– Un Pd all’insegna dei boy scout. Ci sono almeno 4 esponenti: Alberto Gerini, Sara Zanni, Chiara Giannini, Daniela Cecchini.
Alla prima uscita ufficiale il Pd misanese si presenta con una selva di facce giovani, alcune sorprese e sfilacciato se non contrapposto tra le varie anime. Con ordine.
Il neo partito si è dato tre circoli territoriali: Misano Mare-Belvedere, Villaggio Argentina-Scacciano e Misano Cella-Misano Monte-Santamonica. In ogni circolo, un responsabile: Nicola Semprini (Misano Mare), il mitico Gianfranco Caldari (Villaggio) e Davide Siliquini (Cella).
La lacerazione nelle sedi territoriali è avvenuto sui nomi da delegare all’assemblea provinciale. Mentre nell’entroterra ci si è messi d’accordo sui nomi e non si è votato, non ci si è divisi, a Misano Mare, causa la lotta interna, si è presentata una lista affollata come viale Ceccarini a Ferragosto. Nelle votazioni del fine settimana del 24-25-26 gennaio, ce l’hanno fatta Alberto Gerini, Chiara Giannini, Doralice Trezzi, Ivan Semprini, Roberto Bertozzi e Sara Zanni. Per l’entroterra, liste bloccate: Antonio Magnani, Nadia Moroncelli, Daniela Cecchini, Francesco Della Rosa, Flavio Carlini, Brunella Migliorini, Marino Signorini, Paola Giannotti.
Come spesso avviene, ed anche a sorpresa, ci sono i grandi nomi che non riescono: i cosiddetti trombati. Va loro riconosciuto la forza di rischiare; neppure a Fellini garbavano i concorsi cinematografici. Sono usciti battuti dalle urne volti noti: Sandro Tiraferri (sindaco per due legislature e mezzo, nonché presidente di Hera), Angelo Ciaroni (vice-sindaco con Tiraferri) e Luigi Bellettini (attuale assessore al Turismo).
Nulla di male, in politica succede. Come diceva Kipling, sconfitta e successo, due impostori, vanno trattati alla stessa maniera: umiltà e voglia di risollevarsi. Per alcuni, la sconfitta non è solo il caso, ma dietro c’è anche la voglia di cambiamento, di girare pagina. Di una politica diversa.
Ma i giochi veri aspettano ancora tre passaggi stretti, pericolosi ed una sicurezza: comunque vada non saranno indolori. Nel senso che le varie anime del Pd si daranno battaglia. In pubblico col sorriso; dietro, nella trama, con il coltello tra i denti. Dal caso, dallo scontro, la storia insegna che escono personalità inaspettate. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole della storia, seppur circoscritta all’ambito misanese. Gli antichi erano solito sintetizzare: tra i due litiganti il terzo gioisce.
Si diceva altri tre passaggi. Il primo, è l’elezione del segretario (al momento di andare in stampa sembra che la scelta avvenga l’8 febbraio). Anche su questo circolano più nomi: Nadia Moroncelli (segretario del Ds uscente, sostenuta da buona parte dei diessini), Alvio Semprini (diessino gradito alla Margherita e a una piccola schiera di Ds). Poi si fanno altri nomi: Alberto Gerini (Margherita), il giovanissimo Roberto Bertozzi. Ma le vie della politica sono infinite.
Il secondo passaggio. Si tratta della segreteria del Pd. Di vedere chi ci andrà. Dalla sua composizione si capiranno gli equilibri misanesi e gli assetti futuri del potere.
Il terzo passaggio, sarà la candidatura a sindaco nel 2009. Le voci affermano che se il segretario è un Ds, il sindaco toccherà ad un uomo Margherita (Stefano Giannini in pole position). Viceversa, se il segretario sarà cattolico, il sindaco toccherà ai diessini (Magnani ha molte chance).
In ogni caso si esce da una certezza, la politica misanese negli anni a venire sarà molto combattuta e contrastata. E spesso assumerà anche aspetti non proprio da educande.
In comodo, i cittadini possono tagliare la testa al toro e imporre attraverso il voto una politica che metta l’uomo al centro. Che la politica sia idee, equilibrato sviluppo economico, civiltà e rispetto alto. Alla danese. Se solo Dio può togliere, recita lo scrittore francese Schmitt, i cittadini possono dare. La società migliore risiede in loro.