CULTURA
– Emilio Cavalli è al suo settimo libro. Si intitola “La Rumagnola: la Rosa di Levola”. Racconta la vita di Rosa Michelini che va in sposa ad un benestante di Tavoleto. La signora lascia un forte tratto sia a Levola (Montefiore Conca), sia a Tavoleto. Sposato, tre figlie, una mare di lingue ben parlate (olandese, tedesco, francese, inglese), abilità coi pennelli, Emilio è il dono della scritture viva. Che piace. E’ un narratore naturale; coglie col tocco giusto il senso delle cose.
Il libro reca il contributi di due giganti intellettuali della Valconca: Angelo Chiaretti e Piergiorgio Terenzi. Riportiamo la riflessione di don Piergiorgio.
“Una congiunzione stellare, temporale di forze e di energie positive sin dai tempi antichi fanno del villaggio di Levola un luogo eccezionale. Il susseguirsi di strane e fortuite coincidenze, avvenute a cavallo di due secoli, a partire del ritrovamento del tesoro romano (1873) nel podere Morelli fanno pensare che le voci, i sospetti e le chiacchiere della gente non siano campate in aria.
Ancora oggi, nell’Alta Valconca, si racconta e si dice: “Chi trova e tesor di Murel e po’ costruì, paes, cità e castel!” (Chi trova il tesoro dei Morelli può costruire paesi, città e castelli).
Esistono diverse testimonianze oramai che parlano di un secondo tesoro ritrovato intorno al 1860 questa volta da una giovane donna, tale Rosa Michelini, da tutti ritenuta speciale non solo per il suo fortunato futuro, ma anche come mente dell’intera comunità. Occupa il suo tempo sì ad accumulare ricchezze, ma per condividere poi con i meno fortunati del luogo. Nel suo tempo Gesù Cristo ha scoperto una specie di raggi x; ha capito cioè che fra l’apparire e l’essere spesso esiste una distanza abissale. Non solo i farisei (che sembravano buoni) e in realtà erano l’esatto contrario. In verità, in verità, vi dico che i peccatori, i pubblicani, (coloro che riscuotevano le tasse) e le prostitute vi precederanno nel Regno dei Cieli. Per me analogo discorso va fatto per Rosa Michelini. La prima immagine che presenta è quella non solo di una donna intelligente, ma anche calcolatrice ed interessata. I fatti dimostrano che il suo cuore non era così. Ha accumulato e liberamente distribuito al bene della comunità e soprattutto ai più poveri. Era socialmente sensibile e non mancava neppure di solide radici culturali. Colei che reggeva l’azienda, questa sua oggettiva superiorità non le impediva di comportarsi da “arzdora” anche guidando i buoi, seguito dall’aratro col bifolco. Non prediligeva il trono, come si vede anche lei è una medaglia a due facce. A noi decidere, quali delle due è la preminente. Personalmente propendo per concederle l’assoluzione, certo un po’ di purgatorio l’avrà fatto anche lei. Però meno di tanti. Concludendo, mi verrebbe da pensare che il tesoro che aleggiava intorno a lei, non sarà quanto ritrovato fortunosamente nella campagna di Levola, ma piuttosto la sua persona, che rimarrà incorruttibile come l’oro. Due gli elementi che stupiscono. Il primo, è come possa nascere e fiorire una pianta così preziosa in un borgo tanto sperduto e ignorato dalla storia. Il secondo, è come i suoi conterranei futuri l’abbiano così rapidamente dimenticata. Da lodare la pazienza dell’autore nel comporre e dirigere le ricerche, le sparse tessere di questo puzzle che hanno fatto rifiorire uno storico personaggio, insieme affascinante e curioso. Da qui la presenza organica di molti interventi che illuminano le varie sfaccettature del poliedro… il mio compreso”.
Pubblicazione sostenuta dal Lions Club Valle del Conca, il libro si trova nelle librerie ed edicole della Valconca. Il ricavato è a favore dei Services del Club in Tanzania e al “Libro parlato Lions” per i non vedenti.