IL FATTO
– Sulla Ghigi e tutta la triste operazione politico-industriale, fino allo stallo attuale (è in liquidazione), quella Cassandra di Claudio Battazza, oggi segretario Valconca del Pd, l’anno scorso segretario dei Ds, purtroppo, ebbe ragione. Da uomo ben informato, si è sempre opposto all’operazione fin dalla sua nascita nel Consiglio provinciale, passando per i Comuni di Morciano e San Clemente. Ecco che cosa disse lo scorso anno in maggio su questo giornale.
– La sistemazione Ghigi doveva salvare capra e cavoli. Cioè doveva dare nuovo impulso imprenditoriale alla Ghigi, sollievo urbano a Morciano e giusta integrazione col territorio di San Clemente. Non è avvenuto nulla di tutto questo ed è mancato uno degli ingredienti base: il buon senso.
Mentre i dipendenti della Ghigi ricevono acconti parte su salari e stipendi, attorno all’operazione monta impetuoso il dissenso. Claudio Battazza, segretario dei Ds della Valconca, da sempre contrario, da alcuni mesi è sceso in campo con argomentazioni sempre più convincenti, sempre di più buon senso, sempre con occhio attento rivolto all’ambiente e alla qualità della vita.
Tuona: “E’ il contrario di un’operazione seria. Se non torniamo a discutere di queste cose, di che cosa dovrebbe mai parlare la politica? E’ una fantasia dei Ds, o c’è in ballo il futuro urbanistico, la qualità di vita della città e della Valconca?”.
A Morciano, la Ghigi può utilizzare tutta la cubatura attuale del mega complesso, che in cambio ha costruito la piazza antistante lo stabilimento e intitolata a Angelo e Emilio Ghigi.
Visioni alti dello sviluppo urbano relativo alle strutture produttive dismesse, indica che il 40 per cento va a chi fa l’operazione, il 30 al Comune e il 30 per cento va demolito.
Dove c’è oggi lo stabilimento dovrebbero andarci un supermercato, appartamenti (una quarantina?), una trentina di negozi e salette varie che vengono acquistate con denari pubblici. E’ un investimento di alcuni milioni di euro, attorno quale ogni giorno dovrebbero convergere migliaia di automobili. Morciano è in grado di sopportare un carico simile, quando in giro ci sono decine di negozi sfitti? Altra domanda, perché nel Piano di riqualificazione urbana (Pru), dove c’erano in ballo denari pubblici, è entrata solo la Ghigi e non altre zone della cittadina, come il teatro, piazza Risorgimento, i cortili interni?
San Clemente entra in scena perché la Ghigi si dovrebbe, si deve, trasferire a Sant’Andrea in Casale. Grazie all’impegno della pubblica amministrazione, la Ghigi è riuscita ad acquistare una decina di ettari di terra a prezzo molto vantaggioso (attorno ai 20 euro al metro quadrato contro un valore di mercato superiore), dove tirar su il pastificio, il mulino e il mangimificio. Non sono troppi?
Allo stato, i dirigenti della Ghigi hanno tirato su il pastificio e non se la sentono di costruire il mangimificio e il mulino. Inoltre, non assicurano il posto di lavoro agli attuali 70 addetti.
Va sottolineato che la Ghigi dovrebbe abbandonare il centro di Morciano, solo che va a finire, grazie ad uno scriteriato e davvero basso livello di sviluppo urbanistico, in mezzo a civili abitazioni accavallate le une sulle altre, dove mancano perfino i posti auto per i residenti. Insomma, si è avuto uno sviluppo urbanistico tipico di una politica bassa, in sintonia con una nazione arretrata. E in tanti dissentono da tale caos cementificatorio.
Se avessero dato ascolto a Battazza, oggi non saremmo in questa situazione. Ma il destino delle Cassandre è di essere inascoltata.