Rimini è un autentico laboratorio. E’ un esempio di rete territoriale, socialmente responsabile, fatto di piccole e medie aziende. E che la rete è la dimostrazione che la responsabilità sociale conviene alla piccola e media impresa.Vanzini: “Non conosco i criteri del premio, però mi piacerebbe sapere quante aziende concedono il part-time alle donne che ne fanno richiesta. Come Aeffe, primi anni ’90, fummo tra le prime tre aziende in Italia a stabilire il premio produttività”
– Il futuro delle imprese passa per le travagliate vie dell’etica; anzi, si riescono a fare più utili. Quando meno te lo aspetti e l’erba del vicino non è poi così verde. La provincia di Rimini è terza in Italia, dietro quelle di Milano e Roma. E lo è nella responsabilità sociale dell’impresa. Nel prestigioso premio Sodalitas, presieduto da Daniela Bracco, ha portato 18 aziende su un lotto di 218. Cinque sono entrate tra le finaliste. E due hanno vinto: la Banca Etica e l’Scm.
Alessandro Beda, il vice-presidente di Sodalitas, afferma che Rimini è un autentico laboratorio. E’ un esempio di rete territoriale, socialmente responsabile, fatto di piccole e medie aziende. E che la rete è la dimostrazione che la responsabilità sociale conviene alla piccola e media impresa.
Il colosso Scm, leader mondiale nelle macchine per la lavorazione del legno, sta portando avanti programmi nel Terzo mondo con associazioni non governative. Finanzia dei centri di falegnameria dove i giovani possono andare ad imparare il mestiere. I suoi obiettivi sono duplici: molto probabilmente tra gli allievi ci sarà qualcuno dalla mente pronta che avvierà delle aziende e che un giorno avrà in testa soltanto il marchio Scm.
L’Scm ha vinto per l’attivazione di un programma di governance del rifiuto solido industriale in grado di coinvolgere dipendenti, territorio, ambiente e comunità internazionale.
La seconda azienda della provincia che si è aggiudicato il premio è la Banca Etica Adriatica per aver avviato il progetto di promozione dei princìpi della finanza etica all’interno delle scuole medie inferiori.
Nella giuria del premio siede anche Stefano Zamagni, riminese, preside della facoltà di Economia e commercio a Bologna, una bella persona, ha detto: “Vedo segnali di ripresa. C’è un fatto che mi ha colpito positivamente. Sodalitas celebra le aziende che operano per migliorare la qualità sociale, il bene comune. Ebbene su 260 domande e sette premi, sono state riconosciute due aziende riminesi ed una è giunta seconda. Io ero uno dei 15 della giuria e si vota come Dio comanda. E da qui si vede che quando vogliono i riminesi battono tutti. E’ un piccolo esempio che confuta il linguaggio dei declinisti. Credo che le persone vadano giudicate in base alle opere che realizzano e tutti ne traggono giovamento”.
Gianfranco Vanzini, già direttore generale dell’Aeffe, cultura cattolica, è stato un pioniere della responsabilità sociale. Concreto, diretto, lontano dalla retorica: “Non capisco quali siano i criteri di giudizio del Premio Sodalitas con cui danno la paternità. Mi piacerebbe sapere quante aziende hanno concesso il part-time alle mamme. Le cose si estrinsecano con i fatti e non con le parole ed i progetti. Quando ero in Aeffe avevamo 30 donne col part-time; oggi sono una settantina. Nel nostro contratto integrativo inserimmo l’obbligo di avere il 4 per cento delle donne in parti-time”.
“Fummo tra le prime tre aziende in Italia – continua Vanzini -, nei primi anni ’90, a stabilire il premio produttività. Francamente a me la denominazione responsabilità sociale dice poco, mi piacere pensare alla responsabilità dell’imprenditore. Deve lavorare correttamente sui prodotti, dichiarare quello che c’è dentro. Rispettare i contratti e le persone. Non speculare sui dipendenti. Sono anche del parere che vadano corresponsabilizzati i dipendenti e farli partecipare alla divisione dei profitti”.
DEFINIZIONE
Responsabilità sociale, oltre gli obblighi di legge
– Con la responsabilità sociale vuol dire andare oltre gli obblighi previsti dallla legge. Non significa ottemperare, ad esempio, solo agli obblighi previsti dalla cosiddetta 626 sulla sicurezza. Signfica intercettare gli interessi ulteriori di una comunità, dei tuoi interlocutori aziendali che sono: i fornitori, i dipendenti, i clienti, la comunità locale. Cioè l’impresa non è un’isola dove si entra e si produce impiegando al meglio i fattori produttivi
NUMERI
Rimini terza
– Al premio sociale di Sodalitas, la provincia di Rimini si è presentata con 20 aziende. Primeggiava la provincia di Milano con 70; al terzo Roma con 30. A seguire: Torino 11, Ancona 9, Bergamo 6, Como 6, Brescia, Vicenza, Lecco, Padova, Pisa e Modena 5, Genova 4
Dalla Camera di Commercio alla Serint
– Ecco le aziende e i progetti che hanno partecipato al Premio Sodalitas.
Camera di Commercio di Rimini – Progetto Rimini Responsabile, ha descritto la fase conclusiva del progetto Equal, nella quale è stato condotto uno studio sullo stato dell’arte della RSI (responsabilità dell’impresa sociale) in collaborazione con la Facoltá di Economia dell’Universitâ degli Studi di Bologna sede di Rimini e Figli del Mondo
Confindustria Rimini – Iniziative di orientamento scolastico e professionale come: alternanza scuola lavoro, fabbriche aperte, a scuola di lavoro, premiare le eccellenze
Confartigianato della Provincia di Rimini – Progetto rivolto a valorizzare la cultura del nostro territorio attraverso iniziative come: Festa del Pane, mostre di pittura, sfilate di moda
Adriaplast – Azienda simbolo del progetto Ahead (Accompanying Handicraft Entepreneurs Against Discrimination), contro la discriminazione razziale e di genere nei luoghi di lavoro
Azienda Agricola Fungar – Progetto rivolto alla valorizzazione del capitale umano, in particolare mirato a supportare e favorire l’integrazione dei dipendenti extracomunitari.
Cereria Terenzi – Gestione integrata della responsabilità industriale che è in grado di coinvolgere tutti gli interlocutori aziendali, in particolare i clienti/consumatori, l’ambiente e i dipendenti
Colorificlo MP – Progetto “Prima del colore l’uomo”, con cui si evidenzia l’attenzione verso il consumatore a cui proporre prodotti naturali e salubri
Eticredito – Banca Etica Adriatica, Progetto di promozione dei principi della finanza etica all’interno delle scuole medie inferiori (vincitore)
Eticredito – Banca Etica Adriatica in collaborazione con il Comune di Rimini propone un sostegno alle famiglie residenti nel territorio per far fronte agli oneri dell’affitto
Eticredito – Banca Etica Adriatica in collaborazione con Caritas ha realizzato un Progetto di Microcredito per famiglie in difficoltà
Focchi – Sostegno all’associazione Cittadinanza Onlus, in particolare per la realizzazione di un Meeting Internazionale sui temi della cooperazione
Futurgem – Finanziamento del progetto dell’associazione Cittadinanza Onlus incentrato sullo studio e l’implementazione di un programma di salute mentale di Comunità a Thiroporur
Maggioli – Gestione della responsabilità soprattutto attraverso le iniziative del gruppo Maggiolinsieme: gruppo di acquisto solidale interno all’azienda (G.A.S.), festa della mamma che lavora, albero della raccolta
Marù – Progetto “Ambasciatori del territorio” rivolto alla valorizzazione delle tradizioni e della cultura locale
Optotrades – Hor-Ottici Riuniti e i progetti socio-sanitari in cooperazione internazionale: Costa D’Avorio e Cuba (finalista)
Parco le Navi – Campagna educativa “Squalo anch’io” e progetto “L’unica altenativa è l’educazione” contro l’utilizzo delta pratica del finning
Pesaresi – Progetto rivolto alla valorizzazione del capitate umano, in particolare mirato a supportare e favorire l’integrazione del dipendenti extracomunitari
Petroltecnica – Con il progetto C02=O, ha attivato azioni rivolte alla sostenibilità ambientale, in particotare il progetto di piantumazione nella foresta amazzonica boliviana
Scm Group – Attivazione di un programma di governance della responsabilità sociale in grado di coinvolgere: dipendenti, territorio, ambiente e comunità internazionale (vincitore)
Serint Group – Gestione responsabile e consapevole di ogni azione aziendale rivolta alla massima valorizzazione del capitale umano
Figli del Mondo, il motore
Da anni sensibilizza le imprese ad intraprendere progetti di responsabilità sociale
LA STORIA
– “Figli del Mondo” nasce nell’aprile 2002 come iniziativa non-profit promossa da un gruppo di imprenditori, dirigenti d’azienda e professionisti operanti nel territorio della provincia di Rimini. Si rivolge alle associazioni imprenditoriali, alle imprese, ad enti ed istituzioni, a professionisti e a privati che riconoscono il significato ed il valore di un modo diverso di fare impresa, in cui le capacità organizzative, progettuali ed economiche siano impegnate a favore di tutta la comunità.
– “Per Responsabilità sociale si intende l’impegno dell’impresa e, dunque, in primis dei vertici aziendali, a soddisfare in misura crescente andando oltre gli obblighi di legge, le legittime attese sociali e ambientali, oltre che economiche, dei vari portatori di interessi mediante lo svolgimento delle proprie attività”. La riflessione è di Molteni ed è fatta propria da Astorre Mancini, uno dei fondatori dell’associazione Figli del Mondo.
Afferma Mancini: “Ci sono aziende che vengono da noi e ci chiedono che cosa possono fare per essere socialmente responsabile. Abbiamo verificato che chi si impegna nel sociale, nel medio e lungo periodo, fa più utili. L’impresa non è un’isola, ma ha degli interlocutori. Interlocutori che hanno altri interessi e che vanno fidelizzati. Come? attraverso sentite e buone azioni sociali”.
“Figli del Mondo – continua Mancini, professione avvocato – propone tre motivi per cui attivare azioni di responsabilità sociale: per un’impresa oggi, un comportamento socialmente responsabile è un investimento strategico che concorre a creare profitto e competitività. Contribuendo infatti a costruire relazioni più responsabili e durature con gli interlocutori, l’impresa produrrà un plus valore per se stessa e per la società, il cui impatto economico sarà quantificabile nel lungo periodo.
Recupera e rafforza elementi fondamentali per la redditività d’impresa come: fiducia, rispetto, reputazione, motivazione dei dipendenti, soddisfazione e fedeltà dei consumatori e di tutte le altre parti interessate”.
“Per le piccole e medie imprese – chiude la riflesione Mancini – il fatto di ottenere una maggiore capacità di relazionarsi con il territorio locale, favorendo pratiche volte ad assicurarsi consenso ad operare, può tradursi in effettivi vantaggi.
Sviluppare un comportamento responsabile porta alcuni miglioramenti all’azienda:
aumenta la competitività in termini di maggiore qualità e sicurezza dei prodotti/servizi, risponde ai cambiamenti dei bisogni e delle aspettative, garantisce una forte e strategica coesione con i portatori di interesse che si relazionano con l’impresa, crea un ambiente di lavoro con una maggiore motivazione dei dipendenti e attira personale qualificato, favorendo una diminuzione del turnover, crea migliori relazioni con le istituzioni e comunità locali, concorre a creare e mantenere una maggiore reputazione e valore del marchio e dell’impresa”.
CURIOSITA’
Impresa etica, esiste il modello emiliano?
– Orientare e integrare i progetti e le azioni dell’impresa volti a preoccupazioni di carattere etico: dall’ambiente al rispetto dei lavoratori. E’ questo l’intento del sociologo bolognese Vittorio Capecchi nel libro appena pubblicato, “La responsabilità sociale dell’impresa”. La sua ricerca si “limita” ad analizzare il sistema economico emiliano attraverso una serie di cooperative aderenti alla Legacoop. L’esperienza di responsabilità sociale d’impresa evidenzia che si può stare sul mercato e fare utili, facendo una scelta politica di presa di distanza dal neoliberalismo selvaggio, integrando interventi che hanno validità etica, culturale e sociale. Questo per tutta la filiera, per il territorio, per l’ambiente, per chi lavora.
Il modello emiliano in un’epoca di globalizzazione e di neoliberismo dilagante è più difficile, rispetto agli anni Settanta dove veniva riconosciuta l’importanza di accompagnare lo sviluppo economico con quello sociale, culturale e politico. “Per il momento – dice Capecchi – purtroppo non vedo una grande attenzione alla responabilità sociale d’impresa da parte della nostra Regione e degli enti locali, quasi fosse considerata inevitabile la separazione tra economia ed etica, tra il fare impresa e scegliere contemporaneamente il modello di economia solidale”.