– Sabato 6 dicembre 2008, ore 21, col patrocinio del Comune, col sostegno dell’associazione no profit Cattolica e l’Handicap (alla quale è stato devoluto in beneficenza l’incasso: 3mila euro in alimenti per i poveri), sul palcoscenico della Regina è andato in scena lo spettacolo dialettale in chiave comica “Un giorno d’estate al porto, anni ’30”.
Ovviamente il suo ideatore, il suo referente è l’immancabile, imperituro Cagnet, al secolo Mario Delbianco.
Per inciso, da annotare il significativo intervento della signora Maestri, figlia del fondatore della Cooperativa Sociale Valconca. La Maestri ha fatto appello al sindaco e alla cittadinanza affinché con l’aiuto di tutti, si possa ottenere per una ventina di portatori di handicap un futuro più agevole, più sicuro.
Oh!, dimenticavo: la presentazione della commedia è affidata ad un “evanescente” Eraldo Pecci, grande campione di calcio di qualche tempo addietro, ma, ahinoi!, con certe presentazioni, così legate agli umori, alle espressioni tipicamente dialettali… no, non si esprime al meglio.
Pensate un po’, l’Eraldo è indigeno, ma conosce solo poche parole in gergo. Peccato!
Credo che il pubblico abbia patito quei lunghi silenzi tra un atto e l’altro ed abbia pensato che un Nunzio Livi, un coordinatore così eclettico e ammiccante avrebbe costituito un succoso “riempitivo”.
Mario, capiamoci: è difficile per te, tu che operi con pochi mezzi, con poche scelte nelle infinite difficoltà per allestire questi spettacoli. Del resto ogni botte dà il vino che ha.
Sia chiaro, il pubblico ha di certo apprezzato l’impegno degli attori.
Penso alla ballerina dodicenne Enrica Marchetti (brava e graziosa), a Sonia Bartolini (moglie operosa di Stantufone (ammirevole). E poi Donatella Piersantini nei panni della turista Rebecca (da incantare), Elvina Primavera una bagnante (Diecipalle) da goduria!
La Masina (turista pigliatutto) insuperabile, la Piermaria (moglie del marinaio), donna al posto giusto. Il sapore del mare è vita per lei.
E ancora: Gabriele Quieti, un “controllore” della regia, Marina che con un tipo come Stantufone perde il “controllo” di sè stessa.
Un grazie di stima per la signora Franca Romani che ha prestato il vestiario d’epoca per la troupe. Infine un grazie per lo scenografo Giulio Berti (un allestimento di classe, di qualità).
Mario, pur fra molti problemi ci mancava nella parte finale… anche il colpo della strega. Te la sei ben cavata. Sì, l’insidia dell’oscuramento, del crepuscolo è per te ancora lontana.
Ciao, Rambo