IL PUNTO
di Matteo Marini
– Compartone: questo sconosciuto. Se ne parla da 15 anni, il Consiglio comunale ha prodotto tonnellate di carta tra delibere, discussioni e verbali, ettolitri di inchiostro sui giornali, e movimenti di protesta. Senza la pretesa di offrire un sondaggio, abbiamo fatto due passi e due chiacchiere assieme alla San Giovanni che lavora, che fa spesa, che chiacchiera seduta al bar.
“Sì ne abbiamo sentito parlare”, accenna un signore al tavolino del circolo Arci. Di fronte a lui un bicchiere di bianco: “Ma non ne sappiamo molto. Sono loro quelli che governano e prendono le decisioni. Noi cittadini non possiamo fare nulla”.
Un altro signore salta su: “Li abbiamo votati quindi devono prendere loro le decisioni per noi”. Andrea è un libero professionista, lavora nell’edilizia. “Non ne so nulla – spiega – ricordo solo che è un lotto che sarà edificato. Bene dico io.
Finalmente ci si muove: perché se degli errori sono stati fatti andavano corretti 15 anni fa, ora è tardi”. credo che ci sia stato tempo a sufficienza per correggerli.
“Non mi sono molto informata – ammette una signora, mentre raccoglie in una mano le buste della spesa -. Ho sentito che vogliono costruire ancora e secondo me è uno schifo, basta guardare cosa hanno fatto sulla strada che porta a Santa Maria, ma se lo fanno bene e questo da un possibilità della prima casa a chi ne ha bisogno che male c’è?”
Di fronte alle poste, proprio davanti al lotto in questione, incontriamo qualcuno che ha anche firmato la petizione del comitato. Si fa chiamare Piccirillo, viene da Caserta ma vive a S. Giovanni da due anni: “Sì ho visto il banchetto e ho firmato, perché non ritengo sia una bella cosa”. Poi però anche lui dimostra di non avere le idee ben chiare: “Lo faranno vicino alle scuole elementari no?”.
“È’ il lotto di terreno dietro le poste – esordisce Agnese, 27 anni, segretaria, seduta al tavolino del bar, di fronte un mazzo di carte -. Faranno mi pare mille appartamenti”.
”Ma no – dice un altro avventore – saranno si e no 400 appartamenti e ne sono certo”. Qualche nozione più precisa ce l’hanno i commercianti. Massimo fa il barista al Caffè Turismo. Lui la questione la conosce a menadito: “Certo che so cos’è, è partito tutto circa 15 anni fa, quando il terreno era ancora di Galli. Secondo me però, tra le altre cose, bisognerebbe chiedersi: perché chi protesta per il Compartone è contrario al Compartone? Davvero sono tutti ambientalisti? Quel lotto esaurirà i diritti di edificazione per i prossimi anni, così architetti e geometri resteranno senza lavoro. Ma tanto hanno già approvato tutto”.
Toni, fruttivendolo proprio sotto la torre del borgo, ha anche lui le idee abbastanza chiare. Le espone mentre tiene in mano il volantino dell’assemblea del comitato: “Innanzi tutto hanno stravolto le regole di edificazione, permettendo la costruzione di metri quadrati ulteriori: perché un cittadino normale non ha le stesse possibilità? Sarà costruito un centro giovani che non serve, è già vuoto quello che abbiamo, all’ex mattatoio… e poi un nuovo centro commerciale, così noi chiudiamo bottega e San Giovanni diventa una città dormitorio”.
Altro avventore: “Ma non è vero. Ho sentito che faranno anche un asilo e sistemeranno le strade di collegamento con l’abitato oltre che un nuovo tratto di collegamento con la strada per Tavullia”.
Per molti cittadini marignanesi invece la questione resta avvolta nell’ombra, fino a che non arriveranno le ruspe. Un fatto che riporta all’attenzione sia il tema della partecipazione popolare alle scelte dell’amministrazione, sia la comunicazione attiva da parte dello stesso governo del territorio.
Una fetta di popolazione si è mossa. Il comitato del no ha raccolto più di 1.100 firme di residenti che vogliono sia ripensata tutta l’operazione. All’assemblea organizzata il 30 ottobre la sala del consiglio comunale era piena ma pochissimi erano i giovani e, soprattutto, mancava il contraddittorio. Invitata, l’amministrazione comunale non ha inviato nemmeno un rappresentante a spiegare le ragioni della maggioranza. Dall’altra parte c’è la proprietà che dichiara che sarà fatto un intervento rispettoso dell’ambiente e all’avanguardia nei materiali e nel risparmio delle fonti non rinnovabili, come acqua e energia.
Ma anche la proprietà si è mossa ed ha fatto notare, ma siamo sicuri che tutto ciò che è “contro” sia giusto? Protestare contro nuove costruzioni quando queste vengono realizzate nel pieno rispetto dell’ambiente, per dare la prima casa a giovani coppie e famiglie che ancora non ce l’hanno, ed insieme occasione di lavoro alle piccole imprese artigiane che sono dentro la società proprietaria dei terreni, siamo sicuri che tutto questo non sia utile alla collettività?