I tre contendenti si giocano il governo per una manciata di voti. Storicamente quando ci sono tre liste vince il centrosinistra. Montani è creazione di Ciotti. A Battazza gli si rinfaccia il fatto che abita a Morciano soltanto da 30 anni. Bertino per tutti è uno che sa farsi voler bene. Tutti e tre sono persone di rapporti molto facili
IL PUNTO
– Claudio Battazza per il centrosinistra. Alberto (Bertino) Montanari (con una lista civica). Enzo Montani per il centrodestra (con dentro l’Udc). I tre, molto probabilmente, si giocheranno la poltrona di sindaco per una manciata di voti il prossimo 6 e 7 giugno.
Dopo 10 anni di ferro e fuoco della gestione Ciotti, la selvaggia cementificazione della collina morcianese, le rotonde a iosa, la geografia politica volta pagina. Al decisionismo fermo e conflittuale di Ciotti, prima di tutto con se stesso, la città presenta tre candidati che fanno dell’umanità il filo che li accomuna.
Centrodestra
Nella girandola dei nomi tenuti saldamente in pugno da Giorgio Ciotti, che aveva il via libera a trattare in nome del Pdl, alla fine della partita è uscito Enzo Montani, da sempre considerato il più affidabile tra gli assessori (regge lo Sport). Giuseppe Casadei, altro assessore della giunta Ciotti, fino alla fine di aprile era in pole position, ma è statodisarcionato senza troppe spiegazioni. Per il centrodestra non sarà facile riconfermarsi. Devono battere Morciano casa per casa e affrancarsi dal decennio Ciotti. Partono da circa 1.000 voti. Dalle loro fila è uscito Bertino Montanari e tutto il folto gruppo di Forza Italia e non possono contare neppure sulla figura dello scomparso Silvano Soprani; bella persona di sinistra capace di ampio e personale consenso.
Centrosinsitra
Claudio Battazza è il candidato a sindaco. Il suo nome ha spaccato il Pd. Non è un caso che uno dei leader storici, l’architetto Mario Battelli, lo abbia abbandonato per accasarsi con Montanari. Già sindaco di Montefiore Conca dal ’90 al 2004, segretario dei Ds prima e del Pd della Valconca poi, a Battazza gli si rinfaccia di non essere morcianese anche se vi risiede da un trentennio. La sua caratteristica migliore è il saper lavorare in squadra; sa avanzare menando fendenti ed indietreggiare sempre con fendenti ben assestati. Non è un caso che fece giungere a Montefiore molte risorse. E non è neppure un caso che è stato tra i pochi segretari dei Ds ad essere stati riconfermati anche col Pd. E’ stato uno degli ideatori dell’Unione della Valconca, una bella idea naufragata per insipienza. Nel suo palmarès anche il fermo ed argomentato no all’operazione Ghigi portata avanti (perché?) dalla Provincia e Comune di Morciano. Il suo commento: “Si vedeva lontano un miglio che era solo speculazione”. La sua lista parte da 1.200 voti.
Bertino Montanari
Sindaco di Morciano dal ’90 al ’95, socialista, in Forza Italia dalla prima ora, all’inizio del 2009 si disse pronto a scendere in campo per il Pdl. Ma a sbarrargli la strada c’erano Giorgio Ciotti e Danilo Ottaviani. Quest’ultimo, assessore al Commercio, giustamente, dopo un quarto di secolo di politica e assessorati ambiva a fare il primo cittadino. Ma Ottaviani non poteva essere uomo nelle grazie di Ciotti, che lo considera poco controllabile. Dunque, in politica, inaffidabile.
Bertino è morcianese che sta in mezzo alla gente, ha la dote naturale di farsi voler bene, ha fare semplice ed immediato. Oltre alla sua dote di voti, ha con sé gran parte di Forza Italia, la Lega nord di Mario Garattoni e alcuni transfughi dal centrosinistra. Passato per una delle tante strettoie di salute, si diverte.
Ciotti e la provincia
A Giorgio Ciotti, con la casacca del Pdl, ha un seggio sicuro per entrare in consiglio provinciale; cioè sul mare e non nell’entroterra. Se Marco Lombardi, il candidato alla presidenza, dovesse vincere molto probabilmente gli si spalancherebbe un assessorato. Altri anni di potere.
Già Dc, già Margherita ma capace di strizzare l’occhio a Forza Italia, tutto e il suo contrario, Ciotti ha rivoltato Morciano come un calzino. Ha costruito molto e non sempre bene, come il rifacimento di piazza del Popolo, i bei giardini sono stati sostituiti da una fredda pietra e da luci che illuminano dal basso verso l’alto. Vero e proprio esercizio di stile che acceca chi passeggia. Ma oramai il misfatto è stato compiuto con la certezza che non fosse intenzione di Ciotti simile risultato. Forse la cosa più bella fatta da Ciotti è il Parco del Conca. Davvero una realizzazione di livello alto. Le sue due grandi colpe: la Ghigi e la cementificazione della collina. Poi c’è il fattore umano, Ciotti non è mai riuscito a farsi amare; è naturalmente spigoloso. Ha una innata capacità al litigio, iniziando con se stesso. In questi anni si è costruito molti avversari che, come ben sa, riesce a tenere a bada soltanto col potere. Peccato, perché è una testa niente male.