– Da alcuni mesi il marciapiede di viale Rasi Spinelli che costeggia le cabine della spiaggia, è diventato una singolare galleria all’aria aperta. Sui contorti tamerici vengono affisse a sorpresa, con il tocco leggero di una puntina color marrone, delle belle foto. Il tema è inequivocabile e suggestivo: la marineria.
Plastificate per proteggerle dagli agenti atmosferici, in formato cartolina, le foto sono esposte ogni volta nel numero di 3 o 4 esemplari. Foto dai colori forti che ritraggono particolari di barche: fiancate, poppe, prue, particolari di vele.
Ogni immagine ha un titolo sul retro: “Cubia arancio”, “Una vela”, “Barca gialla”, “Elica”, ecc. Le foto hanno una firma. E qui il mistero s’infittisce. Tracciato col pennarello e in stampatello, sul retro c’è scritto Giovanni Drogo. Non sappiamo se questo nome sia reale, appartenente a qualche cittadino di Cattolica o Gabicce Mare appassionato di fotografia e di marineria, o uno pseudonimo.
Ma è lo stesso nome dell’ufficiale protagonista del libro “Il deserto dei Tartari” di Dino Buzzati. In una remota fortezza del regno aspetta invano e fino all’ultimo e contro ogni speranza l’arrivo dei Tartari. Nel romanzo Buzzati offre un racconto che mostra nella precisione del suo ordito, il sogno e il dimenticato, con l’inconfondibile sapore dell’epica. Alla fine del “Deserto dei Tartari” Drogo si rende conto che tutta la sua vita “si è ridotta a una specie di scherzo” – “Grazie ad una orgogliosa scommessa tutto era perduto”.
Forse questa volta i Tartari sono arrivati. Magari hanno preso “in prestito” le foto. A noi della Piazza piacerebbe conoscere e raccontare Giovanni Drogo, fotografo della marineia.
di Nino Galeazzi