LA RIFLESSIONE
Cosa ancora rimarrà
Accadrà di questa
Notte schiattata?
Cosa accadrà in questa
Notte schiantata
Dalla polizia misurata e disegnata?
Intorno alle sagome stanno
Come stelle esplose le torce
Bruciano l’asfalto
Teli d’argento coprono
Ali e oro giovane
Coprono notte e gelo
San Giovanni
Nel compianto sul Cristo morto
E’ la notte sull’asfalto
Statua davanti alla serpe
Testimone dell’oro giovane
Si scioglie
Frantumata spigoli di vetro
Dispersi sull’asfalto
Ascolta l’ultimo petto
Intermittenze di frecce
Annuncio di false albe
Asciutto sangue
L’aria sbattuta spara
Urti come rintocchi
Notte che urla
Quanto costa il sangue
Al mercato nero delle discoteche?
Quanto il cuore giovane?
Profili freddi
Mani ferme
Corpi gomitoli
Il racconto dell’alba
Un coro di sirene
Autoambulanza e polizia
Canto giovane
Profilo adolescente
A gruppi a comitive
E’ gioventù nostra
Sono figli nostri
Anima anima
Come oceano la notte
Inghiotte l’alba
Icaro cade
Dedalo dorme
Non ha più desiderio
D’insegnare
Sono sostanze MDMA
Chimica socializzante
Che rende carezza
Estremamente liberi
Sicuri nel gruppo
Leggeri
Noi grandi adulti accucciati
Nella notte fermi ad aspettare
Noi davanti ai televisori
Mamme in attesa
Rumore di motore
L’aprire della porta
Mamme con il cuore
Batte nella testa
Nelle viscere
Posacenere e cenere
Dormiveglia
Notte cocente
Cosa ancora rimarrà
In questa notte schiantata
Di atroce e dolorosa?
Può, questo dolore
Chiedere alla politica
Di occuparsene?
Può, questa tragedia
All’economia chiedere
Maggior Etica?
E questa croce
Chiedere pietà
Per il dolore!
Questa guerra
Si tiene sull’asfalto
E’ tenero è il cuore
Noi, dovevamo raccontare
Che si può raccontare
A se stessi il proprio racconto
Noi, dovevamo
Non è vero che ci chiamiamo
“Nessuno”
Vero è che ci sentiamo
“Nessuno”
Parole non raccontate
Vestono il corpo
Comunque è carnevale
Metamorfosi trasformarsi
In cerca di cuore
Su cui disegnarsi
Si sentono protetti
Nella notte i giovani
Così come i poeti
Ci vanno dentro
Con il cuore
È una eco
Le nostre parole
Senza eco
Parole false
Presi come siamo
Da altro
Da altro da “noi”
Il “noi” è un arido
Giardino asciutto
Il ricordo di una foto
A centinaia i ragazzi aspettano
Il blu line che li porti in discoteca
Seduti sui marciapiedi fumano
Stanno in mezzo alla strada
Appena arriva il bus
Inizia il ritmo la strada balla
Attendono per andare in discoteca
A gruppi parlano. Bevono.
Si ride. Le ragazze si danno un’aggiustatina
Ogni tanto un coro
I ragazzi inneggiare alla figa
Poi un tifo da stadio
Stanno fitti fitti
Dentro gli angoli
Davanti alla stazione
Quando arriva il bus è preso d’assalto
Un urlo continuo spintonarsi
Chi rimane a terra prende a pugni le fiancate
Ci si ricompone in gruppi
Gli elastici delle mutande
Come neon hanno varie griffe
Comunque vince D&G
Stili creativi
Capelli disegnati
In un angolo del parcheggio
Si rullano canne
Stanno insieme i ragazzi
Davanti alla stazione aspettano
Corpi stretti vestiti stetti
Bevono bottiglie strette
Davanti alla stazione sostano
I bus con i motori accesi
L’aria è un topo
Sotto alberi di tigli
Tra la siepe di pittospero
E pini marittimi
I nostri ragazzi
Si cambiano. Si pettinano
Chiedono agli amici
Di essere specchio
Le ragazze siedono
Sulle ginocchia del ragazzo
Alcuni stanchi di aspettare
Contrattano con il taxista
Il bar per paura chiude
Durante il giorno
Si adattano alla vita
Di notte si accomodano
La notte raccoglie
Come il nido accoglie
La fatica del volo
Che la notte muta
In un lasciarsi andare
Subwoofer subwoofer
Emozionante tenero cercato
Quel lasciarsi andare
È voglio essere eroe!
È voglio essere capace!
Essere all’altezza
Sono passato dalla
Mia camera a questa
Notte. Ho incontrato
Poche persone. I miei
Non a pranzo ma solo
A cena. Poi la mia
Camera e la mia TV
La TV di mamma accesa
In cucina. Quella del babbo
Accesa in sala. Vita trasmessa
Figli non più
Governati dalla terra
Piegati tirati
Per i capelli
Come il maestrale
Con i pini
Uguali per essere
Sentirsi fortezza
A proteggersi dal muto
Mondo che intorno
Gira con l’affetto
Di parole distratte
Figli non più
Governati dalla carezza
Del palmo della mano
Figli non più.
Intagliati e ritagliati
Adesso nella rete
Del tempo pizzicato
Mai lento mai disteso
Pizzicato schiatta
Caronte martella
La serpe attorciglia
Freni frizione acceleratore
Hanno le ali
I piedi hanno le ali
Sulla pedaliera
La pressa dello schianto
Accartoccia il tempo
Sui profili d’oro
La pressa dello schianto
Forma il silenzio
Ferma il tempo
Sui profili d’oro
Del Giovane oro
Ma quanto costa questa notte ?
Quanto, al mercato nero del divertimentificio?
Lontane da altre parole
Quelle ascoltate dal sabato notte
Custodite nelle auto
Desiderate per una settimana
Sono nel cruscotto luccicante
Sostano tra i piedi queste parole
Mentre le solletico tra i pedali
Nessuno mai viene
Tra le parole dei miei piedi
La strada l’asfalto i subwoofer i miei amici
Ci facciamo le parole le buttiamo giù
Tutte racchiuse rinchiuse quando arrivano
Nello stomaco vanno nel sangue
Nessuno mai si vede dalle parti del mio stomaco
Nessuno mai che ci parli che incontri
Queste mie parole che buttiamo giù
Nello stomaco. Nella turritella
“Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi [?]” san Paolo (15,4-9).
Pasquale D’Alessio