– Un pomeriggio degli anni Sessanta (’63 o ’64), con i soliti amici del Caffè dell’Angelina in via Matteotti, parlando delle distrazioni dei giovani del passato, si viene a parlare del ‘gioco della lippa’ che coinvolgeva un gran numero di ragazzi. Sono con me Agapo Marchini, Giuseppe Pasini, Aurelio Signorini ed Edoardo Conti.
Qualcuno ad un certo momento suggerisce l’idea, subito approvata da tutti, di organizzare un torneo coinvolgendo la maggior parte possibile dei giocatori di un tempo, nelle stesse squadre corrispondenti ai vari rioni cittadini: le Casette, il Ventena, l’Abissinia (zona in fondo via Carducci), il Guazzo e il Porto.
Si dividono gli incarichi per contattare i giocatori, richiedere a enti e ditte gli omaggi per le premiazioni e il disbrigo delle pratiche necessarie per ottenere le autorizzazioni e per l’occupazione dell’intera piazza del Kursaal. Si decide di organizzarlo per la primavera, quando la città si anima per l’arrivo dei primi turisti svizzeri e tedeschi.
Le regole e le inflessioni dialettali con le quali i giocatori si esprimono durante la gara, variano di zona in zona. Gli attrezzi: al bach, una piccola mazza di legno rotonda lunga circa 50 centimetri (per l’occasione fatta al tornio da Luciano Semprini), e la lepa, un tronchetto cilindrico di legno più sottile e arrotondato nelle due estremità, lungo circa 15 centimetri che si pone a terra sopraelevato da un lato.
Con al bach bisogna colpire una delle due estremità appuntite della lepa, in modo che questa possa sobbalzare in aria e quindi ricolpirla violentemente al volo cercando di scagliarla verso il bersaglio della squadra avversaria, nel frattempo rintanata in un cerchio tracciato sull’asfalto, gridando “vot?” (la vuoi?) a cui risponde la squadra avversaria col grido “venga!”.
Applauditissime le squadre, in modo particolare quella del Porto i cui elementi si presentano nella tipica tenuta dei pescatori.
L’enorme successo ottenuto, la massa di pubblico intervenuto (che ha semitravolto anche la nostra postazione radio approntata al centro della piazza), ha spinto i funzionari del Comune e dell’Azienda autonoma di soggiorno, di proporre la ripetizione del torneo per l’anno seguente aprendo di fatto la nuova stagione estiva.
La proposta non viene accettata dal gruppo organizzatore, in quanto per il suo svolgimento anziché la piazza del Kursaal, veniva concesso il campo sportivo, che all’epoca si trovava isolato tra i campi della periferia.