– Maurizio Ermeti, già presidente dell’Associazione albergatori di Rimini intervista Giancarlo Ciaroni, presidente della Legacoop della provincia di Rimini. Il punto centrale è il Psc (Piano strutturale comunale) di Rimini e il futuro del turismo.
Alcune valutazioni sul sistema economico riminese?
“Il dato che emerge è che nonostante tutto, siamo in presenza di una tenuta. Tuttavia, vanno colti alcuni segnali di deterioramento nei settori maturi e nel turismo, di una progressiva perdita di competitività, nonostante gli sforzi.
Alcuni degli investimenti, pubblici e privati, realizzati per arginare questo decadimento, sono consistenti ed importanti e sono quelli che hanno consentito in qualche modo di contenere l’arretramento.
Ora, ciò non è più sufficiente, bisogna trovare gli strumenti e i modi per fare un salto di qualità e realizzare una riqualificazione diffusa.
Nel Forum delle associazioni di qualche anno fa, ho sottolineato che alla città serviva un ripensamento strategico.
Il tema della mobilità e dell’accessibilità è centrale, bisogna avere il coraggio di cominciare a dare risposte che sono fatte di innovazioni coraggiose.
Per esempio sul porto e sul lungoporto, abbiamo fatto un convegno che ha messo insieme la pesca, la nautica, la cantieristica, i servizi; l’Amministrazione Pubblica ha sostenuto che c’è la possibilità di fare rivivere la città collegando queste zone (il lungomare, la spiaggia, il porto, il corso d’acqua) al Corso d’Augusto, recuperando questo elemento come ricucitura della marina e della città e della sua storia.
La città è in una situazione che necessita di compiere un balzo, creare alcune discontinuità, ripensarsi con coraggio e determinazione, con chiari obiettivi strategici”.
Paradossalmente nel tentativo di salvaguardare l’interesse di tutti, o alcune parti, in realtà non si affrontano i problemi.
“I problemi si aggravano. Il tema della mobilità e della raggiungibilità della nostra destinazione è centrale, in presenza di eventi fieristici e non (magari concomitanti) il traffico e la viabilità vanno in tilt. I Palazzi dei Congressi di Rimini e Riccione rappresentano importanti investimenti che vanno a completare l’intervento di infrastrutturazione che fa del territorio una destinazione strategicamente forte nel comparto fieristico e congressuale. Ma, queste strutture devono essere accompagnate da adeguati interventi sulla viabilità”.
Il comparto turistico?
“Innanzitutto la riqualificazione attraverso gli accorpamenti, modificando alcune forme di ricettività in direzione di maggiori specializzazioni. Gli accorpamenti potrebbero, in qualche caso, mantenere frazionate le proprietà, ricercando forme di aggregazione che riescano a ridurre l’impatto e il costo dei servizi.
I turisti che vengono dalle città italiane ed europee, vogliono trovare più verde, meno traffico, un ambiente più sano, confortevole, rilassante.
Se vogliamo rilanciare il turismo, occorre puntare sulla riqualificazione del territorio e della struttura ricettiva. Penso ad esempio che l’altezza dei fabbricati non sia un problema, se invece di cinque o sei strutture basse che consumano territorio, se ne fa una recuperando la metà dello spazio a verde e a servizi”.
C’è il tema dell’ambiente percepito.
“Veniamo percepiti come una città per la vacanza, cerchiamo di espandere o di far crescere questo effetto in positivo, creiamo la città che sia davvero all’avanguardia dal punto di vista della qualità dei servizi e in grado di offrire per 365 giorni all’anno risposte adeguate.
Siamo a 3 ore da Milano, a 6/8 ore da molte capitali europee; serve un sistema ferroviario che funzioni ed il rilancio del nostro aeroporto potrebbe consentire di ridurre ulteriormente questi tempi.
Le ferrovie veloci non si possono limitare a fare Bologna-Firenze-Roma, dobbiamo fare una battaglia per avere anche sul corridoio adriatico una direttrice che consenta di arrivare in tempi europei”.
Riguardo all’entroterra?
“La viabilità non è problematica solo nel centro urbano. C’è un problema generale di messa in sicurezza e di riqualificazione delle frazioni, di mantenimento delle aree rurali, di recupero e miglioramento del verde.
Il territorio ad uso agricolo va conservato bloccando le spinte edificatorie e la speculazione”.
E sui prodotti agroalimentari? Vino, olio?
“C’è un rischio molto forte, che è quello derivante dalla bassa redditività dell’impresa agricola e di quella riminese in particolare.
È il caso in particolare del vino, dove la bassa remunerazione delle uve ai viticoltori non consente margini di redditività d’impresa per garantire continuità produttiva, investimenti nei vigneti e rinnovamento generazionale.
Se dalle nostre colline venissero meno l’ulivo e la vite, andremmo a degradare uno splendido paesaggio dove i vigneti e gli uliveti si affacciano sul mare.
La tutela del territorio, il rilancio delle nostre produzioni agricole ed in particolare del vino riminese, passa necessariamente attraverso politiche di promozione, valorizzazione, commercializzazione dei prodotti per garantire adeguate condizioni di reddito ai produttori”.
Il tema sicurezza?
“Quando chiediamo il rafforzamento delle forze di sicurezza, lo facciamo alla luce della natura turistica della città, di una città vocata all’accoglienza tutto l’anno e del fatto che in estate la costa riminese assume la valenza ed i numeri di una città metropolitana”.