La qualità della vita dei trecentomila abitanti della provincia di Rimini è volata dal 17° piano per spiaccicarsi negli inferi del 39° posto con la consolazione che dietro ci sono ben altri 64 territori, ma davanti anche aree come Bologna e Milano, Aosta e Belluno, Siena ed Ancona, Verbania e Varese, ed i cugini di Pesaro e Ferrara. E forse stare dietro a questi ultimi.
e a tutte le altre province dell’Emilia Romagna, è davvero poco sopportabile per l’orgoglio nostrano. Ma chi è causa del proprio mal pianga se stesso, recita un vecchio adagio.
Anche gli esperti avvertono che le statistiche vanno prese con la simpatia del dubbio, ma con l’intelligenza: analizzare e riflettere aiuta a migliorarsi. In un rapporto di “ItaliaOggi”, l’altro quotidiano economico italiano, Rimini è al 26° posto nel 2008 e al 44° l’anno precedente. Chi avrà ragione?
Sempre citando “ItaliaOggi” per concentrazione di biossido di azoto e pm10 (le famigerate polveri sottili), la provincia naviga, rispettivamente, all’81° e a al 54° posto. Nulla di cui stare allegri, e forse con l’aspettativa che la qualità ambientale, causa l’uomo e lo sviluppo economico, non può che scendere ancora.
E’ da anni che Stefano Zamagni, riminese, uno tra i massimi economisti mondiali, continua ad affermare che gli abitanti della provincia di Rimini si sono impadroniti dei pensieri tristi. Non solo non ridono più, sempre di cattivo umore, lamentanti incorregibili, ma hanno perso anche l’entusiamo nel lavoro. Compreso quello estivo. E non è un caso che più che fare impresa, in tanti sono attratti dal luccichio della speculazione. E gli speculatori lo possono fare se qualcuno lo permette: cioè la politica. E’ lei, il potere dei poteri, che detta regole, tempi e modalità di sviluppo: sia nel bene, sia nel male.
C’è un medico di pronta intelligenza, Daniele, che in ogni discussione che fa, tuona sereno: “Eh sì, siamo alla fine dell’impero. Chi può arraffa, porta via l’argenteria di casa”.
Ma l’undicesima provincia più ricca d’Italia per Pil (Prodotto interno lordo), capace di creare beni per 8,5 miliardi di euro e di esportare merci per circa 1,5 miliardi di euro, per non procedere ballando nel burrone del suicidio collettivo, deve darsi una botta di civiltà, direbbe il compianto Silvano Cardellini, firma del Carlino, e penna garbata. Cardellini aveva perso ogni speranza, vittima di un pessimismo anche quando le cose erano ben fatte ed i soldi ben spesi. Vedeva l’imbroglio anche nelle più piccole cose. Anche nell’acquisto di una Poltrona Frau da parte di una istituzione pubblica. Con beffarda ironia, diceva: “Come finiscono i nostri soldi”.
Sei misure
Ma ritorniamo al quotidiano milanese “Sole24Ore”. Ha utilizzato sei unità di misura, tenore di vita, affari e lavoro, ambiente e salute, ordine pubblico, popolazione e tempo libero, per illuminare la fotografia con i 20 comuni della territorio provinciale. Il nostro territorio non è riuscito a spuntarla neppure nel blasonato tempo libero, dove troneggia Aosta (la prima anche in assoluto) grazie agli spettacoli, allo sport, al volontariato e al numero dei locali.
Un gruppo di cittadini di Rimini si propone come “Lettera aperta” (e si sono dati anche un sito, www.letteraaperta.org) dove ritrovarsi e colloquiare. Fanno ricadere la corta visione dello sviluppo sulla politica: “Di essa, la politica, sono evidenti i limiti culturali e di visione strategica. La sua sola idea di sviluppo – quasi un’idea fissa – è quella, antiquata e miope, dello sviluppo edilizio, a cui tutto può e deve essere sacrificato: l’ambiente e la mobilità, la qualità urbana e quella della vita, l’innovazione e lo stesso turismo”.
Turismo
Qualità di vita è un forte connubbio con la propria vacanza. La facoltà di Scienze statistiche dell’Università di Rimini, ha condotto uno studio su sollecitazione della Camera di Commercio, Agenzia di marketing turistico Riviera di Rimini e Convention Bureau. Ha intervistato 1.184 clienti. Il 55 per cento ha risposto che non viene a prendere il sole da noi per la bassa qualità dell’ambiente e dell’offerta culturale. Forse non avranno ragione, ma la pensano così. A noi farli ricredere.
Marino Bonizzato, progettista della darsena di Rimini, per professionalità, cultura e educazione, tra le migliori espressioni della comunità, ha scritto un saggio, “Manifesto di città soprana”, che andrebbe discusso in ogni scuola di ordine e grado, dalle elementari ma soprattutto all’Univesrità che sforna la classe dirigente del futuro. Recita un passaggio: “La politica finalizzata alla realizzazione di idee per il progresso della comunità, che agisce il potere come servizio ai cittadini, che consente di raggiungere livelli di convivenza civile superiori e genera una città migliore, ovvero città soprana”.
“La politica – continua Bonizzato – scarica idee per il progresso della comunità, che alimenta un potere fine a se stesso, porta a livelli di convivenza civile inferiori e degenera in non città abitata da non cittadini, ovvero città sottana”.
Sempre per rimanere in tema di città, per pedonalità e piste ciclabili Rimini è al 36° posto. Un po’ poco per la provincia e la città delle biciclette.
Invece, in assoluto, la classifica generale dell’ecosistema, con una media Italia al 50,55%, Rimini è al 54% (Fonte: Legambiente).
di Francesco Toti