Io ogni giorno vo a lavorare
Come i miei m’hanno insegnato
Entro in fabbrica e attacco a sudare
Ma ogni sogno ho ormai scordato
Ho uno stipendio da privilegiato
1800 se ho molto sgobbato
sembrano tanti da viver agiati
una fortuna da privilegiati!
così che il mio bimbo al nido
non l’hanno voluto, non c’hanno sentito
perché è troppo quel che guadagno
anche se appena appena ci magno
Ah che bello ah che piacere
Tutte le tasse poi pagare
Dalla mia busta per magia
Neanche le vedo e me le portano via
Penso a quel povero albergatore
Viaggia col suv e sta in chiacchiera ore
Ma ha un reddito ‘si piccolino
Tocca al suo bimbo quel posticino.
Dai non può esser quel reddito basso
E poi è inutile che io m’incasso
Coi 1300 che ha denunciato
E’ già un miracolo che qui sia arrivato!
Penso poi anche a quel por imbianchino
Che è “imprenditore” e si sente di destra
Con tre vacanze in un anno porino
Dovrà pure aver il suo tempo di festa
Mica è cattivo se scorda il modello
È sol distratto e non va nel tranello
Che lui la ditta dovrebbe fermare
Se si sognasse le tasse a pagare
Ah che bello ah che piacere
Tutte le tasse noi pagare
Dalla mia busta per magia
Neanche le vedo, e me le portano via
E i “ricchi- tanto”, quale io sono
Per un documento da avere in comune
Fanno domanda e chiedon perdono
Per un permesso gli tolgon le piume.
L’imprenditor che “ti dà la vita”
Ti avverte tosto com’è la partita
“Lavora zitto e non ti assentare
che io alla porta ho la fila ad entrare”
E’ sempre in crisi per il tuo aumento
E a te chiede di non dargli tormento
Che è dura la vita, e lui rischia tanto
Che star con lui dev’essere un vanto
E se per te gli mancano gli euri
Lui compra lotti che sembrano feudi
Ma il suo reddito sfiora la fame
Ci toccherà portargli del pane
Ah che bello ah che piacere
Tutte le tasse poi pagare
Dalla mia busta per magia
Neanche le vedo, e me le portano via
E proprio lì cresceranno quartieri
Sui suoi mattoni metterà i daneri
Se la sua ditta dovesse andar male
Qualch’ente pubblico la dovrà salvare
Quelli in comune? L’ha detto Bonanni
Per lavorare non stanno nei panni
Forse il mattino potran non star bene
Ma poi a casa, il lavoro preme.
Tanto nessuno gli potrà mai far nulla
Il sindacato li ha nella culla
Ormai sol nel pubblico ha voce vaga
Ma nel privato più nessuno lo caga
Tristezza amara: ormai siamo in tanti
Noi che paghiamo e non abbiam canti
Solo repulsione, disprezzo e rabbia
Per chi dorata s’è fatta la gabbia
Ah che bello ah che piacere
Tutte le tasse poi pagare
Dalla mia busta per magia
Neanche le vedo, e me le portano via
Certo che sono un po’ inacidito
Certo che sono un po’ risentito
Vorrete mica i miei complimenti
Per stò regresso da incompetenti?
Basta furbetti basta corrotti
Qui gli attributi c’avete rotti
Ci vogliamo pur sempre sacrificare
Ma porca l’oca vogliam campare!
Se ci chiedete un sacrificio
Noi lo facciamo già dall’ufficio
Ma se la luna vi regalate
presto o tardi saranno mazzate
Basta coperte per gli evasori
Stop privilegi per voi signori
Noi siamo onesti nostro malgrado
Voi sol vigliacchi al massimo grado.
Ah che bello ah che piacere
Tutte le tasse poi pagare,
Se farem tutti il nostro dovere
Portare l’obolo sarà un piacere.
Fausto Nottiberti