L’INCHIESTA
di Francesco Toti
– Se il luogo comune è il lamento, la cartolina reale afferma che la provincia di Rimini ha un tessuto produttivo altamente innovativo. La prima impressione come sottolinea il presidente del Polo Universitario di Rimini, Giorgio Cantelli Forti, è dovuto al disordine urbanistico e infrastrutturale. Un territorio produttivo forte, dunque. Oltre alle eccellenze note nella metalmeccanica (Scm e Fom in testa), tessile abbigliamento (Aeffe, Gilmar, Teddy), nautica (Ferretti Craft), ci sono una miriade di aziende che primeggiano nel mondo: Umpi (telecontrollo della rete elettrica), Top Automazioni (secondo al mondo, caricatori per torni), Mt (Marchetti Terenzio, utensili motorizzati per le teste dei torni, tra i leader mondiali), Mec3 (con i suoi 70 e passa milioni di euro di fatturato e bandiere in 80 nazioni, primo al mondo nella produzione di semilavorati per gelateria), Tcm (primo terzista italiana nella metalmeccanica). Forse questi imprenditori sono troppo presi dal lavoro che non riescono a fare notizia. E l’economista Giuseppe Turani, responsabile di “Affari&Finanza” di Repubblica approverebbe anche.
Dove c’è un’industria che va l’innovazione è quasi congenita. E nella provincia di Rimini ci sono eccellenze mondiali che vanno ben oltre i famosi quattro settori: turismo, tessile-abbigliamento, nautica e metalmeccanica.
Alessandro Rapone, è il direttore dell’Api (Associazione della piccola e media industria) della provincia di Rimini. Giovane e attento conoscitore del tessuto produttivo provinciale, argomenta: “Dalla mia esperienza sono giunto alla conclusione che le aziende produttive fanno innovazione costantemente. Se nell’Università, nei laboratori si fa ricerca ma spesso non viene trasferita nella quotidianità, nelle imprese di produzione l’innovazione tecnologica si fa ogni giorno col fine di vendere meglio il prodotto, o produrlo meglio, o più velocemente. L’implementazione tecnologica si esprime in mille modi diversi; è una forma mentis di chi fa impresa e forse però non sempre viene brevettata, più come atteggiamento discrezionale che altro. Se non fosse così, intendo il dinamismo perenne, si perderebbero le quote di mercato”.
Piero Cecchini è il titolare della Umpi. Attraverso una tecnologia inventata negli anni Trenta, le onde convogliate, telecontrolla con un computer centralizzato la rete elettrica urbana, di un edificio. Quest’anno crescerà del 25 per cento, dopo un anno ottimo come il 2008. Il 70 per cento dei suoi collaboratori sono laureati, 30 per cento donne, ha installato la sua tecnologia anche a Medina e La Mecca, le città sante per i musulmani.
Due città tedesche, Geseke (nella sezione piccole) e Colonia (grandi) che hanno montato la sua tecnologia sono state appena premiate dal ministero all’Ambiente per aver migliorato l’ambiente e contribuito al risparmio energetico.
La Umpi è impresa dalla filosofia particolare. Ad esempio, ogni anno per il compleanno di fondazione (27 anni fa) si taglia la torta e si stappa la fatidica bottiglia. Afferma Cecchini, il titolare: “Non conosco bene le aziende del nostro territorio. Però per essere leader di mercato devi essere innovativo. Bisogna vedere comunque che cosa si intende per innovazione: di prodotto, di mercato, di marketing, di organizzazione interna, l’acquisto di nuovi macchinari, di nuove risorse umane. E’ molto vago il concetto innovazione e contiene tutto. Nel mio settore, ma la cosa vale un po’ per tutt’Italia, almeno questa la mia opinione, l’innovazione per esplodere dal punto di vista industriale richiede degli anni. Voglio dire che non è come nella moda che ogni sei mesi presenti la tua collezione e via. Presentare sui mercati soluzioni nuovi affinché vengano accettate richiede un lungo periodo e spesso i tecnici installatori, per pigrizia, la contrastano. Hanno più la testa rivolta al passato che al futuro”.
“Più che imprenditori – chiude Cecchini – noi della provincia di Rimini siamo tutti artigiani evoluti”.
Le dinamiche imprenditoriale della provincia di Rimini indicano che il numero delle imprese a valore aggiunto è cresciuto tra il 2000 e il 2007. Tuttavia nello stesso periodo il comparto manifatturiero è diminuito del 3,1 per cento, un dato superiore a quello regionale (-1,9%) e nazionale (-1,8%).
Nell’ultimo rapporto della Camera di commercio c’era un capitoletto intitolato “Il futuro non si prevede. Si fa“. Fare con intelligenza, coinvolgendo le strutture pubbliche, scuole, Università, enti commerciali (Ice, Istituto commercio estero, Enit, Ente nazionale del turismo, ad esempio) aiuterebbe gli imprenditori anche se non assicurerebbe loro il successo. Di certo la fatica sarebbe inferiore. Insomma, gli imprenditori e gli italiani hanno il disperato bisogno di uno Stato serio al loro servizio.
Rapone: “Nelle imprese di produzione l’innovazione tecnologica si fa ogni giorno col fine di vendere meglio il prodotto, o produrlo meglio, o più velocemente. L’implementazione tecnologica si esprime in mille modi”
Le imprese che interagiscono con l’Università di Rimini
Tetrapak Italiana
Regione Emilia Romagna
ItalMetalli
Provincia di Rimini
Hera
Itea
Asa
Dia Tex
Fiera spa
Fiat
Emz
Training 2000
Fiera spa
Frati Luigi spa
Comieco
Csa
ltalMetalli
Newster
Lav
Csa
Uni. Rimini S.pA
Carim
Camera di commercio di Rimini
Dis Consult
L’Ordine dei Dottori Commercialisti Rimini
Banca Carim
Mipaf (Ministero della Politiche agricole e forestali)
Societá Editrce la Voce
Centro servizi per la pubblica amministrazione di Pesaro
(Provincia di Pesaro)
Comune di Rimini
Svim
Provincia Pesaro-Urbino
Igo
Regione Marche
Cornune di Faenza
Comune di Bellaiia
Agenzia per la Mobilità – Provincia di Rimini
Agenzia per il marketing di distretto (Provincia di Rimini)
Regione Emilia-Romagna
Ets
RIFLESSIONE
Microsoft: “Ecco la mail di Paolucci”
– L’innovazione senza la disponibilità al servizio qualche volta è un inganno. Un esempio positivo è la Microsfot. Ecco che cosa è avvenuto lo scorso 2 ottobre ad un signore che cercava Umberto Paolucci, responsabile della grande azienda per l’Europa, l’Africa e il Medio Oriente. La segretaria gli dice che l’ingegnere non c’è e che poteva essere lasciato detto a lei. “E se usassi la e-mail?”. “Un attimo che gliela do”. Domanda, una disponibilità simile in quante aziende c’è?
Cantelli Forti: “Sempre più rapporti tra l’Università
di Rimini e le sue imprese”
Intervista con il presidente del polo universitario di Rimini. In 12 anni da 77 a 6.500 iscritti
L’INTERVISTA
“A Rimini ci sono due caratteristiche forti. C’è molta freschezza e vivacità mentale che non vedo neppure a Bologna.
La seconda, ha bisogno di più programmazione e più ordine. Ha bisogno di urbanistica
– Rapporto sempre più stretto tra il polo universitario di Rimini e le aziende del territorio. L’ateneo è presieduto dal professor Giorgio Cantelli Forti.
Sul versante della ricerca e dell’innovazione, quale rapporto c’è tra il neonato ateneo di Rimini e le aziende del suo territorio?
“Con molte aziende si fa ricerca e consulenza. I rapporti sono già tanti, sempre più crescenti e sempre più richiesti.La presenza dell’università oltre ad essere un’avanguardia culturale, porta giovani, servizi, semplifica la vita. Ha il compito, l’Università, anzi la sua essenza, è il fare ricerca. Con una ricaduta suil territorio; in grado di portare vantaggi economici, fiscali, giuridici. L’Università ha il compito-dovere di interagire con le imprese del territorio e le sue risorse.
Voglio ricordare che l’Università di Rimini è partita circa 20 anni fa, ma i primi passi li ha mossi nel ’97. In 12 anni, i 77 iscritti sono diventati quasi 6.500, sparsi in 8 facoltà. I frutti si iniziano a vedere ora e saranno sempre più. Le imprese sempre più cercano l’Università, per un miglioramento e osmosi di idee e un trasferimento di beni e servizi alla collettività. L’Università per sua natura è più teorica che pratica; così nello scambio le imprese portano dentro l’Università concretezza e praticità. Vengono qui a tenere dei corsi. Per questo abbiamo delle relazioni con la Confindustria, con la Cna. Le facoltà di economia e statistica collaborano con numerose aziende industriali, artigianali e commerciali. La moda intrattiene una serie di relazioni con le aziende del territorio: Ferretti, Pollini, Iceberg. Chimica con aziende come Hera, Arpa, Tetrapack.
I ragazzi che scono da farmacia sono ricercati dalle farmacie pubbliche, private, ospedaliere. Ad esempio, sono molto orgoglioso che tre ragazzi di farmacia laureatisi a Rimini siano stati assunti a Bologna. E con l’ordine dei farmacisti abbiamo fatto attività formative e culturali.
Abbiamo dei contratti di ricerca col Melograno, su innovazione e sicurezza degli alimenti. Con l’Scm ci sono servizi sulla qualità e sulla sicurezza.
La facoltà di medicina e chirurgia produce infermieri, radiologi e ostetriche e lo fa come struttura regionale. Li forma oltre che per Rimini per l’Area Vasta Romagna
Insomma, credo di poter dire che l’Università è il motore di una città in perenne costruzione, in continuo evoluzione. E permette una crescita esponenziale. E quando i nostri laboratori saranno finiti, saremo ancora più efficienti e propositivi”.
Dal suo osservatorio, rispetto ad altri territori, nel Riminese si fa più o meno innovazione?
“A Rimini ci sono due caratteristiche forti. Una, c’è molta freschezza e vivacità mentale che non vedo neppure a Bologna. Vivacità che si riscontra nelle industrie, nell’artigianato, nel turismo. E sto notando più coraggio da parte degli imprenditori in questo momento di difficoltà.
La seconda caratteristca è che Rimini ha bisogno di più programmazione e più ordine. Ha bisogno di urbanistica. Mancano le infrastrutture sulle quali bisogna intervenire. Noi come Università possiamo contribuire a sviluppare, organizzare ed accrescere il territorio. A Rimini con la facoltà di architettura di Cesena si tengono dei corsi post-laurea e delle summer school. Ad esempio, abbiamo fatto un convegno sugli anfiteatri del Mediterraneo, in tutto 49. Rimini ha tante cose che può valorizzare con l’Università, sia da un punto di vista economico, sia etico”.
NUMERI
Nuovi progetti, 71
– Tra il 2006 e il 2009, l’Università di Rimini ha visto finanziati 71 nuovi progetti per un ammontare di 2,35 milioni di euro. Così suddivisi: 8 dall’Unione europea, 21 dagli sponsor, 37 con convenzioni, 1 dal ministero e 4 da contributi vari.
Così invece i progetti di ricerca per facoltà nello stesso triennio.
Chimica industriale: 36
Economia: 10
Farmacia: 1
Lettere e filosofia: 12
Statistica: 12