– Come sono andate le primarie cattolichine per l’elezione del segretario del Partito democratico?
I numeri
Hanno votato in 956 (nell’ottobre scorso per il segretario nazionale votarono in 1.336), 380 in meno pari a -28,5% (-85 votanti nel seggio del centro, -232 Macanno-Ventena e -63 a Torconca). Quest’ultima roccaforte ha visto la partecipazione di appena 97 elettori. Il Pd non li entusiasma? Ricordiamo che i votanti potenziali a Cattolica sono circa 14.500.
C’erano ben 105 candidati che, insieme ad uno scontro “reale” all’interno, ha alzato la percentuale di votanti. Ma questo solo in relazione ai risultati delle altre città della provincia. Questo pizzico di pepe in più non faccia dimenticare il baratro che sempre più separa i cittadini dai partiti (tutti) e dai Palazzi della politica.
Alessandro Belluzzi, 27 anni, diventa segretario con 524 voti (57,46%) a spese del “rivale” Marco Tamanti (388 voti pari al 42,54%). Un distacco di 15 punti.
Il Comitato di circolo è formato da 34 uomini e 34 donne eletti, ai quali vanno aggiunti 5 membri di diritto: il segretario (Alessandro Belluzzi), il sindaco (Pietro Pazzaglini), il capogruppo consigliare del Pd (Roberto Bannini) e i tre eletti ad ottobre per il direttivo regionale (Alba Di Giovanni, Monica Perlini, Alberto Cenci – Quest’ultimo era candidato a sindaco con una lista civica contro Pazzaglini nel 2004). Totale di questo mastodontico organismo 74 membri. Il gruppo che sostiene il Belluzzi si è “pappato” ben 60 seggi. Al Tamanti sono rimaste le briciole: 14 membri.
Ci si chiede: c’è stato il cambiamento?
Nel direttivo si ritrovano 9 consiglieri di maggioranza su 12, il sindaco e 5 assessori (Giuseppe Prioli, Alba Di Giovanni, Antonio Ruggeri, Alberto Cavoli, Salvatore Epiceno). I due lasciati fuori appartengono ad altri partiti (Marcello Mazza dei Socialisti e Giovanni Ruggeri della Lista Micucci). Dunque hanno fatto tombola. Poi a parte qualche volto nuovo, spesso molto famigliare (nel senso che è parente stretto di qualcuno), si sono ricomposti gli organigrammi dei direttivi e segreterie dei disciolti Ds e Margherita.
Si aggiunge alla compagnia Carlo Bulletti che è passato da candidato a sindaco del fronte di centrodestra (elezioni 2004) a membro del direttivo provinciale del Pd.
Riflessioni
Quasi intere famiglie in lista, soprattutto in quella delle donne: mogli, madri, figlie e via parentando. Questa forzatura nell’applicare le pari opportunità è un fatto di democrazia sostanziale?
L’apparato ancora esiste e i “tamantini” lo hanno pagato sulla loro pelle. Anche se il trio Tamanti-Gabellini-Gottifredi, a parte l’età anagrafica, ne hanno combinate parecchie nel sostegno di questa giunta. E’ sui fatti che si misura la discontinuità e il rinnovamento. O no?
Dunque, dopo un periodo di divisioni, “rotture” e polemiche, tutti i pezzi si sono ricomposti in questo nuovo partito. Si sono affacciati nomi nuovi, a partire dal segretario, ma sono stati confermati tutti quelli che contano della precedente “nomenclatura”. C’è del vecchio, del seminuovo, del lavato con Perlana, del nuovo controllato, c’è del nuovo e anche tante comparse.
Tutte le beghe e divisioni, presunte o reali, si ritrovano tutte lì come prima. Perché l’ora d’aria è finita: adesso c’è chi ha vinto e c’è chi ha perso. In ultima sintesi ha vinto l’asse Pazzaglini & Prioli, che sono stati un passo indietro dalla mischia.
Solo alla vigilia del voto la stampa riportava affermazioni di questa natura: “I giovani del Pd stanno con Tamanti. Noi crediamo nel Pd perché abbiamo contribuito a crearlo e non perché ‘ci hanno messo'” (evidente il riferimento al vetriolo al Belluzzi). Rispondeva Roberto Campolucci: “Non mi sembra che i membri dell’altra lista stiano contribuendo a creare un terreno fertile per la nascita del Pd. … Belluzzi è la vera espressione di quello che il Pd vuole rappresentare”. Il suggello lo dava Corrado Piva: “Gottifredi parla come una meteora spenta a livello politico. Tamanti non mi pare proprio un uomo nuovo”.
La cosa che lascia perplessi è che non si capisce su che cosa siano divisi. Si parla del contenitore (partito Pd) di generici contenuti… ma sulla sostanza, quella che coinvolge le scelte di politica amministrativa sono tutti d’accordo. Adesso per qualcuno l’ultima speranza sono le primarie per la candidatura del sindaco. Ma come si fa ad impedire a Pazzaglini di tentare di fare il bis senza delegittimare tutta la coalizione, cioè se stessi?
Conclusione
Allora non è successo niente? Uno scossone, anche se limitato, c’è stato. Ma lo scossone più forte viene da fuori dalla società civile. I partiti se vorranno sopravvivere dovranno cambiare parecchio. L’esigenza di una vera questione morale e di una reale partecipazione non farà più sconti. A nessuno.