L’INTERVISTA
di Matteo Marini
– Un aplomb istituzionale che non si smonta nemmeno di fronte alle polemiche più accese sulle sue scelte amministrative. “Io nella polemica non sono mai entrato e non entro in nessun modo, e ora ce ne sarebbero di motivi…”. Non soffia sul fuoco il sindaco Domenico Bianchi, mentre fa il bilancio dei cinque anni della sua amministrazione e parte proprio dalla materia più controversa: l’edilizia.
Sindaco, parliamo di quel che si dice sul famigerato comparto C2-4, meglio noto come compartone
“Ecco, sul compartone sono state dette e scritte un sacco di fesserie. Partiamo dal fatto che su quell’aera i proprietari vantano dei diritti: per anni hanno pagato l’Ici per un terreno edificabile. Hanno diritto di costruire, secondo un piano e i tempi stabiliti dall’amministrazione. Ma è una soluzione edilizia figlia di una scelta che risale a oltre 10 anni fa. L’allora amministrazione comunale decise per un comparto unico invece di uno sviluppo delle frazioni, come abbiamo deciso di fare invece nel nuovo Piano strutturale comunale, che secondo noi è la soluzione migliore per un comune policentrico come San Giovanni. Ma ora certo non si può tornare indietro”.
Meglio sarebbe stato allora un campo di grano?
“Questa affermazione che mi si attribuisce va precisata. Anni fa la Provincia decise che la fascia costiera non era troppo edificata e spostò i piani di nuove edificazioni all’entroterra. All’epoca l’amministrazione decise per un unico comparto, dopo oltre 10 anni le cose sono cambiate, certo sarebbe stato meglio uno sviluppo policentrico, e al posto del compartone un campo di grano… Abbiamo fatto un’assemblea per spiegare il governo di questa situazione ai cittadini. Poi c’è chi, come “mentelocale”, chiede addirittura il referendum per abolirlo”.
Parliamo di numeri: San Giovanni attende, secondo i piani edificatori comunali, quasi 3000 nuovi abitanti da qui a 15 anni.
“Bisogna dire innanzi tutto che su tutta la nuova edilizia residenziale privata un terzo va come contropartita al pubblico. Nel caso del compartone sono 13mila metri quadri, che però in parte, circa 4mila, saranno redistribuiti nelle frazioni. Oltre 1.000 abitanti sono attesi nella zona del C2-4, da realizzare in tre stralci in 15 anni. Il resto distribuito tra le frazioni”.
E ciò che resta si andrà ad aggiungere all’edilizia concessa ai privati?
“No, ciò che resta non verrà edificato nella zona del compartone perché è stato redistribuito altrove. Spazio libero. C’è solo la variante per avere un pezzo in più di scoperto, quindi di verde, per le abitazioni. Per un rapporto che sarà di 2,19 metri di scoperto per un metro coperto, invece che 2 a 1 com’era all’inizio. Inoltre posso dire che l’area commerciale, oggetto di discussione, rimarrà nel compartone. Tra 800 e 1500 mq di terziario”.
È vero che tutta quell’area sarà venduta a una fantomatica multinazionale?
“È una cosa che sento per la prima volta. Ma per me non cambierebbe nulla. Ora è di proprietà di un consorzio di artigiani del luogo. Se mi parli di speculazione edilizia ti dico che se l’hanno pagata quello che dicono, cioè 128 euro al metro, c’è poco margine per guadagnarci. Ti dirò forse è andata meglio a chi ha venduto”.
Che San Giovanni ha trovato quando è stato eletto, e che paese vede ora?
“Ricordo che più di un anno fa il presidente della Regione si era riferito a San Giovanni come un esempio da seguire. Parlava delle imprese, che, non solo quelle di moda, esportano in tutto il mondo. Ho trovato un paese già funzionale, la nostra politica ha cercato continuità in questo. Penso alla mensa interaziendale, al progetto di un nido per i figli dei dipendenti. C’è stata un’attenzione particolare per i servizi. Pensa solo che in cinque anni i bambini al nido comunale sono passati da 28 a 64, abbiamo lo spazio più grande di verde attrezzato. I numeri parlano chiaro. San Giovanni è sempre in cima alle classifiche per quanto riguarda i servizi e la qualità della vita”.
La soddisfazione più grossa?
“Il rapporto diretto con i cittadini, il senso di attaccamento e del calore che sento addosso. Da questo punto di vista mi rammarico per esempio per i consigli di frazione, che non sono partiti come speravamo a parte il caso di Santa Maria in Pietrafitta”.
E il rammarico?
“Senza dubbio la Sp58, (il tratto che dovrebbe collegare la zona industriale a Tavullia deviando il traffico pesante dal centro ndr) che ancora non c’è, ma è comunque partito il bando europeo per il progetto”.
Parliamo dei problemi della sua giunta, parecchi in questi cinnque anni. Mi riferisco per esempio agli assessori che hanno lasciato o sono stati sostituiti.
“Per quanto riguarda Clementi, mi sono trovato di fronte una persona che ogni qualvolta il sindaco prendeva una decisione aveva a che ridire. Non gli andava bene nulla. E non mi riferisco solo all’edilizia parlo in generale. Tomasetti invece si è sentito sfiduciato e ha deciso da sé di lasciare”.
E Di Cintio?
“L’assessore Di Cintio non aveva nessun problema con me per quanto riguardava l’amministrazione. Era una questione puramente politica legata alla nascita del Pd e al cambio degli interlocutori politici. Lui stesso ha precisato che la sua rinuncia non era legata a problemi col sindaco o con l’amministrazione”.
Ecco, durante la sua amministrazione è nato il Partito democratico. Lei come si pone?
“Io sono il candidato del Pd a sindaco”.
Ma proprio all’interno del suo partito qui a San Giovanni ci sono anime diverse anche molto critiche sulle sue scelte. Mi riferisco a Elabor@, Funelli per intenderci, che ha sparato a zero anche sull’edilizia.
“Di sciocchezze se ne dicono e scrivono tante anche senza conoscere i fatti. Per quanto riguarda il rapporto con gli altri bisogna dare spazio a tutti per portare avanti un’esperienza che si deve sviluppare. I problemi che abbiamo noi li hanno anche gli altri. Mi basta guardare Cattolica, senza arrivare troppo lontano. Mi sembra invece che siamo stati anche troppo bravi…”.
Però avete idee diverse per quanto riguarda per esempio la scelta dei candidati consiglieri. Si parla addirittura di primarie per sceglierli, visto anche che non ci sono state primarie per il candidato sindaco che è lei.
“Le primarie si fanno quando ci sono più candidati rispetto ai posti a disposizione. È un equilibrio che deve tenere conto di tutti, anche dei rapporti con gli altri partiti nel caso di una coalizione”.
Qualche “maligno” dice che lei non ha intenzione, diciamo, di pagare l’obolo al partito. La quota dovuta dagli eletti del Pd prevista nello statuto.
“Come tutti aderisco a meccanismi definiti. Come candidato del Pd rispetterò le regole alle quali ho accettato di sottostare”.
L’ultima domanda, di rito: sono passati cinque anni, si dia un voto, da uno a dieci.
“Ricordo che a scuola la professoressa mi scriveva sempre alla fine del tema: le idee sono buone, la forma non tanto. E mi dava la sufficienza. Quindi le intenzioni ci sono ma sono sempre oltre. Nel complesso penso di aver fatto comunque un ottimo lavoro”.