AMARCORD LO SPORT
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In piedi da sinistra: Giumbini, Di Giorgio, DEL DUCA, Canonico, Filippucci, Delvedovo Franca. Accosciati da snistra: Sorcinelli, Gattoni, Romani, Renzi. (Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica).
– La foto dello squadrone 1949/50 campeggiò a lungo davanti la villa Fulgida e nella bottega di Mario Tombari, in via Bovio. Più “forum” che barbieria. Ora, a perenne testimonianza della immensa statura di quei giallorossi, fa bella mostra di sé, allo stadio Giorgio Calbi.
Del Duca era il numero 7, l’ala destra. Una giovane velocissima ala! …ma non abbastanza, una volta che, viscido il terreno… “putèna madosca, stal palon al va cume una pala da s-ciop!” …non riuscì a raggiungere il passaggio. E noi ragazzini, l’amico Gino Bartoli ed io, appiccicati alla rete, ridemmo di gusto allo smoccolare del nostro idolo.
Sì, Del Duca, nato a Pavia, da padre pugliese, (al fiurèr) parlava solo in dialetto!
Spesso anche con la Sua inseparabile Trudy, e con i figli.
Mai nessun “forestiero” ha omaggiato tanto la nostra Catolga!
In quella squadra c’era un solo altro indigeno: il grande Alfio Gattoni. Nostro maestro e Suo amico del cuore in campo e fuori.
Chissà, forse negli “alti pascoli” calceranno di nuovo assieme… eterei palloni.
“L’E’ MORT DEL DUCA”.
…Fra i vecchi amici parte discreto il tam-tam. Fulminea, la notizia ci toglie respiro e parola. A noi, i ‘raga’, Suoi pupilli di ieri.
Eh sì, era il nostro capitano nel foot ball club Cattolica. Aveva fatto ritorno nella Sua amata città per concludere fra noi, una lunga onorata carriera. A fare da chioccia ai Suoi amati burdèl! “Tira in porta …bòta via cal palon!”.
Lo scritto funebre dei compagni di squadra di allora, dice del grande affetto, della stima per Lui!
Per noi, il Suo negozio pieno di fiori, era un approdo sicuro. Una tappa obbligata. Si parlava del Cattolica, dell’Inter (con Aurelio Signorini, uno dei primi tifosi nerazzurri)… di tutto. Anche delle infuocate, colorite polemiche, che Tino amava attizzare al “Commercio”. Il mitico bar, cuore della città.
Le stesse chiacchiere le facevamo, ultimamente, in centro. Dove Del Duca era solito passeggiare al braccio di Trudy. (a volte anche Lei lo chiamava così). Fino al giorno… prima! Zoppicante, afono, ma intatta la verve… sorridenti, come sempre gli occhi azzurri. “… cum al va al nost Catolga?”.
Memore forse, di quella veloce ala destra, il FATO ha concesso a Tino una rapida ultima… “discesa”!
Lasciamo che una lacrima bagni lo… stentato dire.
di Guido Calbi