COSTUMI
– “Il culto non ha mai avuto il riconoscimento ufficiale della chiesa, anche se nel 1838 fu iniziato un processo di beatificazione”. Lo scrive Agostino Pasquini, prete intellettuale nel libro “Religiosità in Valconca, vicende e figure”, edito dalla Banca Popolare Valconca nel 2000.
Continua Pasquini: “Nella chiesa parrocchiale di San Martino di Riccione dal 1578 è venerato il corpo del beato Alessio Monaldi, posto in un sepolcro marmoreo… Il culto si sviluppò in seguito al rinvenimento nella tomba dei monaldi di un corpo incorrotto. Il culto si è mantenuto nel tempo: al beato Alessio fu dedicata la cappella a sinistra della chiesa, con altare di marmo e deambulatorio per compiere sette giri attorno, nel giorno di festa. Il nome di beato Alessio, con il quale è iniziata la venerazione, potrebbe essere un nome aggiunto, per assimilazione popolare alla vita di sant’Alessio, il pellegrino siriaco. Al ricordo storico della vita di un pio contadino la tradizione popolare ha aggiunto episodi raccolti da vite similari o suggeriti da scampati pericoli, come la convinzione che fosse lui a far brillare luci sulla torre campanaria della chiesa per salvare i pescatori dal naufragio”.
Alcuni dei suoi miracoli. ” il beato Alessio stava lavorando nel campo, quando passarono due pellegrini, chiedendo che gli indicasse la strada per una fonte, per dissetarsi. Ma non vi erano fonti nelle vicinanze. Allora Alessio, dopo avere pregato, prende il pungolo per stimolare i buoi, lo conficca nella terra e sul luogo sgorga una fonte, che disseta i due viandanti”.
“Il Beato un giorno stava piantando alcuni alberi da frutta, quando alcuni poveri gli chiesero qualcosa da mangiare. “Egli che niente aveva da recargli, rispose francamente:: ‘Aspettate vi darò questi frutti’, che raccolse dagli alberi appena piantati e già cresciuti per maturare frutti”.