LO SPORT
– La Sr Morciano (Sr sta per Stella Rossa e più avanti ne vedremo il perché) si è attrezzata per il salto in Prima categoria. Ha un nuovo allenatore, Stefano Bartolini (provenienza dalla Tre V), con le fasce come per del suo gioco. E 6 nuovi giocatori: Guido Salerno (d), Fabio Vecchiola (c), Mirco Ricci (d), Manuel Amati (a), Francesco Benedetti (c) e il morcianese Matteo Zanza (p).
Con quel suo sorriso scanzonato, l’ambizioso progetto lo ha raccontato il presidentissimo Ennio Tagliaferri durante la presentazione del suo squadrone lo scorso 8 agosto presso il Circolo tennis gestito da Lauro. Per la squadra, per i dirigenti, per gli ospiti, una serata all’insegna dell’allegria ed il pesce cucinato dal riccionese Marino. Roba da leccarsi i baffi. La serata, per volere della dea bendata (vedasi Marino), è stata trasmessa per 4 minuti e mezzo sul tg di Studio aperto.
Afferma Tagliaferri: “Abbiamo costruito una squadra per tentare il salto. Dal nostro punto di vista abbiamo con noi ragazzi di prima grandezza con i quali fare il salto. Ma come gli appassionati sanno, è il campo l’arbitro indiscusso. Vedremo se la fortuna sarà al nostro fianco. Per essere a posto stiamo cercando una punta”.
In squadra ci sono 5 morcianesi: Giuseppe Celli, Andrea Pagnoni, Ginaluca Bartolini, Matteo Zanza e Filippo Balducci. Insieme ai ragazzi che scendono in campo, protagonisti indiscussi della Sr Morciano sono i dirigenti. Hanno quasi tutti calzato la mitica casacca. Sono degli appassionati scanzonati, con uno stile molto morcianese: un po’ indefinibile. L’unico a venire da fuori è il cattolichino Massimo Fronzoni, un ex giocatore rimasto a fare il dirigente. Un grazie va anche ai due sponsor storici: Fom Industrie e Moca.
La Stella Rossa viene fondata nel ’75 su idea di Ennio Tagliaferri, Enrico Pecci e Massimo Bernardi. Tagliaferri primo presidente, era una piccola armata brancaleone che si divertiva disputando i tornei dei bar. Aveva l’ambizione di far tirare quattro calci al pallone agli amici dal talento non proprio eccelso, ai quali era vietato il Morciano Calcio. In quegli anni, i giocatori si comperavano le divise con i propri soldi e spesso di andava in campo con pantaloncini diversi, tanto per dare un tocco di sano colore
Va per campi sterrati non meno che affascinanti fino all’82, anno in cui intraprendono la Terza categoria. Nei 7 anni, mettono in bacheca un torneo dei bar.
Tra i tanti episodi curiosi, quello meno noto risale al 1989. Si gioca sull’ostico campo del Torconca, una società per molti versi nello spirito sorella della morcianese. L’arbitro riminese Mario Ronchi fischia un rigore contro nato da un’azione fallosa. L’arbitro viene picchiato. Conseguenze: 6 milioni di multa, 5 anni di squalifica a 4 ragazzi e 5 anni di stop anche per il presidente Tagliaferri. Non manca il bel gesto: si chiede scusa all’arbitro.
Tagliaferri, eccetto quel lasso di tempo, è il presidentissimo; iniziò a 21 anni. Hanno indossato le divise rosse, o bianco e rosse, diventate mito, centinaia di morcianesi. E molte decine di dirigenti.