– Marco Simoncelli: poco più di 20 anni, 1,83 cm di altezza, 72 chilogrammi di peso, un linguaggio spigliato e colorito, come i ragazzi della sua età. Ed è spigliato e colorito anche in moto. Non a caso ha grandi affinità, fisiche e non, con quel funambolo di Valentino Rossi e molto poca con i piloti musoni, divette e che se la tirano. Quest’anno ha fatto proprio il mondiale 250, entusiasmando come solo i grandi sanno fare.
Giovanissimo, ma già un veterano delle due ruote. Ha debuttato nel motomondiale, Aprilia 125, a 15 anni, il premio per aver vinto il Campionato Europeo. Seppur con grandi aspettative, viene da due stagioni nel motomondiale 250 con più grigi che colori. Il 2008, si presenta all’insegna del: o dentro o fuori del grande giro.
Agli esordi, era uno dei piloti di punta dell’Aprilia 125 ufficiale e ragazzo prodigio della carovana. Sempre con i primi e due vittore mondiali.
Quali sono le piste che più le piacciono?
“Quelle dai curvoni veloci, da 170-180 all’ora, dove ci vuole il pelo per entrarvi. Dove il pilota riesce a fare la differenza. E godi quando entri forte in quella curva. I miei posti giusti sono: Jerez (Spagna), Assen (Olanda) e Phillips Island (Australia)”.
Che cosa le dicevano gli amici del Liceo al ritorno dalle gare?
“Nulla di particolare; erano contenti per me”.
Chi sono i suoi amici?
“Quelli delle elementari: Baffo, Mattia”.
C’è la paura in moto?
“In corsa mai; c’è quando stai per cadere e cerchi di non andarci per terra. Invece, quando sei in moto pensi solo ad andare più forte possibile, altrimenti non riusciresti ad andar forte”.
Quali sono i suoi hobby?
“Fare il cross in moto, andare in bici e le ragazze”.
Come si allena?
“Per la 125, dove non ci vuole forza ma fiato, andavo in bici da strada; 4-5 uscite la settimana per 80 chilometri per volta. Nelle 250, alla bici, ho affiancato la palestra per avere più forza nelle braccia”.
Quando ha iniziato?
“Con le minimoto a Cattolica. Avevo 7 anni. A 8 mi hanno regalato la prima minimoto. Tra le minimoto ho vinto dei titoli italiani, due volte secondo e secondo anche nell’europeo. A 14 anni è avvenuto il salto nel campionato italiano e Trofeo Honda col team Matteoni. Cadevo molto e Matteoni mi consiglia di piegare meno rispetto alla minimoto. A 15 anni faccio l’europeo: una vittoria e tre secondi posto”.
Nel motomondiale quali sono gli amici?
“Vado molto d’accordo con Valentino; ci troviamo abbastanza bene come carattere. Il mio amico migliore è Alex Baldolini, un ragazzo di Pesaro”.
E Biaggi?
“Più simpatico di come si presenta in Tv”.
Cosa vuol dire mettere a punto la moto?
“Il pilota deve essere bravo a raccontare le sensazioni che prova ai tecnici. Magari ci sono due soluzioni e sono i tecnici e decidere come muoversi. In questo Valentino è un autentico maestro”.
Che cos’è il talento?
“Il talento lo hai dentro. Magari alcuni piloti lo tirano fuori prima, altri dopo. Per me però conta più il fattore mente rispetto a quello naturale”
E Rossi?
“E’ un caso a parte. E’ un talento innato ed ha molta testa. Scherza, ride in griglia, ma quando si infila il casco ha una capacità di concentrazione come nessuno”.
Che cosa voleva diventare nella vita?
“Il pilota, da quando vedevo le gare in Tv”.
I suoi sogni?
“Vincere il mondiale nelle 250 e fare il salto in Moto Gp”.
Qual è il complimento che più le piace?
“Sono fiero quando dicono che il successo mi ha lasciato tale e quale a prima”.
Che cosa si porta della Romagna in giro per il mondo?
“La piadina”.
In quale team si mangia meglio?
“Da Matteoni si mangia da dio. Ha una ‘arzdora’ come cuoca”.