Nel lungo pomeriggio si respira l’atmosfera dell’istituto di credito: un modello cooperativo più orientato al sociale, ma tenendo ben saldo il timone dell’economia vera
– L’acqua che nutre la Banca di Credito Cooperativo di Gradara sono i soci (oltre 2.000), i clienti (molte migliaia), i collaboratori, la collettività e la comunità dove opera. Una parte della stessa acqua che nutre l’insieme sociale esce dalla Banca di Credito Cooperativo di Gradara. E’ un flusso continuo di prendere e dare al territorio, come il contadino con la terra e viceversa.
L’atmosfera della Bcc di Gradara la si può cogliere alla Festa del Socio, in programma il 13 settembre, inizio alle 16.30, presso l’Hostaria del Castello, a Gradara.
“E’ un’occasione – dice Fausto Caldari, il presidente della Bcc – per ricordare che le Bcc sono essenzialmente banche delle comunità locali, e quindi anche e soprattutto banche delle famiglie, banche delle piccole e medie imprese. Sono uniche ed originali, e rappresentano uno dei principali valori per lo sviluppo di comunità più o meno piccole”.
Il pomeriggio della festa è una scaletta con i simboli di Gradara e dintorni: apre la Banda di Gradara, segue il saluto del presidente Caldari a nome del consiglio d’amministrazione. Si presenta il bilancio sociale, con i doveri e le responsabilità della banca verso gli attori co-protagonisti della vita socio-economico: fornitori, clienti, comunità. Poi si premiano i soci che da lunga data (40 anni) col proprio apporto sostengono la banca. La rustida di pesce al ritmo di danze e balli chiude la giornata.
E’ un modello cooperativo, la Bcc, più orientato al sociale, ma tenendo ben saldo il timone dell’economia vera, del lavoro e della responsabilità. Modello portato ad esempio anche dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti in molte interviste non proprio tenere con il sistema bancario nazionale.
“Il nostro utile – afferma il presidente Caldari – va al nostro territorio. Abbiamo distribuito, nel 2008, 681.000 euro: benefici e vantaggi ai soci (ticket sanitario, agevolazioni nelle strutture sportive, nel tempo libero, nella cultura, iniziative ricreative), alle imprese, alle famiglie, alla collettività. Lo abbiamo fatto attraverso contributi nel sociale, nella cultura, nel tempo libero, nella sanità, nella scuola, nello sport. Dobbiamo essere orgogliosi dei risultati ottenuti dalla nostra banca: un’attività imprenditoriale a responsabilità sociale che continua a crescere insieme”.
Programma
La Festa del Socio della Bcc di Gradara si tiene all’Hostaria del Castello, a Gradara per i pochi che non lo sapessero. Il pomeriggio del 13 settembre.
16.30 – Apertura con la Banda musicale di Gradara
16.45- Saluto del presidente Fausto Caldari
17 – Presentazione del Bilancio sociale
18.30 – Consegna medaglie di fedeltà ad alcuni soci
19 – Rustida di pesce
21 – Musica e ballo
BCC GRADARA TEMPO LIBERO
– Per gli appassionati del tempo libero insieme alla Banca di Credito cooperativo di Gradara, ci sono ancora dei posti liberi per la Crociera sul Nilo (in programma dal 28 settembre al 5 ottobre) e per le isole Mauritius: il lusso dell’esotico… in un angolo di paradiso (dal 29 novembre al 7 dicembre).
BCC GRADARA – CULTURA
Fotografia di un’ottantenne:
banda di Colombarone-Fiorenzuola
– La Banda di Colombarone-Fiorenzuola di Focara fa alzare in piedi tutti gli abitanti delle due frazioni. Quest’anno compie 80 anni. Per l’occasione viene presentato un bellissimo libro, “Fotografie di un’ottantenne” sponsorizzato dalla Banca di Credito Cooperativo di Gradara. Viene presentato al Centro civico di Colombarone il 26 settembre, alle 17. Le affinità tra l’istituto di credito e l’istituzione musicale sono un’infinità. Due su tutte: data la vicinanza, gli stessi destini di vita e la fondazione: la sagrestia di una chiesa. Don Raffaele Ceccarelli fondò la banca nel 1910; mentre don Giuseppe Guiducci la banda nel ’29 (fu parroco di Fiorenzuola fino al ’52). Il volume, 114 pagine, è stato scritto da due giovani bandiste: Sara Guagneli (tromba) e Ombretta Bonci (clarinetto). Hanno entrambe 25 anni. Poiché le fonti scritte sono pochissime, hanno raccolto una serie di interviste, un po’ come si fa con gli amici: perché ti piace suonare, quando hai iniziato, chi ti ha ascoltato… Fortunatamente le interviste sono iniziate nel 2006, così viene trasmesso alla piccola storia della comunità anche la voce di Ivo Filippucci. Morto nel 2007, entrò nel corpo fin dalla fondazione. La sua lunga militanza lo ha anche fatto entrare nel Guinness dei Primati. Di nobile e lunga militanza una serie di bandisti. Dal ’47: Aurelio Ridolfi, Guido Lorenzi, Bruno Carnevali, Italo Pascucci, Severino Barilari e Valerio Traversini. Una quarantina gli elementi alle origini, sui 35 oggi, la banda tiene una trentina di servizi l’anno, tra i parrocchiali e i civili. Il libro nasce da un’idea di Fiorino Della Martera (il presidente) e Renato Baronciani (direttore fino a 2 anni fa). Libro in regalo ai presenti, il giorno della presentazione intervengono le autorità, con il presidente della Bcc, Fausto Caldari che porta il saluto dell’istituto di credito.
Gabicce, quando era terra di agricoltori, cacciatori e pescatori
Il libro, opera di Maria Lucia de Nicolò, viene presentato il 19 settembre all’Astra di Gabicce. Sarà regalato ai presenti
– Le attività prevalenti dei gabiccesi tra il XV e XVII secolo erano tre: l’agricoltura, la caccia e la pesca. Lo afferma lo storico di Cattolica professore di Storia contemporanea a Bologna Maria Lucia De Nicolò nel libro “Le Gabicce. Insediamenti, agricoltura, caccia, pesca. secoli XV-XVIII”. Il loavoro viene presentato il 19 settembre, alle 16.30 al cinema teatro Astra di Gabicce Mare. Oltre all’autrice, intervengono il sindaco Corrado Curti, il presidente del consiglio di amministrazione e il direttore generale della Banca di Credito Cooperativo di Gradara, Fausto Caldari e Luigi D’Annibale. Il volume si inserisce nel progetto editoriale che da anni vede l’istituto di credito in prima linea nei territori dove opera. Maria Lucia De Nicolò ne tratteggia le ragioni: “I lavori culturali della Bcc puntano alla valorizzazione del territorio. E per valorizzare bisogna conoscere, altrimenti si corre il rischio di scendere nel banale, fino a far diventare tutto massificato in un appiattimento desolante che crea tutto fuorché ricchezza economica ed identità. E oggi, più che mai economia significa identità e cultura”.
Studiosa del filone dei costumi, dei piccoli eventi, delle abitudini, più che dei grandi eventi, dei grandi pesonaggi, da oltre 30 anni studiosa delle carte di storia locale, la De Nicolò, come è suo stile, ha impreziosito il lavoro da 120 immagini, con l’intento di raccontare con più chiarezza ed incisività.
“Il libro – dice Fausto Caldari, presidente della Bcc di gradara – ci permette di scoprire un territorio cancellato dalla memoria in cui si riflettono le attività di una popolazione contadina in un arco cronologico che spazia dal medioevo al settecento.
Le tipiche mansioni, legate al lavoro dei campi, si integrano con altri mestieri che permettono di sfruttare le risorse naturali offerte da un ambiente multiforme, evidenziando fenomeni che caratterizzano l’identità del territorio. Attraverso l’esame dei documenti di età rinascimentale, l’autrice ricostruisce il tessuto urbanistico del castello, definendo la distribuzione insediativa, l’ubicazione delle case pubbliche e private, la conformazione della struttura difensiva che circondava l’abitato, con la porta d’accesso, i torrioni, la torre di avvistamento dei pericoli provenienti dal mare.
Descrive il territorio antico, caratterizzato da una distesa di vigneti nella parte a sud, mentre a strapiombo sul mare, sul lato nord si dava vita ad una microeconomia in cui, ad integrazione dei lavori agricoli e dell’esercizio di una piccola pesca costiera, si inseriva anche la caccia agli uccelli migratori, svolta in gran parte dal ceto signorile”.