– La Fiera di San Gregorio è una delle più antiche d’Italia. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi. E su queste si possono avanzare solo delle ipotesi; si possono fare delle supposizioni.
Credo che vada anche sfatato il luogo comune che faccia partire la fiera insieme all’abbazia di San Gregorio. E’ documentato che prima ancora della costruzione del prestigioso impianto religioso, Morciano era già considerato forum, cioè un centro di mercato.
C’è un altro indizio e risale al 1084. Morciano era sede di contea e lo afferma anche Luigi Tonini nella sua monumentale storia di Rimini. La contea era denominata come San Giorgio in Conca.
Se consideriamo che dal V, VI secolo fino all’XI, salvo rare eccezioni, i mercati erano prerogative delle pievi, non si esagera a datare la fiera morcianese in quei secoli.
Alessandro Sistri, studioso morcianese, ha scritto su una guida del territorio provinciale, che le fiere sono rituali e che potrebbero, le radici, affondare anche ai tempi delle età del Bronzo e del Ferro.
Va ricordato che nella Piana di San Pietro, ai piedi di Gemmano, passava, molto probabilmente, una delle strade più importanti dell’Italia del nord che collegava Roma. Quella strada, lo storico Alfieri l’ha definita preistorica.
Altri indizi che ne attestano l’antichità sono rappresentati dai fichi e dalla porchetta, due specialità legate all’evento. I fichi ci riportano alla civiltà greca.
L’anno scorso, l’editore Panozzo ha ristampato un libro sulla storia della porchetta. Porchetta che avrebbe le sue origini tra i Celti e che l’area di riferimento delle nostre zone è quella Morcianese. Anche il grande intellettuale corianese, Giovanni Battarra, magnificava la porchetta di Serbadone; a suo parere era tra le migliori.
Dunque, nulla vieta di pensare che la fiera sia anteriore alla costruzione del complesso abbaziale di San Gregorio.
di Mario Garattoni