“Inevitabilmente la nostra prima preoccupazione è stata quella del risanamento economico, che poteva cominciare solo con una ‘dieta’ rigorosa. L’esposizione debitoria ammontava a 700.000 euro. Grazie ad alcuni amici imprenditori oggi ammonta a 300.000”
“Continuate a sostenerci e a darci fiducia; il Cattolica non è in mano ad un padre padrone che vuole fare soldi spolpando la società sportiva, ma ad un gruppo di amici che condivide ogni decisione”
“Abbiamo riportato allo stadio un clima per famiglie, ampliato le occasioni di sport e di svago per i giovani, valorizzato l’educazione ai valori dello sport le cui regole sono la lealtà, il rispetto delle regole e dell’avversario, la sana competizione sportiva. Grande successo del Milan junior Camp”
– Li avevamo lasciati a inizio campionato 2007/08 intenti in un’impresa che a detta dei più era impossibile, ma loro, i ‘magnifici sei’ del Cattolica calcio, la più antica società di pallone della città, non si sono mai arresi. Oggi, a distanza di un anno dall’inizio di quella avventura, non hanno paura di raccontare la loro soddisfazione per aver avviato con decisione l’opera di risanamento dei conti sociali e di valorizzazione dello sport cattolichino, malgrado la delusione per il risultato sportivo. Tutto questo perché il loro credo fondamentale è uno solo: “il calcio è di tutti, il Cattolica Calcio è dei cattolichini”.
Andrea Mancini è uno dei responsabili del Cattolica calcio. In questa intervista racconta il futuro della società.
Che situazione vi siete trovati davanti a febbraio scorso quando avete acquisito l’A.C. Cattolica calcio?
“A dicembre 2007 lo studio commerciale Farneti & Savioli, incaricato assieme all’avvocato Astorre Mancini di eseguire una ricognizione debitoria, ci ha presentato una situazione finanziaria della società che evidenziava un forte indebitamento; addirittura risultavano impagati i calciatori delle gestioni sportive passate. Prendere la gestione del Cattolica in queste condizioni, a campionato iniziato, significava esporsi alle critiche dei nostri tifosi, perché inevitabilmente la nostra prima preoccupazione è stata quella del risanamento economico della società, che poteva cominciare solo con una ‘dieta’ rigorosa e controllata per eliminare le tante spese inutili che il Cattolica Calcio aveva. Abbiamo chiesto ai creditori di avere pazienza e devo dire che tranne qualche piccola eccezione, ci hanno fatto lavorare per il tempo necessario. Oggi siamo fieri di dire che abbiamo quasi dimezzato l’indebitamento, e creato le condizioni per partire prima possibile con un rilancio alla grande della gestione sportiva”.
A quanto ammontava esattamente il debito?
“Si parlava di oltre un milione di euro; in realtà l’esposizione debitoria si assestava sui settecentomila; oggi il debito ammonta a trecentomila euro circa, comprensivo dei debiti fiscali e tributari che stiamo negoziando con gli enti preposti. Siamo riusciti a fare un’operazione mai vista: abbiamo chiesto ad alcuni creditori di azzerare il loro credito verso il Cattolica, molti ci hanno ascoltati perché hanno visto che noi soci (Andrea Mancini, Davide Del Fattore, Stefano Gabellini, Beppe Magi, Maurizio Renzi, Danilo Rossi) siamo stati i primi a rinunciarvi, abbassando quindi il debito di oltre duecentomila euro. Poi, grazie ad una gestione oculata del bar e del calciotto (oltre che del botteghino) abbiamo ricavato delle somme per proporre a molti altri creditori delle transazioni al trenta per cento; alcuni amici imprenditori (Fom Industrie, Tessitura Selva, Nicolini Costruzioni, Adriacame, Acquario di Cattolica) ci hanno sponsorizzato, dandoci parecchio ossigeno per la gestione corrente della stagione appena trascorsa; grazie a tutti loro, che hanno capito le nostre difficoltà e la nostra buona volontà, siamo riusciti a dimezzare in pochi mesi il debito, un lavoro per il quale a volte occorrono anni di gestione. Teniamo altresì presente che la passata stagione sportiva non ci ha lasciato debiti: abbiamo pagato tutti e possiamo ripartire senza troppi fardelli finanziari. Non vorrei dimenticare l’aiuto e la cooperazione ricevuta dall’amministrazione comunale della nostra città, che ci ha dato fiducia ed ha investito nuovamente nella manutenzione degli impianti sportivi”.
Alcuni tifosi vi hanno rimproverato di aver pensato troppo al bilancio e poco alla squadra. Cosa ne pensa?
“Riconosco che questa può essere la sensazione avuta dalle persone esterne alla società, tuttavia non avevamo altra scelta. Che senso avrebbe avuto acquistare un calciatore per rafforzare la squadra, mentre ti arrivano decreti ingiuntivi da parte di calciatori delle scorse gestioni che devono ancora essere pagati? Ho sempre ripetuto in questi mesi che la nostra rosa è stata di 40 giocatori, perché tanti sono stati quelli che hanno battuto cassa per gli arretrati. Solo una gestione scellerata avrebbe consentito di investire denari nell’acquisto di altri giocatori. Anche in questo tuttavia siamo stati corretti fin dall’inizio: avevamo deciso di fare la squadra con un certo budget, che abbiamo rispettato malgrado le pressioni esterne. I tifosi devono capire che i sacrifici di questi mesi servono per risanare la società, che significa maggiore competitività per le future stagioni sportive del Cattolica. A loro posso dire che per quest’anno, nonostante la retrocessione, il budget rimarrà lo stesso; saremo in Promozione e ci potremo concentrare maggiormente sui risultati sportivi. Stiamo allestendo una squadra per fare un campionato ai vertici. L’allenatore rimarrà Cristian Brigliadori nel quale crediamo molto, ma abbiamo fatto acquisti importanti tra cui Carta (che viene dalla serie D), Beppe Magi che dal Misano torna nelle fila del Cattolica, Angeli dalla Savignanese, Della Valle dal San Marino e Benvenuti. Riconfermati il portiere Braga, Giacomo Piva, i fratelli Palazzi, Filippo Giubileo, Cupi e Pirini”.
All’inizio dell’anno avete fatto delle promesse: promuovere la scuola calcio, organizzare eventi importanti dal punto di vista turistico come il Milan Junior Camp, ricreare allo stadio un ambiente sano. Siete soddisfatti dei risultati?
“E’ stata la soddisfazione più grande; abbiamo riportato allo stadio un clima per famiglie, ampliato le occasioni di sport e di svago per tanti giovani, valorizzato l’educazione ai valori dello sport le cui regole sono la lealtà, il rispetto delle regole e dell’avversario, la sana competizione sportiva. Siamo molto convinti di quello che stiamo facendo. Il Milan Junior Camp ha riscosso un successo incredibile e siamo riusciti a portare a Cattolica grandi calciatori come Ambrosini, Costacurta e Paloschi, ottenendo passaggi televisivi ed editoriali. Abbiamo ripristinato i tornei con Firmatour che hanno portato oltre venticinquemila giovani a Cattolica.
In uno slogan, abbiamo restituito alla città una società seria, perché non smetterò mai di dirlo: il calcio è di tutti, ma il Cattolica Calcio è dei cattolichini! La scuola calcio è partita con il piede giusto. Abbiamo aperto le iscrizioni il primo luglio e contiamo già tanti iscritti. I nostri propositi sono quelli di fare una scuola di vita, in cui educare i giovani e i bambini, che saranno i cittadini di domani. Per questo motivo abbiamo affidato il compito a dei professionisti quali Fabio Lepri, allenatore del settore giovanile del Bologna, e Paolo Borrioni. Vorremmo creare al campo anche tante opportunità per i ragazzi affetti da handicap o semplicemente più in difficoltà nella gestione delle loro responsabilità di vita: un giorno a settimana metteremo a disposizione alcuni insegnanti specialisti per aiutarli a fare i compiti; controlleremo infatti le pagelle perché giocare a calcio va bene ma i risultati scolastici sono fondamentali. Come recita il nostro slogan, infatti, i valori dello sport non finiscono al 90”.
Quale messaggio finale ai tifosi e ai cattolichini ?
“Continuate a sostenerci e a darci fiducia; il Cattolica non è in mano ad un padre padrone che vuole fare soldi spolpando la società sportiva, ma ad un gruppo di amici che condivide ogni decisione; a questi livelli sportivi non c’è nulla di economico da guadagnare, ma le soddisfazioni sono comunque tante perché vediamo crescere attorno allo stadio una nuova socialità; i risultati sportivi non tarderanno, credetemi”.