– Nel centro di Gabicce Mare dopo la chiusra del “Reale” è stato difficile bere un caffè durante le vacanze di Natale. Sta moredo nel nobile silenzio dell’inverno? Sempre sotto le scorse feste natalizie gli alberghi aperti, “Marinella” e “Acrux”, hanno fatto un bel lavoro, ma per l’aperitivo bisognava andare a Cattolica.
Si potrà obiettare che è un pezzo che le associazioni e le categorie, nonché i cittadini più attenti, lo stanno urlando.
Ma così è stato troppo. Possibile che questo problema non è sentito nella alte sfere?!
Angelo Serra, presidente degli albergatori, mente attenta, oste preparato, argomenta: “La decadenza invernale non è un caso, ma la mancanza di una programmazione sui 12 mesi. Manca quella programmazione degli eventi che il Consorzio dovrebbe fare e non fa. Dentro ci sono tutte le categorie economiche e si potrebbe provare con un calendario. Ad esempio, lo scorso 20 dicembre, il nostro concerto ha portato a Gabicce Mare tantissima gente. Credo che Gabicce abbia le poptenzialità per fare tante cose; le idee ci sono, vanno soltanto concretizzate. Dobbiamo darci un’identità e trovare alternative alla balneazione che non basta più”.
E’ vero a Gabicce è rimasto qualche impavido che lavora, si impegna e va premiato; ma fino a quando se uno dopo l’altro i ritrovi pubblici cadono sotto la scure delle più svariate motivazioni e l’impegno di alcuni non crea l’energia affiché si allarghi il cerchio.
Così è anche per gli alberghi; alcuni tentano, altri fanno scuola ma i più non provano neppure l’apertura natalizia. Tutti abbiamo visto che affollamento durante le ultime vacanze di dicembre!!! Turisti negli alberghi ma anche nelle case private che man mano vengono sistemate, vengono scelte per i fine settimana e soprattutto per le lunghe festività.
Ma Gabicce muore nella solitudine e nel silenzio. Nel vuoto delle strade e delle luci che non ci sono; dei giornali che nel periodo più intenso dopo l’estate non si trovano.
E allora quei commercianti indefessi che da sempre accendono le luci tutto l’inverno? L’amministrazione deve provvedere e forse avere un dialogo più aperto e collaborativo con coloro che attraverso le attività fanno vivere il paese.
Ma alcune speranze ci sono: lo storico bar “Mazzini” riapre a febbraio grazie alla cura e all’amor proprio di Paolo, Carlo e Pia.
Poi c’è una giovane coppia, i Montanari, appena trasferitasi a Gabicce Mare che sta lavorando per aprire un negozio 0-16, “Mamò”, di alto livello nella buia via Veneto con il progetto di dare un nuovo impulso alla strada e chissà se qualche negoziante indeciso possa essere allettato dal coraggio e dall’entusiasmo dei novelli sposi! Afferma la signora Fabiana, che fin da bambina aveva il sogno di aprire un negozio simile: “Crediamo in questa avventura, perché Gabicce ha molte potenzialità e crediamo nella sua rinascita”. “Mamò” aprirà i battenti il 28 marzo, con una sfilata di bimbi in via Veneto.
L’amministrazione si deve far carico un po’ di tali realtà, favorendole nel lecito delle facoltà con tutti i mezzi possibili. Gabicce sta morendo ma tutti i gabiccesi non vogliono piangere al suo capezzale. E quindi in momenti di buio economico come quello attuale è sicuramente l’ora di far uscire la creatività ed il buon senso anche se questo può far guadagnare meno.
Marzio Pecci è il rappresentante dei commercianti nel neonato Consorzio. Tuona: “E’ drammatico. E’ l’esempio che il paese turistico si sta spegnendo giorno dopo giorno e che obbliga le persone di responsabilità al di là di ogni ideologia politica. Gli operatori e la politica devono indviduare la strategia per ricreare il mito del turismo gabiccese degli anni ’60. Uno degli obiettivi del Consorzio sarà questo”.