IL FATTO
La storia si ripete: i riccionesi in chiave anti-riminese. Nell’atto sta il senso del boom economico
– Il motivo dominante della politica di Riccione degli ultimi 100 anni si svolge tutta in chiave anti-Rimini: nel bene come nel male. Ci si è affrancati dal Comune di Rimini nel 1924; i 20 anni del governo Pierani furono tutto contrapposto al capoluogo. Che scintille nel Pci e sulla stampa locale. L’ultimo atto, un colpo di coda che ha fatto ribollire il sangue del presidente della Provincia Nando Fabbri, risale allo scorso 22 maggio. Relatore quella bella mente del vice-sindaco Lucio Berardi, il Pd riccionese presenta un ordine del giorno sull’inceneritore di Coriano che sconfessa quanto deciso dalla Provincia di Rimini e dagli altri 20 comuni del territorio.
Un ordine del giorno dagli orizzonti alti quanto civili, che sembra voglia essere adottato anche da altre cittadine della Valconca. Insomma, Riccione e la Valconca contro la politica di Rimini e della Valmarecchia. C’è qualcuno che tra il serio e lo scherzoso ipotizza anche la creazione di una nuova provincia con capoluogo Riccione, con tutta la vallata del Conca alle spalle come territorio.
Quello di Riccione è un vero e proprio piano alternativo in 4 punti. Il primo, incrementare la raccolta differenziata porta a porta.
Il secondo, più le famiglie differenziano e meno pagano.
Il terzo, costruzione immediata del trattamento meccanico biologico, ovvero un impianto capace di separare il rifiuto; con la piccola percentuale inutilizzabile da portare ad incenerire, o in discarica. Si potrebbe arrivare all’80%. Tale tecnica in alcuni posti dell’Emilia già si fa.
Il quarto punto, la quarta linea dell’inceneritore (170.000 tonnellate l’anno di capacità) si fa ma deve essere abbattuta l’obsoleta terza.
Il rivoluzionario ordine del giorno è stato approvato con l’astensione dei Verdi ed il no del centrodestra.
Mario Galasso, assessore riccionese all’Ambiente, nonché presidente provinciale dei Verdi, argomenta sul loro voto: “Questo Piano è rispettoso dell’ambiente, economico e con lo sguardo rivolto al futuro. Ci siamo astenuti sulla costruzione della quarta linea delll’inceneritore di Raibano. Se portiamo la raccolta differenziata all’80 per cento, la costruzione del nuovo forno non serve. Ci potremmo tenere la terza linea apportando le giuste modifiche. Capisco che per il Pd è un passaggio epocale, ma ci vorrebbe ancora un po’ più di coraggio. I moderni inceneritori, come sostiene lo scienziato Stefano Montanari, producono nano-particellle che la pelle non riesce a schermare. Penetrano nell’organismo e possono procare tumori”.
Insomma, la partita inceneritore assume nuovi sviluppi. E tra 9 mesi il presidente Fabbri scende dalla Provincia.