CORIANO
di Carla Chiara
– Coriano Teatro inaugura: una giornata, la giornata? e alla sera?
“Benvenuti a Corte!” è l’amabile saluto del dottor Paolo Zaghini. Giustamente orgoglioso ringrazia e illustra. In sintesi: nell’umiltà e nella superbia della conoscenza a teatro si possono incontrare un Virgilio e un Mefistofele e nello svolgersi di una ristrutturazione alternare andature luciferine e voli d’angelo.
Il progetto prende quota, precipita, si rialza, salda i conti e inaugura! Maggioranza e opposizione d’accordo e con il contributo di Valleverde, ricorda il sindaco Maria Luigina Matricardi. Dell’architetto Carlo Gandolfi e del suo “staff” si tessono le lodi per la competente valorizzazione e la creatività di un lavoro pensato nell’ambito territoriale, regionale, nazionale.
Gilberto Graffietti con lucida convinzione partecipa poesie e prose poetiche di Giuseppe Ravegnani, introducendo la disarmante grazia di Cecilia Chailly.
Cecilia Chailly, nella semplice ed affettuosa consapevolezza di appartenenza (figlia del maestro Luciano e pronipote di Ravegnani), legge il Diario del padre: la sua arpa suona, la sua voce canta l’essere viva tra i vivi,?” …qui in teatro, in questo bellissimo teatro di Coriano?”?”…voi …ed io con voi e per voi?”?
Tecnicamente perfetta, sfrutta le evanescenze dei registri acuti nel “pianissimo” dell’amplificazione. Deliziosa controtendenza…
Esplora con intimità raffinata la scrivania, il salotto, la sala da pranzo nei misteri sedicenni del padre Luciano che attentissimo al fraseggio familiare suona, studia composizione, sogna, ritrae, fotografa, si ribella, si concentra.
L’arpa di Cecilia racconta, con corredo strumenti folk: le gelide acque della Val di Ledro, il cielo, l’infinito, le stelle, i sentimenti, il Dies Irae, tutto un quotidiano colto ed elegante, trattando lo strumento in mille modi, affascinando anche nell’accordatura.
Nelle basi è registrato con inquietante tenerezza, persino il pianoforte stonato della casa di montagna.
Il bis è dedicato alla madre? “?grazie? grazie a te esisto?e ne sono felice?”.
Applausi commossi.
Il pubblico esce, la neve si scioglie sotto una pioggia pesante. Ogni signora ha ricevuto in omaggio una rosa bianca. Vorremmo adesso il più assoluto silenzio per assaporarne il profumo.