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Home Rubriche L'inchiesta

Vita: più crescita, meno benessere

Redazione di Redazione
10 Ottobre 2008
in L'inchiesta
Tempo di lettura : 4 minuti necessari
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Vita: sempre più ricchezza, sempre meno qualità

Per eco-compatibilità la provincia di Rimini è al 103° posto

– Il benessere dell’individuo non passa solo dalla crescita. Ad un certo punto più una comunità moltiplica i beni di consumo e più diminuisce la qualità della vita. Per condizione ambientale la provincia di Rimini veleggia al 103° posto tra le province italiane (è all’11° per Pil, Prodotto interno lordo). “Se ne rende conto anche un bambino ma gli adulti non fanno granché”, afferma Stefano Zamagni, riminese, preside della facoltà di Economia e commercio dell’Università di Bologna, uno tra i massimi esperti di cose economiche al mondo.

Non solo Rimini
“Il dato non è solo tipico di Rimini – argomenta il professor Zamagni – ma riguarda tutto l’Occidente. Ed è noto come paradosso della felicità, enunciato per la prima volta nel ’75 dall’economista Richard Easerling; lo presero in giro, Oggi, è un fatto riconosciuto. Bisognerebbe vedere come la si scrive la relazione tra Pil (Prodotto interno lordo) e qualità della vita rispetto ad altre province. E solo allora si potrebbe dire se Rimini è peggiore di Bologna, o Modena. Oramai anche i bambini sanno che la qualità della vita si è abbassata. E’ un fatto universale ed è un paradosso (dal greco, sorpresa). Per decenni siamo andati avanti col fatto che l’aumento del Pil avrebbe comportato la qualità. Il Pil misura la produzione di beni e servizi che transitano per il mercato e che ognuno di noi consuma. Quando il livello dei consumi sono bassi ed il Pil aumenta la conseguenza è che cresce la qualità della vita: più cibo, più medicine, più vestiti. Invece, oltre una certa soglia, alla crescita del reddito, decresce la qualità della vita dell’individuo. L’esistenza non dipende solo dal vestiario, dal cibo, ma dalle relazioni. Ad una crescita eccessiva del reddito, diminuiscono i beni relazionali.
Credo che vada cambiato il metodo di valutazione del Pil; devono essere inseriti i beni culturali, le relazioni interpersonali, quelle sul luogo di lavoro. Dobbiamo cambiare la nostra mappa cognitiva; se non capiamo questo sarà sempre peggio”.

Anni ’80
La svolta, più Pil meno qualità di vita, nella provincia di Rimini, risale alla metà degli anni ’80. Da allora la forbice si sta allargando. Afferma Cesarino Romani, assessore provinciale all’Ambiente: “Gli indicatori che mettono in relazione la ricchezza ed il benessere sociale devo far riflettere le istituzioni ed i cittadini: così non è più possibile procedere. Lo sviluppo sostenibile è l’unica strada da percorrere. Sostenibilità che si deve basare sulla tutela dell’ambiente, sulla sviluppo economico e la sua ricaduta sociale. Il pessimo sviluppo sta esplodendo a livello ambientale, con i cambiamenti climatici, l’esaurimento delle risorse naturali, l’inquinamento di aria ed acqua. Se andiamo a fare un’analisi della sostenibilità ambientale e sociale, si vede che lo sviluppo economico fino a 15-20 anni fa ha portato un benessere diffuso a gran parte della popolazione provinciale; invece da allora cresce il Pil, ma cala la distribuzione sociale”.
Cesarino Romani
“Tutto questo – sottolinea Romani – lo si legge, oggettivamente, anche sotto l’aspetto ambientale: aria, uso dell’acqua, rifiuti, cementificazione. La qualità ambientale complessiva è calata. Insomma, il Pil sale e di pari passo c’è regresso sociale ed ambientale”.
“Dobbiamo cambiare sviluppo – continua l’assessore -. La Provincia sta portando avanti una serie di progetti: più raccolta differenziata, spinge sulla metanizzazione, sul fotovoltaico, sull’eolico. Ad esempio a Mondaino, Montefiore e Torriana, in mare, si potrebbero installare le pale per produrre energia attraverso la forza del vento”.
Su quello che gli indicatori economici classici non dicono, la Provincia di Rimini, insieme a quella di Modena, nel 2007, ha pubblicato un libro, “La soglia della sostenibilità” (Donzelli, 252 pagine). Autori: Federico Pulselli, Simone Bastianoni, Nadia Marchettini e Enzo Tiezzi. La fotografia della provincia di Rimini è messa a fuoco attraverso l’Isew (Index of sustainable economic welfare, indice di benessere economico sostenibile), che volgarmente potrebbe rappresentare la qualità vera della vita. Insomma, abbiamo rimpiazzato i televisori a tubo catodico con quelli al plasma, le utilitarie con i gipponi, ma si è più tristi e meno sorridenti. Come dicevano i vecchi, non bastano i soldi a fare la felicità.
Negli ultimi 30 anni, ’71-2003, i consumi privati nei 20 comuni della provincia sono raddoppiati, con la disuguaglianza della ricchezza diminuita, ma non c’è da saltare perché siamo agli ultimi posti dell’Unione europea, in compagnia di Grecia e Portogallo.
Enrico Santini
Enrico Santini, vignaiolo, presidente dell’Unione agricoltori, è un paladino dello sviluppo sostenibile: “La felicità sociale è il nostro problema. Abitiamo in una provincia che più bella non si può: mare, collina, borghi e castelli. Solo che abbiamo smarrito l’insegnamento dei nonni. Siamo una società e non una comunità, dove per i bambini i parchi sono diventati pericolosi. Siamo stati in grado di creare ricchezza ma non benessere. I Romani hanno costruito il ponte di Tiberio come guado, oggi è la vetrina degli sborroni, per dirla alla romagnola”.

Romani, assessore provinciale: “La pressione dell’uomo ha prodotto ricchezza ma ha devastato il territorio”

Santini, presidente Unione agricoltori: “La felicità sociale è il nostro problema. Il ponte di Tiberio vetrina degli sboroni”

ECOCOMPATIBILITA’

Rimini 103°

– Le ultime dieci città capoluogo eco-compatibili 2006. Ecco i parametri utilizzati: popolazione, acqua, aria, energia, rifiuti, rumore, trasporti, verde urbano.

111) Massa
110) Enna
109) Olbia
108) Frosinone
107) Imperia
106) Catania
105) Ragusa
104) Iglesias
103) RIMINI
102) Vercelli

NUMERI

Popolazione, aumentata troppo in fretta: 537 per kmq

Una densità abitativa che fa impallidire la Cina (125). Sulla costa siamo ai livelli del Bangladesh

– Rimini e la sua provincia, grazie alle opportunità economiche, è aumentata troppo in fretta. Gli attuali 290.000 abitanti, nella peggiore delle ipotesi, uno studio li ipotizzava nel 2030. Gli uomini hanno esigenze di spazi (Lebensraum, direbbero i tedeschi, spazio vitale) e agio nel muoversi. Ma le strade sono poche e antiquate: la Nazionale risale ai tempi dei Romani, la ferrovia nella seconda metà dell’800 e l’autostrada agli anni ’60. La densità per chilometro quadrato fa impallidire la Cina (125). Il dato del territorio provinciale è di 537,6 teste per chilometro quadrato, la più alta della regione (Bologna seconda con 245); sulla costa (eccetto Misano, 481) siamo a 1.000 a Rimini, 2.600 a Cattolica e oltre 2.000 a Riccione. Il Bangladesh è attorno ai mille.
La politica, purtroppo, non è stata in grado di gestire questa tumultuosa crescita socio-economica. Ora, il compito dovrebbe toccare ai cittadini..

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