audace perché tutti possano convivere in pace… Gesù ha dato la sua vita per la giustizia. Ha cercato il dialogo con i potenti oppure ha rappresentato per loro un elemento di disturbo. Si è schierato dalla parte dei poveri, dei sofferenti, dei peccatori, dei pagani, degli stranieri, degli oppressi, degli affamati, dei carcerati, degli umiliati, dei bambini e delle donne. Chi si comporta così dà fastidio. Chi interviene al fianco degli uomini… e li riunisce rendendoli consapevoli, diventa pericoloso agli occhi dei potenti.

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