IL FATTO
– Tra un meno 10 con punte di meno 20 per cento. Questi i numeri della crisi del commercio di Misano Centro a parere di Antonio Gaia, commerciante, nonché presidente della Confesercenti. Sarto, Gaia è il titolare del Biba Shop, uno dei più importanti negozi della città, in grado di competere con le grandi vie commerciali come viale Ceccarini, argomenta: “A sentire gli albergatori le presenze ci sono state, ma il commercio di Misano Centro segna il passo. Andiamo da un minimo di 10 ad un massimo di meno 20 per cento. Questo perché la clientela che viene a Misano non ha molta capacità di spesa. Da noi mancano alberghi di 4-5 stelle in grado di attirare l’ospite di un certo tipo”.
“Come Confesercenti – continua Gaia abbiamo fatto un’assemblea con i nostri soci per approfondire i problemi della categoria. Vogliamo confrontarci con l’amministrazione comunale per cercare di vedere come incentivare il turismo. Siamo del parere che la promozione non può essere lasciata nelle soli mani del Comune ma deve essere fatta insieme alle categorie economiche. Solo così potremo allungare la nostra stagione. Non possiamo pensare ci continuare a lavorare due mesi e mezzo massimo tre; abbiamo la necessità di avere un buon movimento da Pasqua fino a settembre. E Misano dalla sua ha una serie di carte da giocare. Primo fra tutte le potenzialità dell’autodromo Santamonica che non è soltanto MotoGp. Perché tutti i fine settimana propone appuntamenti in grado di richiamare appassionati. Dovremmo cercare di far affluire questo tipo di turista a Misano Mare e non lasciarli andare a Riccione o Cattolica. Per farlo dobbiamo puntare su una nuova viabilità e su una cartellonistica chiara, semplice e efficace”.
“Altro punto caldo – chiude la sua riflessione Gaia – è l’abusivismo commerciale. Quest’anno causa le elezioni comunali fino al 20 giugno si è stati molto tiepidi. Dopo ci sono stati i controlli, ma smessi per concentrarsi sui problemi legati al MotoGp. Noi chiediamo una presenza delle forze dell’ordine non solo in spiaggia, ma anche verso quelle strutture pseudo legittime che alimentano l’abusivismo in spiaggia. Vorrei sottolineare che la nostra tra le categorie commerciali a Misano Centro è quella che più soffre. Tutti poi dicono di darci una mano, ma per competenze, tasse e balzelli non è proprio così”.
Paola Montanari, è la titolare di un negozio di abbigliamento che l’anno prossimo festeggia i 50 anni; il figlio Lorenzo è il responsabile del centro stile Cavalli a Firenze. Afferma: “Mediamente il commercio ha sofferto un calo del 15 per cento, ma ci sono punte anche del 20. Soprattutto questa stagione deve far riflettere, sia i commercianti, sia i proprietari degli immobili, sia gli stessi misanesi per l’impoverimento dell’offerta commerciale. Credo che noi, nell’interesse del nostro turismo, tutti dobbiamo fare un passo indietro. I commercianti devono assolutamente alzare l’offerta, contenendo i prezzi. Mentre i proprietari degli stabili non possono più pretendere affitti slegati dai guadagni. Non è un caso che negli ultimi anni hanno aperto 7 attività gli extra-comunitari in pieno centro. Tenendo ben presente il rispetto verso di loro, offrono una mercanzia davvero ‘povera’. Sono del parere che il commercio di livello rende la passeggiata viva e piacevole. Ora, su questi tempi, vogliamo incontrare il sindaco Stefano Giannini per trovare le soluzioni”.
Massimo Leardini è un giovane imprenditore che ha molto investito a Misano Adriatico. E’ opera sua, ad esempio, “L’Officina del gusto” in pieno centro. Afferma: “La nostra mèta è portare la gente a Misano Centro. Per farlo una delle strade è l’organizzazione di eventi. E una risposta forte potrebbe essere il trasferimento del mercato settimanale in via Repubblica, fare il mercatino anche d’inverno senza far pagare gli espositori. Altra idea potrebbe essere di mettere un distributore di latte fresco, allestire un’area gioco. Le mie sono solo idee sulle quali ragionare. Per concretizzarle si ha la necessità di fare squadra e sistema. Poi c’è tutta la partita sulla nostra offerta turistica; vogliamo i giovani che hanno capacità di spesa, ma non i loro eccessi. Potremmo anche essere d’accordo, ma ridurli al silenzio non è pensabile”.