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– Intervista a Giuseppe Ricci, direttore dello YouthfulArts Club L’ora di Luce.
Allora Giuseppe, come nasce L’Ora di Luce e perché questo nome?
“L’Ora di Luce nasce dall’incontro tra la volontà dei soci e amministratori della Coop. NelBlu di Cattolica ed un’idea. Agli impegni della cooperativa mancava quello continuo nel ramo culturale, così questa ultima ha deciso (tenendosi sempre defilata dagli aspetti comunicativi, organizzativi e finali del club lasciandolo al proprio spontaneo sviluppo), di creare uno spazio ed un progetto che potesse rappresentare almeno in parte la propria stessa “mission”. Il nome!?… ad ognuno la libertà di significare!”
Che cos’è L’Ora di Luce?
“Definire credo significhi ridurre e impoverire, ma tentando di ridurre la complessità posso solo riportare alcune delle sensazioni che sento esprimere. Per molti è un Club che come qualsiasi altro ‘luogo’ affiliato Associazioni Ricreative Culturali Italiane (Arci), è scaldato da sonorità ricercate e pozioni varie, per altrettanti è un ambiente provocante e stimolante, allo stesso tempo accogliente e rilassante. Per alcuni un contesto in cui è possibile trovare ed accedere alle varie forme di creatività striscianti nell’underground della nostra zona geografica, per altri l’opportunità di condividere passioni non estremamente diffuse nei classici ambienti ‘divertenti’.
Per alcuni poi, L’Ora di Luce è un personale quanto comune (ma non privato) laboratorio per esprimere, presentare e proseguire la propria ricerca creativa. E tengo molto a citarli sentendoli come coloro che mostrando le loro passioni e le loro creatività stimolano poi tanti altri a rendere visibili le proprie, sono: Lorenzo Anzini, Gianluca Magi, Massimo Drudi, Emiliano Michelini, Marta Mengozzi, Thea Crudi, Violemay, i ragazzi del Teatro dello “Scricchetto Produzioni” e lo scomparso caro cioccolatiere Alessio Dimieri. Cos’è poi, ancora, non saprei spiegarlo”.
Quali sono le situazioni che animano L’Ora di Luce?
“La Musica, è una passione cristallizzata, così molti propongono i propri gusti di genere colorando le serate mixando qualche disco, si ri-significa spontaneamente la classica figura del Dj avvicinandola a chi ascolta? che potrebbe essere il successivo oppure è stato il precedente a selezionare la musica della serata. Lo stesso discorso vale per la musica dal vivo, L’Ora di Luce non propone veri e propri concerti, ma particolari e minime performance adeguate al club, in questi casi molte band si trovano stimolate dal dover ri-arrangiare in nome dell’atmosfera e della struttura del club stesso.
Le arti figurative, sono poi fondamentali. Ad un anno dalla nascita hanno esposto circa quindici creativi: fotografia, pittura, scultura, video-art, animazione, cortometraggi. Spesso molti lavori esposti nascono direttamente all’interno del club, altre volte le performance eseguite lasciano semplici ma indelebili segni alla struttura.
Il Teatro, la compagnia “Lo Scricchetto Produzioni” inventa spontaneamente nuove rappresentazioni proseguendo la propria ricerca artistica già sperimentata in contesti come l’800 Festival.
La divulgazione ‘neo-culturale’ rappresenta poi l’onore del club, dalle serate di Animal Liberation alle degustazioni BioLogiche, passando per la proiezione di No Profit Video (reperibili dal web), dedicati ai temi che media come tv e giornali trattano solo in maniera superficiale e ‘aggiustata’.
Il web ha una buona importanza per il Club, attraverso lo spazio www.myspace.com/loradiluce è possibile visionare con anticipo gli eventi programmati, le immagini degli accaduti, ed ascoltare le sonorità che colorano il club.
Su tutto è l’apertura alle esperienze creative tutte a fondare il club, reading di poesia, concerti di musica rumoristica e sperimentale avvicinati a defilè di moda, sono di fatto situazioni che fino a pochi anni fa animavano i club delle capitali europee, oggi ogni nostro club svolge in qualche modo una ricerca. Infine, ogni forma di sperimentazione creativa è e sarà sempre dolcemente vagliata e ben accetta”.
Quale peso ha avuto la tua decennale esperienza come selezionatore musicale e collaboratore in altri club sommata a quella personale dello scrittore?
“Quella dello scrittore non ha avuto peso, è una passione ‘personale’. L’esperienza accumulata dai primi anni novanta è invece parte dell’attuale impegno. Nelle esperienze collaborative ho avuto la possibilità di conoscere quei principi che già al tempo muovevano i club esteri, su tutti la dinamica che pone al centro delle esperienze e situazioni del club qualsiasi frequentatore, tenendo presente che quest’ultimo appartiene al consorzio umano a cui tutti apparteniamo, quindi?”.
Un evento futuro che ti sta a cuore?
“Tutti godono della stessa importanza, ma credo sia molto sentito il concertino acustico che il cantautore di Rimini, Giuseppe Righini, terrà in tributo a Fabrizio De Andrè la notte tra il 10 e l’11 gennaio prossimo, significando i dieci anni della scomparsa di colui che Fernanda Pivano ha definito il più grande poeta italiano del 900”.