A San Giovanni in Marignano (un riconoscimento per la Valconca) convegno di livello regionale con il presidente Errani. Tema: “Una regione attraente: verso il Piano territoriale regionale”. Annoso dibattito tra capitale e lavoro, tra rendita (speculazione) e coesione sociale
– Il presidente della Regione Emilia Romagna, il ravennate Vasco Errani, ha in mente uno sviluppo prima culturale e poi economico; si spera in salsa australiana, dove le aree pic nic ai margini delle strade sono così: una cucina attrezzata per spaghetti (o altro a piacimento), fuori il fuocone che aspetta carne (o pesce), un bagno che “in casa nostra neppure ci sogniamo” (tanto che il segretario del Pd di San Clemente, Massimo Villa, in gita col figlio un mese, lo ha fotografato per farlo vedere agli increduli amici). Insomma, è come dire che una nazione di solo Punto come auto non riesce neppure ad immaginarsi le fattezze della Ferrari. Se gliela racconti non ci crede.
Il presidente della Regione ha portato la sua visione di futuro lo scorso 11 dicembre alla tenuta del Monsignore di San Giovanni in Marignano. Ha illustrato le idee preliminari del Prt (Piano territoriale regionale) che guideranno il percorso nei prossimi anni. Titolo della giornata: “Una regione attraente”.
Ma più che di futuro, Errani ha sottolineato il passato e gli stati d’animo di una comunità. Secco, accattivante, sicuro, capace di tacitare una sala che a tratti durante gli interventi precedenti è stata persino rumorosa: “Dobbiamo avere la forza per mettere tutto in discussione. Questa è la premessa del Prt. Dobbiamo guardare al futuro senza paura. Il freno vero è la paura e l’incertezza. Dobbiamo guardare ai risultati e ai nostri punti di debolezza senza subalternità. Questa è forza. Il primo punto è l’identità, un’identificazione di carattere culturale. L’identità è un punto di vista, una interpretazione della modernità. Ed è su questo fronte che ci giochiamo la possibilità di essere un grande sistema europeo e globale. Nostro: né codista, né subalterno, né impaurito. Riusciremo a farlo? Credo di sì. Non sta nel guardare il Pil (Prodotto interno lordo), che è un indicatore ignorante, moderno e arcaico. L’indicatore vero è quello che siamo riusciti a fare tra le due guerre fino ad oggi; allora eravamo sul livello della Calabria. Oggi, siamo quello che siamo: tra le prime dieci regioni più ricche d’Europa”.
“Ma quali sono stati i fattori di successo? – continua con la sfrontata ed accattivante eloquenza -. Avevamo la capacità di fare ed un’anima sensibile al sociale. Questo è l’impasto vincente. Perché i liberisti, il mercato lasciato a sé, non è in grado di risolvere le contraddizioni che produce l’economia. Dopo l’ubriacatura della finanza bisogna ritornare alla vecchia chiave: l’identità è il cuore della modernità. Se questo è il nostro valore aggiunto, allora abbiamo un compito più grosso: l’equilibrio tra economia e ambiente, l’equilibrio tra economia e società”.
L’equilibrio di Errani passa attraverso la politica: “I sistemi di rappresentazione sono in crisi. Sta spezzando interessi che soltanto 10 anni fa stavano insieme. Si possono rimettere insieme soltanto con l’equità. Solo così si risponde ai bisogni delle persone”.
Prima della conclusione di Errani, hanno portato il proprio punto di vista in tanti. Daniele Imola, sindaco di Riccione: “L’identità è una casa nuova, moderna, altrimenti si rischia di farne un museo. Come città turistica non dobbiamo finire standardizzati, ma neppure con troppi vincoli; abbiamo bisogno di più spazi al servizio del turismo. Norme troppo rigide non servono. Dobbiamo ammodernare, ma conservare i nostri tratti architettonici. Le vecchie strutture vanno delocalizzate per nuovi varchi. Questo è un argine alla trasformazione immobiliare. Si deve procedere verso la mobilità del territorio, per un nuovo sistema di qualità urbana”.
Maurizio Melucci, vice-sindaco di Rimini: “Se il Prt è il piano strategico della regione per una visione unitaria, il Comune di Rimini ha il piano strutturale per vincere la sfida della competizione. La coppia rendita-speculazione la vogliamo annullare sulle strutture alberghiere. Abbiamo trovato il consenso sulla speculazione immobiliare, ma ci chiedono, gli albergatori, di stare sul mercato. Per farlo ci vogliono nuovi strumenti. Con norme generali difficilmente risolviamo i nostri problemi. Propongo progetti di riqualificazione insieme: vediamo cosa spostare e cosa riqualificare. Purtroppo il dibattito ha assunto tratti ideologici”.
Le belle parole dei politici possono diventare realtà solo se il cittadino fa pressione e alla retorica pretende i risultati. Altrimenti, come disse il filosofo Benedetto Croce: “sull’argomento conosciamo tutto, come facciamo?”.
Errani: “Ma quali sono stati i fattori di successo? Avevamo la capacità di fare ed un’anima sensibile al sociale. Questo è l’impasto vincente”
Melucci: “La coppia rendita-speculazione la vogliamo annullare
sulle strutture alberghiere. Abbiamo trovato il consenso sulla speculazione immobiliare, ma ci chiedono, gli albergatori, di stare sul mercato”
INTERVISTE
Punto di vista dei due consiglieri di maggioranza del Pd: Pironi e Piva. E per la minoranza, Lombardi
– La provincia di Rimini esprime quattro consiglieri regionali (su un totale di 50). Due di maggioranza file del Pd: Massimo Pironi e Roberto Piva. E due di minoranza: Marco Lombardi (Forza Italia) e Gioenzo Renzi (An).
Ecco come i due consiglieri di sinistra leggono il Piano territoriale regionale rispetto agli interessi di Rimini.
Roberto Piva: “Nella nostra provincia il luogo comune era che la Regione è lontana dagli interessi del riminese. Nel piano regionale c’è molta attenzione verso il nostro territorio. Verso i suoi problemi chiave: la mobilità (arrivati 63 milioni di euro per la nuova Statale 16), la questione aeroporto (Rimini va potenziato in un contesto regionale), il sostegno allo sviluppo turistico (finanziamenti a chi intende ristrutturare) e puntare alla qualità della vita (i quartieri non possono essere dei drormitori). Credo che le linee fondamentali del Piano rimarcano che il territorio è finito, che non è più pensabile di consumarlo e che va riqualificato quello che c’è. Ci riconosce che la nostra risorsa d’eccellenza è il turismo; cosa di cui ce ne siamo sempre lamentati. Tra l’altro il turismo non è visto solo quello legato alla costa, ma anche all’entroterra”.
Marco Lombardi, consigliere regionale di Forza Italia, e da poco tornato a fare anche il coordinatore regionale, osserva che bisognerà porre attenzione che la Romagna, e Rimini in particolare, abbiano il proprio giusto riconoscimento all’interno del Piano Territoriale Regionale, specialmente in termini di risorse. E che, in generale, nel piano si ponga mano alla mobilità, “senza la quale ha poco senso fare grandi strategie”.
Un buon indicatore per capirlo, secondo il forzista, sono le risorse che verranno messe in campo. “E sulle quali dovremo stare particolarmente attenti: anche se ci saranno risorse per Rimini, e più in generale per la Romagna, per una corretta valutazione queste andranno pesate con quelle previste per l’Emilia”. Inoltre “siccome fino ad ora c’è stato uno sbilanciamento pro-Emilia, questa potrebbe essere l’occasione buona per riequilibrare”. Sul turismo certo, “dove fino ad adesso la promozione è stata spalmata anche su località molto meno forti di Rimini”, ma anche sul resto: “Su industria ed agricoltura, ad esempio, Rimini non è mica più una Cenerentola?”.
Massimo Pironi, Pd: “Il Piano regionale significa un metodo nuovo. Non più la Regione vista come la 10^ provincia, ma con le proprie professionalità e risorse perno di coordinamento delle eccellenze dei territori. Di costruire delle reti sia dentro, sia fuori la regione. Il nostro è un comprensorio giovane, che ha idee e la Regione con lo strumento di sviluppo, non più soltanto urbanistico, punta alla qualità dell’ambiente e dei servizi”.
CURIOSITA’
San Giovanni capitale
– A San Giovanni, che poi è stato un segnale di affermazione della Valconca, con Errani c’erano alcuni assessori regionali e molta parte del gotha della politica riminese di sinistra, con pezzi importanti dell’economia provinciale. Qualche nome: Claudio Battazza (Pd), Franco Raffi (Confindustria), Massimo Gottifredi (presidente Apt), Alessandro Rapone (Api), Patrizia Rinaldis (presidente albergatori di Rimini), Andrea Gnassi (segretario provinciale Pd), Piero Cecchini (Umpi), Massimo Ferretti (Aeffe), Sandro Pizzagalli (Sinistra critica), Alberto Ravaioli (sindaco di Rimini), Domenico Biancbi (sindaco di San Giovanni), Ivonne Crescentini (ex sindaco di Coriano), Sandro Tiraferri (presidente di Hera), Umberto Trevi (autodromo Santamonica), Maurizio Taormina (vice-presidente della Provincia), Marco Zauri (presidente dell’ordine degli architetti).
“Sostenibilità ed economia matura”
Le linee provinciali indicate dal presidente Nando Fabbri. Ora i fatti
“Abbiamo la necessità dell’intesa quadro sulle infrastrutture e sui trasporti. Da troppo tempo ci sono troppe partite aperte con Bologna”
– Il presidente Nando Fabbri colpisce anche quando fa uso della sua proverbiale “arroganza” politica come ben sanno i compagni di partito, figurarsi quando dà il meglio di sé. Le sue relazioni sono belle, profonde e condivisibili. A San Giovanni in Marignano lo scorso 11 dicembre, nella sua relazione introduttiva, ha portato sotto i riflettori idee condivisibili. Ora, è il tempo di passare dalle parole ai fatti.
Fabbri: “Nella corposa realtà regionale, 4 milioni di abitanti e 400.000 imprese, ci vuole la capacità e la disponibilità ad innovare. Nelle piccole e nelle grandi scelte. Negli accordi economici, in quelli della salute, nel sociale. Fino a confrontarsi sulla questione rifiuti e le nuove energie ambientali. E’ un territorio disponibile ad innovare; vero punto di forza. Come ricorda il presidente della Regione, il coinvolgimento deve partire dal basso. Abbiamo l’imperativo di lasciare alle prossime generazioni le risorse. Lo sviluppo deve avvenire col concetto della disponibilità; solo così non pregiudicheremo il futuro. La nostra provincia, su 30 km di costa, 18 milioni di presenze, 2.700 alberghi, ha su un km/q 1.100 persone. La proposta regionale sulla fascia turistica-alberghiera non aiuta il territorio. Il nuovo Ptr (Piano territoriale regionale) deve cogliere i temi dell’innovazione che salgono dalla costa. Il futuro della riviera si gioca sul dinamismo. A Rimini abbiamo un progetto pilota che prevede la demolizione di alcune strutture per costruirci spazi comuni.
Per un’armonia territoriale va messo in discussione lo sviluppo quantitativo. Errani chiede di superare le divisioni autarchiche, come la fiera, l’aeroporto. Siamo disposti a metterle in campo in un sistema più largo- Siamo convinti che gli sforzi rischiano di essere monchi senza un fisico robusto dalle leve lunghe. Bologna è e deve essere il polo del reticolo regionale; per portarci il valore aggiunto.
Abbiamo la necessità dell’intesa quadro sulle infrastrutture e sui trasporti. Da troppo tempo ci sono troppe partite aperte con Bologna. L’intesa contiene due progetti: la Nuova Romea fino a Ravenna e il Trasporto rapido costiero Ravenna-Cattolica. La viabilità è una delle grida di dolore dei nostri sindaci e dei nostri cittadini. Per aprire i cantieri si deve continuare sul pressing nazionale”.
LA RIFLESSIONE
Bonomi: “Si rischia di non fare il salto verso il futuro”
– I 20 comuni della provincia di Rimini soffrono il presente e nonostante il bendiddio accumulato vedono nero il futuro. La politica, a suon di belle parole, sta costruendo una società conflittuale, con sempre meno coesione sociale. La sintesi è la fotografia politica degli ultimi 20 anni. Ad ogni tornata elettorale, la sinistra perde consensi. A Rimini Forza Italia è il primo partito.
Questa tesi l’ha espressa Aldo Bonomi, sociologo del territorio di fama, chiamato a moderare e dare lustro al convegno marignanese. Ha rimarcato: “I luoghi non vadano verso la rendita e la speculazione, ma verso i flussi e l’innovazione. Per farlo occorre allearsi con le nuove compagini sociali. Siamo al centro di una transizione che non sarà pacifica. Finora è stato espresso il meglio di una certa cultura del ‘900 che era un dato rapporto tra capitale e lavoro; tra comunità locali che ha prodotto coesione sociale. Oggi, il problema è tra capitale e lavoro con le istituzioni in mezzo. Se non ci si porta dietro la comunità locale, si corre il rischio di perdersi e di non fare il salto verso il futuro”.
di Francesco Toti