– I cittadini di San Giovanni ricevono dal Comune 1.190 euro a testa in servizi. Infatti, il suo bilancio totale è di 10,15 milioni di euro; solo 1,46 milioni giungono da enti superiori, come Provincia, Regione e Stato (in pratica l’Italia è già una repubblica federale), altro che chiacchiere ideologiche.
I numeri, seppur solo un segnale, tengono conto del momento di crisi economica. Tra il sostegno al reddito, fondo provinciale anti-recessione e all’inserimento lavorativo per i lavoratori aticipi, il Comune ha stanziato 53.000 euro. Il consiglio comunale, il bilancio 2009, lo ha approvato quasi all’unanimità lo scorso 19 gennaio. Lo ha bocciato soltanto Guerrino Aratari (“Insieme per San Giovanni”); gli altri componenti della minoranza si sono astenuti, compreso Forza Italia e Rifondazione comunista.
Afferma Odoardo Gessi, assessore al Bilancio: “I nostri obiettivi sono semplici e chiari. Tengono conto di questo particolare momento economico: vogliamo fronteggiare la crisi salvaguardando i redditi bassi e le fasce deboli della popolazione; vogliamo realizzare il maggior numero di opere pubbliche, compatibilmente con le disponibilità vincolati dal Patto di stabilità come indicato dal governo centrale; si intendono mantenere i servizi fondamentali. Infine, proseguiremo nel progetto di valorizzazione delle potenzialità di San Giovanni”.
L’entrata maggiore dell’ente è rappresentata dall’Ici (Imposta comunale sugli immobili) che con 2 milioni di euro, vale il 20 per cento del totale. Le altre voci, per ordine di importanza: denaro da trasferimenti (Provincia, Regione, Stato) 1,46 milioni di euro, Tarsu (Tassa sui rifiuti) 1,45 milioni, rette casa di riposo per anziani 1,23 milioni di euro, concessioni edilizie 1,1 milioni, rette scuole e mensa 510.000 euro.
Invece, i maggiori capitoli di spesa sono 5: il personale con 1,94 milioni di euro, mutui per le opere pubbliche 1,36 milioni di euro, sociale, manutenzioni del patrimonio e eventi-manifestazioni.
Ecco quanto inciderà nelle tasche del cittadino rispetto al 2008. Gli amministratori hanno aumentato i servizi a domanda individuale (nido, materna, centro estivo) del 2 per cento. La tassa sulla nettezza urbana (Tarsu) sarà aumentata del 3,5 per cento in linea con l’inflazione.
Per sostenere i servizi ai cittadini, si utilizza il 69 per cento degli oneri di urbanizzazione (1,10 milioni di euro su un totale 1,59 milioni). Questo dato deve farc riflettere, perché è come se una famiglia attingesse ai risparmi per la vita di ogni giorno. Che cosa avverrà quando il danaro frutto delle costruzioni edilizie dovesse diminuire, perché non è più pensabile di continuare a tirar su edifici e capannoni come avvenuto negli ultimi 20 anni.
E qui subentra la maturità di chi amministra ma anche del cittadino; le parti devono pensare al bilancio pubblico come a quello della famiglia. Non si possono chiedere servizi ed opere pubbliche senza tener conto delle capacità di farvi fronte.
Investimenti
Le opere pubbliche previste nel 2009 ammontano a 3,9 milioni di euro e sono soggette alla possibilità della vendita del lascito Bacchini a Santa Maria (2,36 milioni di euro). Eccole: 700.000 euro per il cimitero, 640 riqualificazione di via Roma, 588.000 variante strada provinciale verso Tavullia (si farà mai?), ristrutturazione palazzo Corbucci 572.000, interventi su immobili e strade 500.000, riqualificazione via Bari/Milano 260.000, ex sede comunale 200.000.